Europei 2008: Gruppo A

Inauguriamo oggi una nuova rubrica, che ci accompagnerà settimanalmente fino agli Europei della prossima estate. Qui potrete trovare notizie, curiosità, informazioni e formazioni, di tutto un po’, per avere un quadro completo della manifestazione calcistica continentale più importante.

Cominciamo a parlare dei vari gironi ed oggi, in particolare, ci occuperemo del Gruppo A, che vedrà misurarsi Svizzera, Portogallo, Turchia e Repubblica Ceca. A giudicare dai risultati ottentuti durante le qualificazioni, semberebbe favorita di gran lunga la Repubblica Ceca, unica ad aver raggiunto l’obiettivo con largo anticipo, subendo una sola sconfitta da parte della Germania.

Ma andiamo per ordine ed analizziamo le varie formazioni che compongono il girone. La Svizzera è qualificata di diritto, essendo, insieme all’Austria, paese ospitante. Per i rossocrociati, quindi, solo amichevoli negli ultimi due anni e la curiosità sta proprio nel vedere la squadra impegnata in partite ufficiali. Può contare su un gruppo giovane e compatto, cresciuto sotto la guida di Kobi Kuhn, che negli anni ha cercato di svecchiare il gruppo, puntando sui Campioni d’Europa Under 17 del 2002. Il leader è sicuramente Alexander Frei, bomber di professione, che, in 56 partite con la nazionale, è andato in gol per 32 volte. Se troverà la collaborazione di Tranquillo Barnetta, siamo certi che riuscirà a farsi valere tra le maglie delle difese avversarie.

In Premier sorprende l’Everton

E’ stato un fine settimana piuttosto importante nella Premier League, con la finale di Fa Cup tra Chelsea e Tottenham (vinta dai londinesi) e per il quarto posto utile per l’ingresso ai preliminari di Champions.
Ma anche dall’altra parte della classifica non si scherza, visti i numerosi scontri diretti che si sono disputati sabato pomeriggio, anche se il Derby County è già ad un passo dalla retrocessione in prima divisione (la nostra serie B).

A prescindere dal brutto infortunio di Eduardo, del quale si è già parlato tanto, l’Arsenal non va oltre il 2-2, vuoi per lo shock dell’infortunio, o perchè la squadra dei Brummies ha voluto vendere cara la pelle. Fatto sta che non si è riuscito a gestire il vantaggio, annullato dalla rete al quarto minuto di recupero di James McFadden, e considerando che il Birmingham è ad un solo punto dalla retrocessione, questo potrebbe suonare come un campanello d’allarme per gli uomini di Wenger, soprattutto in vista del ritorno contro il Milan. A far sperare i Gunners c’è solo l’ottima prova di Theo Walcott, tornato a pieno regime dopo l’infortunio, che in cinque minuti superbi e manda in crisi da solo l’intera difesa dei biancazzurri e segna i due gol che fanno sperare nella vittoria. Adesso i Gunners sono tallonati dal Manchester, solo 3 punti sotto.

Eduardo da Silva: infortunio choc, ma guardate quanti altri come lui

Si chiama Eduardo Da Silva, brasiliano di nome, croato per scelta sentimentale. Gioca nell’Arsenal di Arsene Wenger e come tutti i calciatori in odore di nazionale, altro non aspettava che di poter difendere i colori della bandiera nell’Europeo della prossima estate.

Purtroppo per lui, i suoi sogni (e non solo quelli) sono stati spezzati da un intervento di Martin Taylor, difensore del Birmingham, che lo costringerà a star fuori per il resto della stagione. Frattura scomposta della tibia e perdita di sensi per diversi minuti, tanto che si è reso necessario l’uso dell’ossigeno.

Inutile aggiungere commenti sulla rudezza dell’intervento, le foto parlano da sole, riportando alla mente episodi simili, verificatisi spesso sui campi di calcio negli anni passati.

Paul Gascoigne come George Best? Forse peggio!

George Best era un mio amico ed era anche il mio eroe. La notizia della sua morte mi ha distrutto: ma io non sono come lui: mi curo, vado da uno psicologo e tengo sotto controllo i miei problemi con l’alcol.

Parola di Paul Gascoigne nel dicembre 2005. Sono trascorsi poco più di due anni e lo ritroviamo ricoverato forzatamente al Middleton St. George Hospital di Darlington, in condizioni pietose, soprattutto dal punto di vista psichico. La causa? Proprio quei problemi che lui credeva di poter tenere sotto controllo e che evidentemente gli sono sfuggiti di mano, portandolo a dare di matto in due diversi alberghi inglesi. La prima volta era arrivata sua sorella ad evitare che Gazza si cacciasse in guai più grossi, la seconda è dovuta intervenire la polizia, caricandolo su un van, destinazione clinica.

I fatti sono noti, la stampa inglese gli ha dedicato pagine e pagine e la notizia ha fatto velocemente il giro delle tv di mezzo mondo: Paul era ospite dell’escusivo hotel Malmaison a Gateshead, suo paese natale, e già da qualche giorno era solito mostrarsi nudo a chiunque si presentasse davanti la porta della sua stanza, esibendo la scritta mad (pazzo) sulla fronte.

Sheva ha voglia di Milan!

