Le finali più emozionanti dei Mondiali (video)

La Spagna festeggia la sua prima Coppa del Mondo, conquistata con merito al termine di una partita tiratissima, caratterizzata da un numero impressionante di falli cattivi. Non si può dire che quella di ieri sera a Johannesburg sia stata una finale da ricordare, sebbene alla fine conti solo vincere e portare a casa il trofeo.

E allora a meno di 24 ore dalla consegna della Coppa nelle mani di Casillas, torniamo indietro con la memoria ed andiamo a rivivere le finali più emozionanti nella storia del mondiale, quelle che per un verso o per l’altro sono rimaste nella memoria di chi ha avuto la fortuna di viverle direttamente.

Brasile: Leonardo arriva, Kakà lascia

L’eliminazione ai quarti di finale della Coppa del Mondo per mano di un’Olanda concreta ma non proprio irresistibile, lascia non pochi rammarichi in casa Brasile. I verdeoro cercavano il loro sesto titolo mondiale, per poi presentarsi da campioni in carica nell’edizione organizzata in casa di qui a quattro anni. Ma la gara di ieri ha messo fine ai sogni di gloria ed è già ora di puntare il dito sui colpevoli o presunti tali.

Chi accusare della debacle? Felipe Melo ha le sue responsabilità (autorete e cartellino rosso), ma forse il problema sta a monte, nella composizione della squadra, nelle convocazioni discutibili del ct Dunga, che si è concesso il lusso di lasciare a casa uomini del calibro di Ronaldinho e Pato (tanto per citarne un paio). Ed ora la stampa brasiliana è tutta contro il condottiero, tanto che già si apre il toto-selezionatore in vista del prossimo mondiale. I nomi più gettonati sono quelli di Scolari e Leonardo, esperienza e carisma diversi, ma entrambi preferiti all’attuale ct nell’immaginario collettivo.

Olanda – Brasile 2 – 1 – Mondiali 2010

Una gara nervosa e molto dura premia alla fine l’Olanda, al di là dei suoi meriti, contro un Brasile che gioca molto meglio ma a cui mancano la fortuna e la testa per vincere le grandi competizioni.

Il primo tempo è tutto di marca brasiliana, con l’Olanda che in attacco latita e in difesa lascia molto a desiderare. I verdeoro, oggi in tenuta azzurra, non accelerano tantissimo, eppure riescono a mettere tante volte in difficoltà Heitinga e compagni, i quali appaiono troppo legnosi specialmente per Robinho in giornata di grazia. L’ex attaccante del Manchester City segna dopo pochi minuti, ma la rete viene annullata per fuorigioco di Dani Alves che gli aveva fornito l’assist. Ma la rete viene rimandata solo di pochi istanti, dato che nell’azione successiva la difesa oranje presenta un buco imbarazzante, in cui Felipe Melo infila un pallone perfetto per Robinho che batte di prima Stekelenburg.

Brasile – Cile 3-0 – Mondiali 2010

Nessuna sorpresa nell’ottavo di finale di Coppa del Mondo che vedeva di fronte il Brasile ed il Cile, con la Seleçao che porta a casa il risultato e si prepara ad affrontare l’Olanda nella prossima gara. E dire che i cileni erano partiti bene, cercando sin dai primi minuti di mettere paura al Brasile, aggredendolo in ogni zona del campo. Ma la palla buona per passare in vantaggio capitava sui piedi di Luis Fabiano, che calciava a lato da posizione defilata. Altra buona occasione per i verdeoro prima del 10′ minuto, quando Bravo parava in tuffo una conclusione precisa di Gilberto Silva.

Alla mezz’ora, poi, l’episodio che poteva cambiare la partita, con Lucio che si spingeva fin nell’area avversaria e veniva steso da un avversario, ma l’arbitro Webb non concedeva il penalty e la gara restava ancorata sullo 0-0. Per portarsi in vantaggio il Brasile aveva bisogno di un calcio piazzato: angolo di Maicon, stacco imperioso di Juan e gol dell’1-0 per la la Seleçao.

Brasile – Costa d’Avorio 3 – 1 – Mondiali 2010

Anche il Brasile cade nella trappola del cattivo gioco che ha colpito le big del calcio mondiale, ma con la differenza che mentre Italia, Spagna, Inghilterra, Francia e Germania hanno perso o pareggiato, la nazionale carioca è riuscita almeno a portare a casa i 3 punti che le fanno passare il turno con una giornata d’anticipo.

Brasile – Corea del Nord 2-1 – Mondiali 2010

Brasile – Corea del Nord, ovvero 5 coppe del mondo contro un paio di partecipazioni alla fase finale della kermesse più importante a livello di nazionale. Troppo il divario tra i superpagati giocatori della Selaçao e gli sconosciuti nordcoreani, arrivati in Sudafrica non si sa per quale incrocio della sorte e destinati a rappresentare la cenerentola tra le cenerentole.

Ma il campo questa sera ha raccontato un’altra storia, quella di una squadra – il Brasile – che cercava di imporre il proprio gioco, non riuscendo mai ad impensierire il portiere avversario, che concludeva il primo tempo con i guanti immacolati. Il campo ha raccontato la storia di una Corea del Nord che ha giocato senza timori reverenziali verso i verdeoro, sebbene il divario tecnico tra le due compagini fosse palese sin dalle prime battute di gioco.

Mondiale 2010: conosciamo il Brasile

Dici Mondiali e pensi al Brasile, unica compagine ad aver partecipato a tutte le edizioni della Coppa del Mondo dal 1930 ad oggi. Con i suoi cinque trofei conquistati è anche la nazionale più titolata ed è per questo che alla vigilia di ogni kermesse mondiale viene inserita nella lista delle favorite per la vittoria finale. E’ così anche quest’anno, sebbene il ct Carlos Dunga sia stato duramente attaccato in patria per le esclusioni illustri, come quelle di Pato e Ronaldinho, ad esempio, il secondo dei quali non presente neanche nella lista delle “riserve”.

Il ct brasiliano, però,  non si è lasciato condizionare dalle pressioni della stampa, forte del primo posto ottenuto nel girone di qualificazione (9 vittorie, 7 pareggi e 2 sconfitte) e di convinzioni personali che lo hanno portato a scegliere anche giocatori poco utilizzati a livello di club o molto criticati nella stagione appena conclusa. Parliamo ad esempio del romanista Julio Baptista che nella Roma ha giocato solo una manciata di gare, partendo raramente da titolare, o di Kakà, che viene da una stagione non certo esaltante con la maglia del Real Madrid, o ancora di Felipe Melo, che nella Juve ha collezionato più figure barbine che gettoni di presenza.