Ronaldinho-Del Piero, due campioni senza contratto

Nel calcio impazzito di oggi può capitare di tutto, anche che due campioni come Ronaldinho e Del Piero restino senza squadra. Pare incredibile, eppure il primo, che ha un contratto in scadenza nel 2011, rischia di far panchina per le prossime due stagioni, perché nessuno si vuole accollare il suo ingaggio stratosferico; l’altro, con il contratto in scadenza alla fine della prossima stagione, rischia di terminare anzitempo la sua carriera. Ma perché si è arrivati a questo punto?

Su Del Piero c’è una questione di convenzienza da parte della Juventus. Alla scadenza del contratto avrà 36 anni e si sa che non ha tanta voglia di abbassarsi lo stipendio, uno dei più alti nella serie A. D’altra parte ci sarebbero una schiera di giovani promesse che scalpitano per prendere il suo posto, da Cassano che è incerto se arrivare alla Juve o no per la rivalità con l’attuale numero 10, a Diego, che pare aver trovato già l’accordo con i dirigenti juventini sulla base di 4 milioni a stagione, e per cui manca solo l’accordo con il Werder Brema.

Ancelotti e Mourinho dettano le condizioni per restare

Sul piano personale è indubbio che gli allenatori delle milanesi non provino simpatia l’uno per l’altro, ma su quello professionale si assomigliano molto. Entrambi sono considerati dei vincenti, ed entrambi sono dati da molti come partenti a fine stagione. Certo, lasciare il Milan per Ancelotti sarebbe un colpo al cuore, dopo 8 anni di successi, ma lo sarebbe anche per Mourinho con l’Inter, il quale sarebbe costretto ad ammettere il fallimento dopo appena un anno.

Per questo entrambi ci vogliono pensare bene prima di lasciare le rispettive panchine e perciò hanno convocato i presidenti per dettare le regole da seguire per continuare la collaborazione. Regole che per entrambi vanno in controtendenza rispetto alle intenzioni societarie, e cioè spendere spendere spendere.

Beckham, trovato accordo con i Galaxy

Ormai è fatta, Beckham resterà un calciatore del Milan. Sulle pagine di Repubblica di questa mattina l’annuncio ufficioso, che diventerà ufficiale venerdì prossimo, quando verrà messo per iscritto. L’accordo tra

Parte la rifondazione Milan: via i senatori e…Berlusconi

Le voci secondo cui a breve potrebbe cambiare la presidenza del Milan non erano completamente infondate. Soltanto che a prendere il posto del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi non sarà lo sceicco Mansour come si sospettava inizialmente, ma un altro italiano, Michele Ferrero, proprietario della famosa industria dolciaria, nonchè, secondo la rivista Forbes, 68esimo uomo più ricco del mondo, anche più dello stesso Berlusconi.

Secondo l’indiscrezione comparsa questa mattina su ilsussudiario.net, entro il 2010 la presidenza rossonera dovrebbe cambiare, viste le molte difficoltà che stanno incontrando le aziende della famiglia Berlusconi nel gestire anche il Milan. Ma per adesso quello che più interessa ai tifosi rossoneri è il prossimo mercato estivo, quello del 2009. Ci si aspetta molto, prima di tutto perché si ritornerebbe (almeno per come stanno adesso le cose) a giocare la Champions, e poi perché, all’atto della vendita della società, conviene che la squadra sia formata da calciatori di prima fascia per far lievitare il valore dell’azienda.

Mourinho stempera la tensione attaccando Ancelotti

L’impegno clou della stagione è prossimo. Domani sera sapremo se l’Inter è davvero una squadra schiacciasassi o se di fronte ai campioni d’Europa chinerà il capo, ritiranosi sommessamente.

Mourinho è sicuro di vincere, così come lo è Alex Ferguson, ma il tecnico dell’Inter sembra quasi voler esorcizzare la “paura”, facendo cadere l’attenzione sul campionato e, in particolare, sui cugini rossoneri:

Carlo Ancelotti è molto bravo perché anche lui come me gioca con le parole e anche lui come me pensa che gli altri siano pirla.

