Sfida tra penultime della classe quella tra Bologna e Catania, impegnate nella ricerca di punti preziosi per una salvezza anticipata. A spuntarla sono i padroni di casa, mentre i siciliani possono mangiarsi le mani per la scarsa vena realizzativa del reparto avanzato e per aver concesso all’avversario la superiorità numerica per gran parte della gara.
Meglio gli ospiti nella prima parte di gara, con Gomez e Maxi Lopez che potevano cambiare le sorti dell’incontro. In particolare il secondo, che riesce anche a buttare la palla in fondo alla rete, ma il fuorigioco è così evidente che non può essere non segnalato.
Anticipo della ventiquattresima giornata di serie A.
Stadio Dall’Ara, Bologna: Bologna-Catania 1-0
Rete: 41’ pt Portanova (B)
Uan stagione nata male, in casa Catania, rischia di finire peggio. Ovvero, con gli etnei gravemente invischiati nella lotta per non retrocedere. Aver sostituito l’allenatore, in questo caso, non pare essersi rivelata mossa azzeccata anche perché, con l’ingresso di Simeone (scelta tanto suggestiva quanto discutibile), la marcia dei siciliani non è affatto migliorata. Se possibile, il tracollo è invece diventato più evidente.
A Bologna, contro un formazione in salute e che – non fosse per i punti di penalità – potrebbe vivere una fase di stagione ancor più serena – gli ospiti hanno solo saputo mettere in bella vista tutto l’agonismo di cui sono capaci: altre volte sarebbe stata una virtù, stavolta s’è trasformata in grave difetto visto che, allo scadere della prima frazione, i rossazzurri erano già sotto di un gol, di un uomo (due ammonizioni rimediate da Alvarez in 22’ sono una pesante ingenuità) e con tre cartellini gialli sul groppone.
Il Milan non rallenta la sua corsa e si conferma saldamente in vetta alla classifica, portando a sette i punti di vantaggio dalle inseguitrici (Lazio e Napoli). L’avversaria di turno era il Catania, piuttosto ostico in casa e determinato a regalare i primi punti al neo-allenatore Simeone, sconfitto all’esordio sul campo del Parma.
Ne esce una gara vivace nella prima frazione di gioco, nonostante il nervosismo degli ospiti, tre dei quali finiscono sul taccuino del direttore di gara nel giro di venti minuti. Anche l’occasione più pericolosa è a vantaggio dei rossoneri, con Cassano che si vede respingere una botta a colpo sicuro dall’estremo avversario.
Anticipo della ventiduesima giornata di serie A.
Stadio Massimino, Catania: Catania-Milan 0-2
Reti: 14′ st Robinho (M), 41′ st Ibrahimovic (M)
La capolista contro una delle squadre invischiate nella lotta per non retrocedere: spesso, sono le gare più difficili, in grado di risultare a fine stagione decisive in negativo per le big e in positivo per le altre. Il Milan a Catania è anche un suggestivo reincontro tra i rossoneri e l’ex cuore nerazzurro Diego Simeone, capace di incarnare – quando ancora giocava – il tifo e lo spirito interista. Lo stadio Massimino è stracolmo in ogni ordine di posto e gli etnei, per volontà de proprio tecnico, decidono di giocarsela a viso aperto. Maxi Lopez e Gomez in attacco, Mascara trequartista. Di contro, Allegri opta nuovamente per lo schieramento di Cassano dal 1’ al fianco di Ibrahimovic. Confermato anche Robinho a supporto, l’escluso è nuovamente Pato mentre Van Bommel è titolare per la seconda sfida consecutiva.
Nella prima frazione di gioco la gara si conserva su ritmi piuttosto bassi e fatica a decollare nonostante l’agonismo non manchi: il Catania si affida alle fulminee ripartenze di Gomez e Mascara, il Milan riesce a prendere in mano il reparto di mediana e sa al contempo fare diga e impostare il gioco. Spenti i due rossoneri in attacco, al tiro ci finiscono – seppur con conclusioni dalla distanza – gli etnei: al 15’ Ledesma manda il pallone fuori. Spauracchi e pochi spaventi per due retroguardie a cui spetta l’ordinario: ultimo sussulto del primo tempo al 42’. Merkel si propone in avanti e tenta un assist da buona posizione ma l’intervento di Augustyn è provvidenziale.
Comincia nel peggiore dei modi l’avventura di Diego Simeone sulla panchina del Catania, costretto ad arrendersi ad un Parma che cerca di guadagnare in fretta la salvezza. In uno dei due anticipi pomeridiani della ventunesima giornata, i gialloblu ci tenevano ad approfittare dell’impegno casalingo contro una squadra animata da rinnovato entusiasmo dopo il cambio di allenatore. Ma i primi quarantacinque minuti trascorrevano senza troppe emozioni, sebbene sia l’una che l’altra compagine abbiano avuto l’occasione giusta per cambiare il punteggio sul tabellone luminoso.
