In seguito alle due finali di ritorno dei play off di Lega Pro e la conseguente promozione in cadetteria di Juve Stabia e Hellas Verona, è finalmente possibile svelare le
Il treno-scudetto ha effettuato una brusca frenata ed ora c’è da sperare solo che il Bari fermi la corsa del Milan e gli impedisca di scappare verso la conquista del tricolore. L’Inter si ferma a Brescia, al termine di una gara che avrebbe potuto vincere largamente, ma che alla fine della fiera avrebbe anche potuto perdere, se il buon Julio Cesar non avesse mostrato il meglio di sé, parando un calcio di rigore.
La gara era cominciata in salita per gli ospiti, forse con la testa già a Monaco di Baviera, dove il prossimo martedì cercheranno la non facile rimonta contro il Bayern. Ma la distrazione durava solo una decina di minuti, prima che l’Inter cominciasse a portarsi stabilmente in avanti, per poi trovare la via della rete al minuto numero 18 con Eto’o.
Anticipo della ventinovesima giornata di serie A.
Stadio Rigamonti, Brescia: Brescia-Inter 1-1
Reti: 18′ pt Eto’o (I), 39′ st Caracciolo (B)
La difficoltà maggiore, per questa Inter, era quella di conservare la massima concentrazione per pensare in maniera equa ed efficace alla competizione nazionale e a quella europea. Detentrice di entrambi i trofei, la squadra di Leonardo si trova nella delicata situazione di mettere in atto due rimonte: sul versante campionato, quella sul Milan che precede in classifica; quella in Champions League sul Bayern Monaco, che può contare sul vantaggio della partita di andata, quando i bavaresi riuscirono a espugnare il Meazza di San Siro allo scadere della ripresa. Lo squadrone nerazzurro, la rosa più competitiva dell’attuale stagione calcistica italiana, può riuscire in entrambe le missioni ma è altrettanto vero – rovescio della medaglia – che in pochi giorni potrebbe essere decretata una disfatta micidiale.
Ovvero, ulteriore terreno da recuperare in serie A, eliminazione dalla Champions. La cinque giorni nerazzurra cominciava in serata sul Rigamonti di Brescia, contro una formazione, le Rondinelle di Beppe Iachini, bisognosa di accumulare punti per non perdere il treno di una salvezza difficilissima. Penultimi a tre lunghezze da Lecce e Cesena: i padroni di casa schierano un 3-5-2 con Diamanti e Caracciolo in attacco; ospiti in campo nel classico 4-2-3-1 con Pazzini in avanti e Pandev, Sneijder ed Eto’o a supporto dell’ex doriano. Particolare la gara di Nagatomo, schierato titolare a sinistra, che ha vissuto con angoscia e partecipazione interessata il terremoto che ha colpito il Giappone.
Fuochi d’artificio al Rigamonti di Brescia nell’anticipo dell’ora di pranzo della ventiduesima di campionato. Le Rondinelle di casa, sempre più in crisi di risultati e relegate al penultimo posto in classifica, cercavano punti preziosi per cominciare la risalita verso una posizione un po’ più comoda. Chievo permettendo, s’intende, considerando che i gialloblu di Pioli non conquistavano tre punti da un secolo, come sottolineava lo stesso tecnico in settimana.
Ne usciva una gara con gli ospiti più propositivi nella prima frazione di gioco, mentre i padroni di casa si limitavano a bloccare le offensive avversarie, tentando la ripartenza, mentre i minuti scorrevano velocemente sul cronometro. Fino al minuto numero 46 del primo tempo, quando Pellissier concretizzava con un’inzuccata uno scambio Mantovani-Fernandes, regalando ai suoi il vantaggio.
Anticipo della ventiduesima giornata di serie A.
Stadio Rigamonti, Brescia: Brescia-Chievo Verona 0-3
Reti: 46’ pt e 48’ st Pellissier (C), 2’ st Mandelli (C)
Il freddo che ha regnato sovrano su Brescia – aria da neve – era evidente buttando un’occhiata sugli spalti dello stadio: spettatori (pochi) coperti e abbottonati con sciarpe e cappelli a tutelare collo e testa. Per il Brescia, in posizione di classifica disperata (a oggi, retrocessione diretta), oggi era necessario vincere. Il Chievo, dal canto suo, stazionava già un pelo più in alto rispetto alla zona critica ma, vista la capacità di esprimere un gioco vivace e concreto allo stesso tempo, pareva lineare il fatto che gli uomini di Pioli avessero tutta l’intenzione di sfruttare al meglio le criticità locali per mettere in cassaforte tre punti preziosi in ottica salvezza (da raggiungere nel più breve tempo possibile).
