Il Genoa sogna, la Juve è viva

Partire con l’obiettivo di una comoda salvezza e ritrovarsi a rincorrere la meta più ambiziosa: Genoa sogna e ne ha ben donde, dopo i tre punti guadagnati al Sant’Elia ed il quarto posto in classifica. E dire che di fronte aveva la rivelazione Cagliari, difficile da battere tra le mura amiche e proiettata più che mai verso un sogno chiamato Uefa.

Ma nella guerra dei sogni, l’hanno spuntata i rossoblu di Gasperini, che hanno avuto il merito di crederci fino alla fine, acciuffando il risultato migliore a soli cinque minuti dal fischio finale. Vero è che la gara è stata condizionata dall’espulsione forse affrettata di Cossu sul finire del primo tempo, ma è vero anche che il Genoa è stato penalizzato dall’annullamento di un gol regolare (e non è certo la prima volta nel corso della stagione).

Sogni rimandati, dunque, per la squadra di Allegri, mentre il Genoa attende le gare del pomeriggio per godersi pienamente il suo quarto posto, quando mancano dieci gare alla fine della fiera.Troppe o troppo poche? Dipende da quanto corre chi sta avanti. Lo sa bene la Juventus che ora è a soli quattro punti dall’Inter, impegnata stasera contro una Fiorentina in cerca di riscatto.

Juve, fine del sogno

L’obiettivo dichiarato di inizio stagione era quello di migliorare l’ottimo terzo posto dello scorso anno. Guai però a parlare di scudetto, specie dopo le opache prestazioni di inizio stagione, quando la Juve si ritrovava decimata dagli infortuni e la parola crisi era diventata pane quotidiano nello spogliatoio.

Poi era arrivata la vittoria contro il Real Madrid in Champions League, seguita da un’infilata di ottime prestazioni, che avevano consentito a Del Piero & Co. di risalire posizioni in classifica, fin quasi a raggiungere quella vetta tanto agognata. ‘La Juve punta a migliorare il terzo posto dello scorso campionato’, continuva a ripetere il buon Ranieri, ma sotto sotto c’era la speranza di sorpassare l’Inter ed assumere il ruolo di protagonista assoluta.

Obiettivo quasi raggiunto al rientro dalla sosta natalizia, quando i nerazzurri incappavano in un paio di serate storte, pareggiando contro il Cagliari e andando a sbattere contro la banda di Doni e Floccari. Da meno sei a meno tre nel giro di pochi giorni, mentre l’Italia anti-nerazzurra cominciava a preparare la festa.

L’Inter frena, il Genoa sogna

Ha mantenuto la promessa Robert Acquafresca (se segno non esulto) ed ora spera che mister Mou non mantenga la sua (se gioca troppo bene lo lascio un altro a Cagliari). E lui ha giocato bene, ha segnato, non ha esultato ed ha regalato ai suoi un punto importante in chiave salvezza.

A dire il vero avrebbe potuto punire ancora la difesa nerazzurra, ma alla fine va bene così per lui, per il Cagliari, per chi sta disperatamente cercando di rosicchiare qualche punto alla capolista.

Con Adriano in recupero e Balotelli in punizione, lo Special One si è affidato ai colpi di Ibrahimovic e Cruz per scardinare la difesa sarda. Ed i due hanno avuto anche le loro belle occasioni per segnare il primo gol dell’anno a San Siro, ma alla fine del primo tempo il tabellino recitava ancora 0-0.

Matteo Sereni contro tutti

Di gesti come questo se ne vedono parecchi sui campi di calcio, sebbene siano rivolti solitamente ai tifosi della squadra avversaria e non ai propri. Quello che fa scalpore è vedere un professionista del calibro di Matteo Sereni, alzare il dito medio e rivolgersi alla propria curva, o meglio a quella parte di tifosi che lo aveva beccato in un paio di occasioni.

E’ successo ieri durante la gara di campionato Torino-Cagliari, quella per intenderci che doveva dare il via alla rimonta granata, visto che l’avversario di turno si chiamava Cagliari, fanalino di coda della classifica con un solo punto.