Napoli e Milan col fischio

La situazione da delicata si fa seria, diciamo pure preoccupante, per un Napoli partito a settembre con grandi ambizioni e ritrovatosi a metà stagione a dover fare i conti con una classifica difficile da digerire. Segnali di ripresa? Nemmeno a parlarne, se si esclude l’ottima prestazione di qualche giorno fa in Coppa Italia, quando i partenopei si sono dovuti arrendere solo alla miglior sorte della Juventus.

Intanto il campionato continua ad essere un disastro ed il fattore campo non spaventa più le avversarie, che scendono al San Paolo e fanno man bassa di punti. La scusa del periodo di rilassamento non regge più di fronte ad un popolo che chiede risultati immediati.

Così. dopo la sconfitta casalinga contro il Genoa, la contestazione è salita altissima intorno alla squadra, costretta a ritardare l’uscita dallo stadio e bersagliata dai fischi e dai cori dei tifosi inferociti. Alla fine il dg Marino ha dovuto prendere la situazione in mano, presentandosi al cospetto della folla e annunciando il ritiro immediato della squadra, sebbene Reja continui a sostenere che non sia un metodo efficace per uscire dalla crisi.

Inter – Milan tra amarcord, esordi e assenze

Non ce ne vogliano i tifosi nerazzurri, ma ci piace ripartire da qui, da quel colpo di testa di Ronaldinho che segnava il suo battesimo del gol in maglia rossonera, regalando ai suoi il primo derby della stagione. Era il 28 settembre dello scorso anno, l’Inter perdeva il primato in classifica e Mourinho incassava l’ennesimo scherzetto del Gaucho, che già qualche dispiacere gli aveva creato in Champions League.

Ora la situazione è diversa: l’Inter ha otto punti di vantaggio sui cugini e si appresta ad affrontare il derby con la consapevolezza di chi può permettersi anche un passo falso. Il Milan invece non può concedersi il lusso di sbagliare gara, pena l’esclusione dalla lotta scudetto già da febbraio (e sarebbe grave per una squadra che non ha neanche l’alibi dell’impegno Champions). Che gara sarà?

Partiamo dalle certezze, prima fra tutte l’assenza di Kakà. Il brasiliano ha tentato un recupero-lampo, ma alla fine si è dovuto arrendere all’evidenza dei fatti. Tanto meglio per Ronaldinho, che avrà nuovamente l’occasione di mettersi in mostra, sperando magari di bissare l’exploit dell’andata.

Inter – Milan? No, Mourinho vs Ancelotti

Da quando ha messo piede in Italia, le polemiche hanno avuto una crescita esponenziale. Figuriamoci quindi se poteva mancare l’ennesima frecciatina di Mister Mourinho alla vigilia di una gara delicata come il derby. Ed allora eccolo qui, nel suo perfetto italiano scagliarsi contro Ancelotti, reo di essersi permesso di commentare le sue critiche pubbliche ai giocatori:

Non rispondo a quanto ha detto Ancelotti in una recente intervista. Ognuno come allenatore fa quello che vuole. Io non critico il suo modo di lavorare, lui può dire quello che vuole del mio. Io non perdo tempo a pensare alle sue caratteristiche come tecnico, se lui vuole farlo con me è un problema suo. Rispetto la sua carriera, ma lui è lui e io sono io. Lui forse è meglio di me in qualcosa e io forse sono meglio di lui in altro.

Chi sarà il migliore in assoluto lo sapremo a fine campionato, o forse già da domani sera, quando i due tecnici si accomoderanno a pochi metri di distanza l’uno dall’altro.

Florentino Perez promette tre regali: Ronaldo, Kakà e Ancelotti

Le dimissioni di Calderon in seguito allo scandalo dei voti comprati, gli hanno aperto le porte verso un clamoroso ritorno alla presidenza del Real Madrid. E’ presto per parlare di vittoria assicurata, ma stavolta Florentino Perez vuole indovinare tutte le mosse e sta lavorando nell’ombra per preparare la sua grande campagna elettorale.