Gli schieramenti proposti dai due tecnici hanno tenuto conto di rientri importanti: Mario Beretta ha potuto contare sul pieno recupero di Diamanti e Bega e opta per un 4-1-4-1 con Bega e Mareco perni di difesa e una linea di quattro centrocampisti composta da Diamanti, Eder, Filippini e Konè. Punta di riferimento, il solo Caracciolo. I veneti sono gli stessi che hanno pareggiato contro il Genoa con l’unica eccezione dell’innesto di Andreolli per Cesar. Il trio di mediana, composto da Fernandes, Rigoni e Constant, pronto a fare da diga e proposizione per le folate del trequartista Bogliacino e le due punte. Thereau e Pellissier.
Più difficile del previsto la gara del Palermo contro il Brescia penultimo in classifica e con soli 18 punti in cascina. Nel corso del primo tempo i rosanero hanno cercato in tutti i modi di infilare la porta delle Rondinelle, creando diverse occasioni da rete nitide, ma non riuscendo a concretizzare la superiorità tecnica ed atletica.
Stessa musica nella ripresa, con il Palermo ad infiammare gli animi della propria tifoseria ed il Brescia a tentare di tenere botta per poi ripartire (raramente). E al minuto numero 7 della seconda frazione di gioco, i padroni di casa rischiavano addirittura la beffa, quando l’Airone Caracciolo centrava la traversa con un tiro a giro.
Anticipo della ventunesima giornata di serie A.
Stadio Barbera, Palermo: Palermo-Brescia 1-0
Rete: 41′ st Bovo (P)
I rosanero sono chiamati a dimenticare in fretta la pesante sconfitta – con coda polemica in seguito a decisioni arbitrali dubbie che hanno danneggiato, è la tesi di patron Zamparini, solo il Palermo – subita a Cagliari; il Brescia deve fare i conti con una graduatoria infelice che vede le Rondinelle al penultimo posto con 18 punti. Nelle file locali, Delio Rossi può contare sul recupero di Bovo e Miccoli, schierati dal primo minuto di gioco mentre gli ospiti, in grande spolvero contro il Parma una settimana fa, si affidano al neoacquisto Lanzafame per sostituire l’assente Eder.
Ad affiancare la punta, Possanzini e Caracciolo, schierati in simultanea anche per l’assenza di Diamanti, fuori per squalifica. La prima conclusione è dei padroni di casa: al 3′ Pastore parte in contropiede e conclude dal limite dell’area, il destro è centrale e non impensierisce eccessivamente Arcari. Al 6′ tocca a Miccoli: il folletto riceve palla in area e prova la conclusione che si spegne alta sopra la traversa. Quattro minuti dopo, l’occasione più nitida: corner per i rosanero, batte Miccoli e Pastore colpisce di testa ma la palla lambisce soltanto il palo alla sinistra di Arcari. E’ solo Palermo, l’unico break ospite arriva al quindicesimo: Cordova imbecca Possanzini su punizione, la punta ci prova ma la deviazione si spegne sul fondo. E’ un lampo che si perde perchè continua a essere incessante e notevole il forcing locale. Al 18′ Pastore serve Miccoli che, dopo aver eluso l’intervento di Zebina, conclude verso Arcari che si prodiga in un ottimo intervento di chiusura.
La notizia circolava da un po’, ma solo ora arriva l’ufficialità: Beppe Iachini da oggi non è più l’allenatore del Brescia per decisione della società, che comunque si sente in dovere di ringraziarlo per il lavoro svolto e per la promozione in Serie A. L’esonero arriva forse nel momento meno indicato, considerando che l’ultima sconfitta del Brescia ha preso corpo lo scorso sabato contro il Milan, squadra che lascia ben pochi punti per strada.
Del resto la posizione di classifica suggeriva un intervento immediato, se non si vuole perdere il treno salvezza ancor prima della sosta natalizia. Il Brescia in realtà aveva cominciato nel migliore dei modi la stagione, riscattando la sconfitta dell’esordio con ben tre vittorie di fila (contro Palermo, Chievo e Roma).
La Lazio chiama, il Milan risponde e non perde la ghiotta occasione per riportarsi in vetta alla classifica, ristabilendo le distanze. Ai rossoneri bastano quattro minuti per dimostrare la propria voglia di primeggiare. A mettere la firma sul vantaggio non è il solito Ibrahimovic, che pure entra nell’azione della rete, bensì Boateng, lesto a raccogliere un cross dal fondo.
Di lì a qualche minuto il Brescia avrebbe avuto l’occasione di pervenire al pareggio, ma Abbiati negava la gioia del gol ad una spettacolare rovesciata di Caracciolo, che avrebbe meritato miglior sorte, se non altro per la bellezza del gesto tecnico. Ancora Milan al minuto numero 28, quando Robinho approfittava di un errore della difesa per mettere la firma sul 2-0.