Ma tra il dire il fare c’è di mezzo Acquafresca ed il Toro ha perso un’ottima occasione per risalire la china, verso posizioni più comode. In questo clima infuocato si pone il gesto di Sereni, compreso dalla maggior parte della curva che ha cominciato a cantare il suo nome, ma criticato da quanti si sono sentiti offesi da uno dei loro idoli. Il portierone ha avuto poi il modo di scusarsi, affidando le sue parole ad un comunicato stampa apparso sul sito della società.

I guai della Vecchia Signora

A forza di dire che la Juve ha un attacco stellare e che Ranieri ha problemi di abbondanza, andrà a finire che si ritroverà a giocare con i giovani della primavera.

In casa bianconera non si respira un’aria di ottimismo alla vigilia della trasferta contro il Cagliari, squadra che ha sempre creato qualche impaccio alla Vecchia Signora. Il problema, che ci crediate o ne, si chiama “attacco” o, se preferite, turnover forzato, a causa dei tanti, troppi problemi che stanno affliggendo il reparto avanzato titolare.

Di Trezeguet avevamo già detto in settimana. Il risentimento al ginocchio destro lo costringerà all’intervento ed al riposo per almeno quattro mesi, con conseguente cambio di piani da parte del mister. Ma il francese non è l’unico pensiero nella testa di Ranieri, che a Cagliari dovrà fare a meno anche di un Del Piero in forma strepitosa, ma uscito acciaccato dalla gara contro lo Zenit.

Roberto Boninsegna: goleador di razza

Per i più giovani è solo una voce della tv, uno dei tanti commentatori tecnici che vanno tanto di moda al fianco del telecronista ufficiale, ma chi ha qualche anno in più ricorderà il Roberto Boninsegna calciatore, attaccante tra i più forti degli anni ’60-’70.

In quel periodo c’era lui, c’era Gigi Riva, c’era Pietruzzo Anastasi e pochi altri a far sfracelli nelle aree avversarie, ma Bonimba è sicuramente quello che ha avuto la carriera più controversa, nonostante la valanga di gol realizzati su ogni campo.

Tifosissimo dell’Inter sin da ragazzino, è cresciuto nel vivaio nerazzurro, facendo tutta la trafila delle squadre giovanili. Al momento del provino con la prima squadra venne però scartato da Helenio Herrera e fu costretto a scendere nelle serie inferiori, pur di giocare con continuità.

Serie A 2008/2009: Cagliari

Ha cambiato poco il Cagliari quest’anno. Solo 5 acquisti fino a questo momento, dovuti ovviamente alla politica societaria che non può permettersi grandi colpi di mercato. La società sarda è stata molto attiva soprattutto nel mercato di uscita, dove ha lasciato andar via il suo gioiellino, Pasquale Foggia, ormai in rotta con l’ambiente rossoblù.

Sono arrivati in compenso molti giovani interessanti dalle categorie inferiori, soprattutto dalla Serie B, da sepre serbatoio di talenti che poi esplodono nella massima serie, ma anche dalla C. L’acquisto più interessante è Lazzari, ex Atalanta, che può giocare sia come punta che come centrocampista, prelevato dal Grosseto.

Gigi Riva: Rombo di Tuono!

Lo chiamavano Rombo di tuono per la potenza del piede sinistro, capace di tirare botte da 140 km/h. Grande Gigi Riva, anzi Gigirriva, come lo chiamavano nella sua terra d’adozione, in quella Sardegna dove non voleva andare e che diventò alla fine la sua seconda casa.

Da adolescente lo cercava l’Inter, squadra per la quale faceva il tifo, arrivando addirittura a convocarlo per il provino di rito, ma i dirigenti del Legnano preferirono dirottarlo verso Cagliari per 37 milioni di lire.

Il giovane Riva non avrebbe voluto trasferirsi in terra sarda. Ancora oggi ricorda quel viaggio verso Cagliari e la sensazione di finire in Africa. Ma il periodo di ambientamento durò lo spazio di un attimo e di lì a poco si ritrovò ad essere il beniamino del pubblico di casa, ammirato e amato da tutti. Quando il Cagliari giocava a Milano o a Torino cinque o seimila isolani scendevano dalla Svizzera, dalla Germania e dalla Francia per seguire le imprese di questo sardo d’adozione che ha fatto grande una squadra di provincia.