Cosa serve al Real Madrid per tornare grande in Spagna e in Europa? Prima di tutto occorre un grande tecnico, perché è evidente che Juande Ramos sia solo un traghettatore, in attesa di una guida più sicura e meno conservatrice. Di nomi sul taccuino dell’aspirante presidente ce ne sono parecchi (Wenger, Benitez, Mourinho), ma il favorito sembra essere il nostro Carletto Ancelotti, reduce da anni di successi con il Milan.

Per averlo, il Real dovrebbe battere la concorrenza del Chelsea, anch’esso alla ricerca di un mister capace di portare la squadra tra le grandi d’Europa, possibilmente senza fermarsi davanti all’ultimo ostacolo. Staremo a vedere. Intanto a Madrid si lavora anche per rinforzare un undici che è già forte di per sé, ma che evidentemente ha bisogno di un uomo o due in grado di fare la differenza. Chi sono i papabili? I soliti noti, Kakà e Cristiano Ronaldo.

Ancelotti come Figaro: tutti lo cercano, tutti lo vogliono

Ricordate quando il giovane Ancelotti arrivava a Torino con il suo piccolo bagaglio di esperienza? E ricordate l’accoglienza che gli riservò una parte del popolo juventino? Da allora ne è passata di acqua sotto i ponti, il piccolo allenatore è cresciuto ed ha dimostrato ampiamente di essere in grado di allenare un grande club, attirando l’attenzione delle dirigenze di mezza Europa, che ora farebbero carte false per portarlo alla propria corte.

L’interessato sta alla finestra e si gode lo spettacolo con la speranza di lasciare a Milano l’ultimo grande regalo prima dell’addio. Non fa mistero delle sue preferenze, ammettendo tra il serio e il faceto di ambire alla panchina giallorossa, l’unica in Italia che riscuote le simpatie del suo fondoschiena. Ma il feeling tra la Roma e Spalletti è tale da non lasciare presagire cambi imminenti, ragion per cui il tecnico di Reggiolo dovrà “accontentarsi” di un’altra sistemazione. Dove finirà?

La rivoluzione in casa Chelsea ha aperto le porte ad una soluzione interessante, perché è chiaro che Hiddink non sarà il tecnico dei Blues per troppo tempo (a meno di una vittoria clamorosa in Champions o in Premier). Il tecnico olandese, pur essendo nelle simpatie di Abramovich, non convince pienamente i manager Peter Kenyon  e Pini Zahavi, che già la scorsa estate avevano tentato un corteggiamento nei confronti dell’italiano.

Ridiamoci su: la giornata tipo del Milan

Pronti per un’altra buona dose di risate? Dopo il capitolo-Inter, ecco arrivare la giornata-tipo dei cugini rossoneri, che negli ultimi tempi hanno spesso offerto il fianco agli attacchi ironici degli avversari.

Stavolta l’autore non è un anonimo o uno sconosciuto, ma un redattore di Affari Italiani che si è divertito a prendere in giro Ancelotti & Co. E potete scomettere che anche qui ci sarà da sbellicarsi, tra battutine velenose sulla dieta del mister e riferimenti alla nota vicenda che avuto come protagonista Kaka.

Non ci credete? E allora continuate a leggere e preparatevi a divertentissimi resoconti che potrebbero arrivare nelle prossime settimane, perché nel bene o nel male tutte le squadre hanno la loro giornata-tipo.

Il Milan fa sul serio: scippa Mattioni alla Juve e punta Agger (Liverpool)

Il Milan ha messo a segno il terzo importante colpo del proprio mercato di gennaio, acquistando il giovanissimo talento brasiliano Felipe Mattioni dal Gremio. Mattioni, 20 anni, è un terzino destro già stabilmente nell’orbita delle nazionali giovanili verdeoro; non molto alto, sopperisce a questa lacuna con l’esplosività atletica (un po’ come l’interista Cordoba, per capirci).

Ma a stupire gli osservatori dei principali club europei, che lo segono da tempo, è stata soprattutto la buona tecnica di base del giocatore, oltre ad una spiccata intelligenza tattica che gli consente di adattarsi anche al ruolo di centrale difensivo (ma, in questo caso, non si possono sfruttare le sue micidiali incursioni). Al Gremio, la società di via Turati verserà 6 milioni di €uro.