Replicare alla Lazio e, in simultanea, proseguire la striscia positiva che sta contraddistinguendo l’ultimo scorcio di stagione: il Milan ha le idee chiare e, quanto accade nei primi minuti di gioco, lo rimarca a chiunque potesse avere dubbi. Non solo per la capacità di fornire spettacolo a un Meazza discretamente pieno ma anche per l’evidente facilità con cui i reparti hanno cominciato a dialogare tra loro. In ottime condizioni – e non è mai scontato, a San Siro – il terreno di gioco, Allegri ripresenta in formazione Pirlo e conferma in attacco la coppia formata da Ibra e Robinho. L’altra novità, in mediana, è quella di Boateng a sostituire Seedorf. Le Rondinelle, già capaci di pareggiare a Milano contro l’Inter, non rinunciano al modulo offensivo: il supporto a Caracciolo è garantito da Kone e Diamanti.
La gara si sblocca dopo 4’: Ibrahimovic entra in area e dialloga con Ambrosini. Il cross dal fondo del mediano trova pronto Boateng, la conclusione da buona posizione è vincente. Buone iniziative, nei minuti successivi, per Pirlo e Caracciolo ma, mentre il milanista incespica al momento della conclusione, l’ariete in quota al Brescia indovina una rovesciata spettacolare che costringe Abbiati alla parata da applausi. I locali controllano, gli ospiti faticano ma non demordono. Almeno fino al 29’: Hetemaj serve inavvertitamente Robinho che si fionda sulla palla. Tra il brasiliano e Sereni, una distanza di 12 metri: troppo ghiotta, l’opportunità, perché il 70 rossonero non ne approfitti.
L’Inter ancora una volta non convince. Il Brescia invece sfiora il colpaccio sul terreno di San Siro e maledice l’arbitro per il rigore dubbio che ha permesso ai nerazzurri di impattare, quando ormai l’impresa sembrava possibile. I campioni d’Italia hanno mostrato più vivacità nella gara di stasera rispetto alla debacle esterna contro il Tottenham in Champions League, ma sono ancora lontani dalla condizione che gli ha permesso di vincere tutto ciò che c’era da vincere nella scorsa stagione.
A togliere le castagne dal fuoco, manco a dirlo, è il solito Eto’o, stavolta dal dischetto, ma è chiaro che una squadra come l’Inter può e deve fare di più e – soprattutto – deve concretizzare le occasioni create, perché la concorrenza è agguerrita più che mai ed è difficile ripetere le imprese degli anni passati se non la si butta dentro.
Anticipo della decima giornata di serie A.
Stadio Meazza di San Siro, Milano: Inter-Brescia 1-1 Reti: 14′ pt Caracciolo (B), 28′ st rig. Eto’o (I)
Apparentemente è un’Inter con qualche cartuccia in più rispetto all’opaca prestazione di Tottenham grazie al recupero fisico di più di un pezzo da novanta. Rafa Benitez schiera dal 1′ Milito al fianco di Eto’o e Pandev – nell’inedito modulo a quattro difensori, quattro centrocampisti e due punte – finisce sull’esterno di centrocampo. Torna titolare anche Coutinho. Da canto suo, Iachini non rinuncia ai gioielli offensivi per pensare a coprirsi maggiormente: Caracciolo terminale d’attacco, Diamanti e Konè a supporto.
Il primo affondo è di marca locale: al 5′ una punizione di Sneijder costringe Arcari alla parata in tuffo. Ancora nerazzurri pericolosi: al 7′ Maicon per Eto’o che – decentrato – salta un avversario e calcia a rete. Ancora decisivo l’intervento dell’estremo ospite. Al 10′ tocca a Milito: destro dai 20 metri, palla fuori di poco. Da qui, la replica bresciana: prima Caracciolo conclude debolmente su Castellazzi (12′), poi Diamanti calcia da fuori area e lambisce il palo, infine (14′) le Rondinelle riescono a trovare il vantaggio con l’Airone che raccoglie un assist di Hetemaj e, dopo aver vinto il contrasto con Samuel, trafigge Castellazzi.
L’aquila della Lazio continua a volare in alto anche in Coppa Italia, nonostante Edy Reja dia spazio alle riserve biancazzurre, concedendo una meritata pausa a quanti solitamente sgobbano in campionato. Gonzales, Kozac e Bresciano mettono fine alle speranze di gloria del Portogruaro e confermano che i capitolini possono sognare in grande in questa stagione.
Tra le squadre della massima serie solo il Cesena abbandona la Coppa nazionale, sotterrato da un Novara che ormai non è più una sorpresa per nessuno. Gli uomini di Ficcadenti riescono a resistere per 90 minuti, ma poi devono arrendersi nell’extra-time (1-3 il risultato finale).
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