Confederations Cup: conosciamo le partecipanti

 Tra poco più di 24 ore comincerà la Confederations Cup, tra le 6 squadre migliori delle 6 federazioni Fifa più la vincitrice della coppa del mondo ed il Sudafrica, la nazione che ospiterà il prossimo mondiale. Della nazionale azzurra ne abbiamo parlato ampiamente nei giorni scorsi, da questo link si potrà consultare la rosa dei convocati. Oggi proviamo a conoscere le altre partecipanti alla competizione.

Senza dubbio la squadra favorita, oltre all’Italia, è il Brasile. E’ la nazionale più titolata al mondo, e annovera tra le sue fila quasi tutti calciatori arcinoti in Italia. Sarà da tenere d’occhio sicuramente il neo-madridista Kakà, sperando che abbia ancora la testa al trasferimento, e giochi non alla sua altezza come fatto nell’ultima gara di qualificazione al mondiale contro il Paraguay. Certo è che se i verdeoro saranno quelli dell’amichevole contro l’Italia di febbraio, ci sarà poco da fare per tutti. Il portiere titolare è l’interista Julio Cesar, uno dei pochi che può contendere a Buffon il titolo di miglior portiere del mondo (l’altro è Casillas, che pure disputerà la Confederations con la Spagna). I calciatori della serie A, se vogliamo contare ancora Kakà, sono 7, quasi tutti titolari, con Juan e Maicon per la difesa, Baptista e Melo a centrocampo, più il milanista Pato che però dovrà vedersela in attacco con gente del calibro di Robinho, Luis Fabiano, e l’osservato speciale Nilmar, uno dei talenti nascenti del calcio carioca.

Ronaldo, niente nazionale

E’ tornato a giocare dopo più di un anno di inattività, per la gioia dei tifosi del Corinthians e dei brasiliani tutti, che sperano di rivederlo con la maglia verdeoro.

Adriano, toh chi si rivede…

Lo avevamo dato per scomparso, disperso, addirittura morto, dopo il mancato rientro a Milano e le notizie allarmanti provenienti dal Brasile. Ma eccolo qui Adriano, sano e salvo, alla guida

L’Adriano innamorato. E Mou non lo vuole più

Oramai è diventato il beniamino del nostro blog e non passa giorno senza che gli dedichiamo almeno un articolo. So che la situazione potrebbe annoiarvi e convincervi a cambiare tipo di lettura, ma le voci che arrivano ogni giorno dal lontano Brasile ci costringono ad occuparci ancora una volta della faccenda. La speranza è che questa sia l’ultima e che da un momento all’altro l’Imperatore spunti miracolosamente nel bel mezzo della Pinetina, in scarpini e tuta, pronto a rimettersi agli ordini di Mourinho.

Succederà prima o poi o dobbiamo rassegnarci all’idea di averlo perso definitivamente? La seconda ipotesi sembra la più probabile, specie dopo le parole dello Special One

Come calciatore credo non sia possibile possa tornare con noi in questi due mesi. Come persona vediamo di fare qualcosa per aiutarlo. Finora ci abbiamo provato tutti, il sottoscritto, Mancini, Oriali, Branca e il presidente ma non ci siamo riusciti. Da quando è andato in Brasile non sono più riuscito a sentirlo.

Adriano è sulla via del ritorno (forse)

Negli ultimi giorni ci siamo chiesti a più riprese che fine avesse fatto, dopo il mancato ritorno alla Pinetina e le scarse notizie provenienti dal Brasile. Ieri avevamo addirittura ipotizzato una sorta di “rapimento” da parte dei naecotrafficanti che avrebbero compreso il suo momento difficile, convincendolo a restare nella sua terra, l’unico posto al mondo che lo accoglierebbe ancora come un Imperatore.

Oggi arriva qualche schiarita sulla vicenda-Adriano, sebbene ci sia ancora una nuvola di pulviscolo ad oscurare una situazione che (forse) un giorno avrà una spiegazione plausibile.

A fornirci qualche dettaglio è La Gazzetta dello Sport, che parla di contatti tra il brasiliano ed alcuni amici in questi giorni di silenzio totale con il resto del mondo. A sentire le voci provenienti dal Brasile, infatti, Adriano non aveva contattato neppure il proprio procuratore né tantomeno la mamma, che si era detta preoccupata per la sparizione improvvisa del povero figliolo. Ma dove è stato l’Imperatore in questi giorni e, soprattutto, perché ha deciso di far perdere le proprie tracce?

Che fine ha fatto Adriano?

No ragazzi, non si tratta dell’ennesima puntata della nostra consueta rubrica dedicata agli assi del pallone spariti dalla scena internazionale dopo aver appeso gli scarpini al chiodo. Stavolta parliamo di un giocatore in attività che ha fatto perdere le proprie tracce da qualche giorno a questa parte.

Negli ultimi giorni ci siamo più volte occupati della vicenda Adriano, prima per il party a base di alcol e sesso, poi per il mancato ritorno a Milano per quella che sembrava l’ultima malefatta di un campione capriccioso. Ma oggi è arrivata la mezza spiegazione di Mourinho, che ha parlato di “situazione grave”, lasciando intendere di essere al corrente di quanto sta accadendo nel lontano Brasile.

Beato lui che ha capito tutto, perché noi non riusciamo a venirne a capo e non ci resta che lanciarsi in improbabili ipotesi. Insomma, si può sapere che fine ha fatto Adriano?

Adriano non rientra dal Brasile: ho perso l’aereo

Ci risiamo. Pare proprio che il suo hobby preferito sia quello di far (s)parlare di sé. A chi ci riferiamo? Ma naturalmente all’incorreggibile Adriano, che ancora una volta trova il modo di finire in prima pagina per i suoi comportamenti al limite del paradossale.

L’Imperatore era atteso questa mattina a Milano di ritorno dal Brasile, dove era stato chiamato dal ct Dunga per le gare di qualificazioni ai prossimi mondiali contro Ecuador e Perù. Poco meno di una vacanza, alla luce dei fatti, visto che il nerazzuro non ha avuto nemmeno l’opportunità di sporcarsi gli scarpini.

Fatto sta che stamattina sarebbe dovuto tornare alla Pinetina per l’allenamento in vista della trasferta di domenica ad Udine, ma dalla scaletta dell’aereo è sceso solo Julio Cesar. E Adriano? Ha perso l’aereo ed è rimasto a San Paolo.

L’Italia si tinge di verdeoro

Quando Camoranesi arrivò a vestire la maglia azzurra, in molti storsero il naso. Era un calciatore argentino, parlava a malapena l’italiano, e davanti all’inno non apriva bocca. Erano tante le persone che non lo volevano nell’Italia ma poi le ottime prestazioni, il fatto che laterali destri da noi ce ne sono pochi, e la vittoria al Mondiale, lo hanno fatto sentire più italiano, e nessuno più si è curato di lui.

Ora però pare proprio che diventare un oriundo sia diventato di moda. L’emigrazione di inizio ‘900 dall’Italia al Sudamerica sta per diventare immigrazione dei nipoti di quegli italiani che hanno fatto fortuna, soprattutto in Argentina e Brasile, dalle nostre parti. E non stiamo parlando soltanto di Amauri.