Nella ripresa, però, la musica cambiava ed i padroni di casa entravano in campo con una determinazione diversa. Al minuto numero 11 era Angelo a staccare di testa ed a colpire la traversa, con la palla che rimbalzava in terra a ridosso della linea di porta. In assenza della moviola in campo sarebbe stato difficile per l’arbitro convalidare o annullare la rete, ma buon per Parma che sia arrivato il tocco di Candreva che ribadiva in rete.
Anticipo della ventunesima giornata di serie A.
Stadio Tardini, Parma: Parma-Catania 2-0
Rete: 11′ st Candreva (P), 17′ st Giovinco (P)
La prima di Diego Simeone, poi tutto il resto. Quei tratti sudamericani che hanno tinteggiato una delle due panchine del Tardini erano intagliati nel volto e nelle espressioni dell’ex centrocampista nerazzurro, caro a ciascun tifoso dell’inter che ne ricorda la caparbietà e l’estrema generosità quasi mai sfociata in scorrettezza. Il Catania di Pulvirenti ha deciso di voltare pagina proprio con lui che, preso il posto di Giampaolo, ha subito avuto parole calienti per la piazza etnea. Giocatori in ritiro, per conoscersi meglio e più in fretta, poi partenza per Parma, alla volta della sfida contro i ducali che avevano, in ogni caso, da riscattare la prova contro il Brescia. Il Cholo opta immediatamente per un 4-2-3-1 offensivo: Ledesma e Carboni a protezione della linea difensiva con Gomez, Ricchiuti e Mascara a supportare l’unica punta, Maxi Lopez. Per Marino, invece, l’affidabilità del 4-4-2 pare essere arma su cui investire: Crespo e Giovinco in contemporanea con Valiani a supporto, Paci out per squalifica e difesa affidata a Paletta e Lucarelli.
La prima occasione è dei gialloblu che vanno vicini al vantaggio con Zaccardo: è il 7′ quando un colpo di testa di Gobbi rimette il pallone in area, lesto il difensore ad approfittarne ma la conclusione, da ottima posizione, finisce sul fondo. La replica del Catania non si fa attendere: al 9′ Maxi Lopez conclude in diagonale ma la palla è debole e non impensierisce Mirante; al 20′ Gomez scambia con Ricchiuti e si presenta in area, defilato a sinistra. Diagonale a lato. Nel finale di frazione prima Candreva (33′, tiro da posizione favorevole) poi Lopez (42, azione di mischia in cui è provvidenziale l’intervento di Lucarelli) sprecano due buone opportunità per regalare il vantaggio ai compagni. Non ci si diverte, nei primi 45′, nè per numero e portata delle palle gol nè per i ritmi, piuttosto fiacchi.
E sei! Dopo venti giornate di campionato tante sono le panchine saltate in Serie A, l’ultima delle quali arrivata un po’ come un fulmine a ciel sereno, considerando che l’allenatore in questione ha regolarmente svolto il proprio compito fino alla seduta pomeridiana di oggi, prima di lasciare l’incarico. Parliamo di Marco Giampaolo, mister del Catania, che tanti complimenti aveva ricevuto per il ruolino di marcia interno della sua squadra e per i ventuno punti totali conquistati al giro di boa (22, dopo l’ultima gara interna contro il Chievo). A rendere nota la decisione è la stessa società etnea con una nota:
Il Calcio Catania S.p.A. e l’allenatore Marco Giampaolo dichiarano congiuntamente di risolvere il rapporto contrattuale in essere fra le parti. Preso atto della bontà del lavoro fin qui svolto, il Calcio Catania augura al tecnico e al suo staff le migliori fortune sportive.
Ottavi di finale di Coppa Italia.
Stadio Olimpico, Torino: Juventus-Catania 2-0
Reti: 35’ pt Krasic (J), 9′ st Pepe (J)
Juventus e Catania contrapposte in terra bianconera per guadagnare su campo il passaggio del turno di Tim Cup. Entrambe nutrono forti motivazioni e grandi aspettative dalla competizione nazionale: per gli etnei l’obiettivo è quello di arrivare il più lontano possibile nell’ottica per cui vincere significherebbe, oltre che traguardo storico, conquista di una posizione in Europa. Per gli juventini, invece, specie in tempi di magra in cui le competizioni e i trofei messi in bacheca non si vedono neppure con il lanternino, anche la Coppa Italia acquista una importanza determinante.
Le due squadre, in realtà, sono reduci da un periodo opaco di risultati: per ciascuno dei due club, due sconfitte consecutive: contro Parma e Napoli la Juventus (sette reti subite a fronte di una marcatura all’attivo), contro Roma e Inter il Catania (impegni proibitivi che hanno fruttato tre reti fatte e sei sul groppone). Il mercato dovrebbe rinforzare entrambe le rose anche se fino a ora l’unica novità in entrata è quella evidenziata dai bianconeri che possono contare su Luca Toni.
L’impresa della Juventus era ardua: battere il Catania sul proprio terreno di gioco – cosa che non è riuscita a nessuno nell’ultimo anno – e mantenere la terza posizione in classifica, in attesa del posticipo di domani sera, che vedrà di fronte Napoli e Palermo. Alla fine dei 90 minuti la Vecchia Signora può brindare ai tre punti guadagnati ed ora si inserisce prepotentemente nel gruppetto di testa, consapevole più che mai del proprio potenziale.
Ad aprire le marcature è Simone Pepe, alla seconda rete consecutiva dopo quella che ha regalato il pareggio alla Juventus nella sfida contro la Fiorentina. Ma il Catania non ci sta e dopo un paio di minuto perviene al pareggio con un tiro sporco di Morimoto, sul quale Storari nulla può.
Posticipo della quindicesima giornata di serie A.
Stadio Massimino, Catania: Catania-Juventus 1-3
Reti: 35′ pt Pepe (J), 37′ pt Morimoto (C), 44′ pt e 13′ st Quagliarella (J)
Obiettivo Juventus: raccogliere la sfida lanciata da Milan e Lazio, che hanno vinto le rispettive gare e consolidato le prime posizioni in classifica, e riaffermarsi quale terza forza della massima serie. Vincere a Catania avrebbe rappresentato, per il gruppo guidato da Del Neri, l’ennesima conferma di una stagione che, a prescindere dell’eliminazione in Europa (presa sottogamba, dai bianconeri, l’Europa League), rischia per davvero di regalare enormi soddisfazioni in A: non era facile, anche perchè le mura amiche della squdra etnea sono una fortezza difficilmente valicabile ma i torinesi sono riusciti a prevalere sfruttando al meglio le palle gol costruite e controllando il risultato nei momenti di maggiore lucidità degli avversari.
Finisce 3-1 dopo una prima parte di gara (i trenta minuti iniziali) poco interessante e giocata prevalentemente a centrocampo. Il qualcosa in più dei bianconeri, tuttavia, è venuto fuori con il passare dei minuti, quando gli attaccanti sono riusciti a prendere le misure alla retroguardia rossazzurra e i centrocampisti hanno mostrato di poter modificare le sorti del match con una giocata di qualità.
Mutu c’è e si vede. Il rumeno torna a calcare il rettangolo verde dopo la lunga squalifica che lo ha tenuto lontano per ben nove mesi e cerca di mettere subito il sigillo sul posticipo della nona di campionato. Alla fine l’impresa non gli è riuscita, ma i tifosi della Fiorentina possono dormire sonni tranquilli, nella speranza – s’intende – che l’attaccante da ora sino a giugno faccia parlare di sé solo per questioni legate alle sue prestazioni in campo.
Intanto la squadra viola conquista un punto in quel di Catania, in una gara dove entrambe le compagini miravano a non prenderle, per non compromettere ulteriormente la delicata situazione in classifica.
Posticipo della nona giornata di serie A.
Stadio Massimino, Catania: Catania-Fiorentina 0-0
Giampaolo e Mihajlovic hanno la stessa necessità di fare punti. Il tecnico etneo maschera un modulo apparentemente coperto (Antenucci unica punta) con la presenza di più trequartisti (Gomez, Ricchiuti e Mascara). Il serbo, dal canto suo, può contare su un rientro importante (Mutu, squalifica finita) in tempi di magra (Jovetic ancora out) e piazza il rumeno al fianco di Gilardino. Santana a ridosso, Montolivo e Marchionni custodiscono le chiavi della mediana.
L’assenza dal campo e la voglia di recuperare il terreno perduto sono a tal punto tangibili che è proprio Mutu (2′) il primo a impensierire Andujar, bravo a bloccare in due tempi. Talento chiama talento: Mascara non se lo fa ripetere due volte e dopo 1′ lascia partire il destro che supera Frey ma si stampa sull’incrocio dei pali. Ancora il 10 viola all’8′: gran colpo di testa da buona posizione, altrettanto bella la parata di Andujar.
L’aquila della Lazio continua a volare in alto anche in Coppa Italia, nonostante Edy Reja dia spazio alle riserve biancazzurre, concedendo una meritata pausa a quanti solitamente sgobbano in campionato. Gonzales, Kozac e Bresciano mettono fine alle speranze di gloria del Portogruaro e confermano che i capitolini possono sognare in grande in questa stagione.
Tra le squadre della massima serie solo il Cesena abbandona la Coppa nazionale, sotterrato da un Novara che ormai non è più una sorpresa per nessuno. Gli uomini di Ficcadenti riescono a resistere per 90 minuti, ma poi devono arrendersi nell’extra-time (1-3 il risultato finale).
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