E’ triste Shevchenko, triste e nostalgico. Mercoledì sera è andato all’Emirates per assistere all’andata degli ottavi di finale di Champions League tra Arsenal e Milan, ma soprattutto per riabbracciare i suoi ex compagni. Dice che è stato bello rivederli tutti, e se prima c’era il sospetto, ora c’è la certezza: tornerebbe a Milano di corsa. Ha affermato d’aver trovato lo stesso clima, lo stesso ambiente che tanto gli piaceva e che non c’è al Chelsea, già in estate si parlava di un suo possibile ritorno che adesso sembra tutt’altro che improbabile. Adriano Galliani e Silvio Berlusconi lo prenderebbero subito, e lui non se lo farebbe ripetere due volte, mettiamoci anche che a Londra non ha mai espresso le sue immense capacità e l’affare sembra già fatto. Sheva segue il Milan ogni volta che può, e si è espresso riguardo la posizione della squadra nella Serie A.

L’Arsenal schiaccia il Milan, ma è 0 a 0

E’ andata bene al Milan, che ha pareggiato 0 a 0 a Londra contro un Arsenal che sicuramente avrebbe meritato di vincere. I padroni di casa hanno dominato l’intero incontro andando più volte vicino al goal, ma la cosa che ha fatto più impressione è stata la facilità degli inglesi di manovrare il gioco e tenere il possesso palla. Un Milan timido, impaurito e rimpicciolito dalle doti collettive ed individuali della squadra londinese, con Kakà e Seedorf che hanno toccato pochi palloni, e quei pochi li hanno toccati male.

Italiane in Champions: Roma fiduciosa, Inter cauta e Milan temuto

Per Inter, Roma e Milan è già tempo di pensare all’Europa, tra oggi è domani sono infatti in programma i turni d’andata degli ottavi di finale. Stasera tocca a Inter e Roma, che dovranno giocarsi l’accesso ai quarti rispettivamente con Liverpool e Real Madrid.
Gli inglesi non stanno vivendo una stagione esaltante in Premier League, ma secondo Mancini potrebbe essere proprio questo il loro punto di forza più pericoloso, dato che a causa della deludente posizione di campionato, il Liverpool punta tutta sulla Champions. Il mister nerazzurro ha affermato che il campionato è molto diverso dalla competizione europea, ma che l’Inter ha voglia di arrivare il più lontano possibile. In effetti i Campioni d’Italia sono tra i favoriti alla vittoria del torneo, il loro stato di forma non può che preoccupare Rafa Benitez che però è apparso fiducioso. L’uomo che lo preoccupa maggiormente è, manco a dirlo, Zlatan Ibrahimovic, e per questo ha studiato delle tattiche per inibirlo che a detta sua dovrebbero funzionare. Staremo a vedere.

Arsenal e Liverpool ridimensionate: Milan ed Inter ci credono!

21 dicembre 2007: sorteggi per gli ottavi di Champions League, con un’urna che non è stata affatto benevola nei confronti delle squadre italiane, costrette ad affrontare impegni proibitivi per superare il turno. “Peggio di così non poteva andare!” titolavano i giornali all’indomani degli abbinamenti e già si immaginava battaglia dura per le nostre compagini che si ritrovavano a dover affrontare squadre che nei loro campionati stavano macinando punti e bel gioco.

Ora, a poco più di un mese dai confronti che stabiliranno l’accesso ai quarti, la situazione è nettamente cambiata, soprattutto per le due inglesi, Arsenal e Liverpool, prossime avversarie rispettivamente di Milan ed Inter.

I Gunners prima di Natale erano primi in classifica nella Premier League, semifinalisti nella Carling Cup e, dettaglio da non sottovalutare, erano giunti alla fine del girone eliminatorio di Champions in assoluta scioltezza, avendo conquistato il passaggio del turno dopo appena quattro gare. Ora sono ancora primi in campionato (insieme al Manchester con 54 punti), ma quello che impressiona in modo negativo è lo schiaffo riportato dal doppio confronto con i rivali storici del Tottenham in Carling Cup. 1-1 nell’andata in casa dell’Arsenal ed un retour-match che prometteva spettacolo e dura battaglia.

David Beckham verso il Newcastle

Di lui George Best diceva:

Non sa tirare di sinistro, non sa colpire di testa, non sa contrastare e non segna molti gol. A parte questo, per il resto è ok.

Ma se David Beckham è salito sull’Olimpo del calcio mondiale, un motivo ci deve pur essere. Acquistato dal Manchester United ad appena 16 anni, fa il suo esordio in prima squadra dopo la maxi-squalifica che colpì Eric Cantona nella stagione ’94-’95, diventando inamovibile nella squadra di Ferguson. Da allora lo attendeva una serie di successi con la maglia dei Red Devils: 6 campionati, 2 Coppe d’Inghilterra, 2 Supercoppe, una Champions ed una Coppa Intercontinentale.

Un palmares di tutto rispetto per un calciatore molto amato in patria sia dai tifosi della sua squadra che da orde di ragazzine che lo idolatravano per la sua indiscutibile bellezza. Ma proprio questa sua ultima caratteristica fu all’origine dei dissensi all’interno dello spogliatoio, che culminò con Sir Alex in versione lanciatore, mentre il povero David si ritrovò con uno scarpino stampato in faccia. Ciò che gli veniva rimproverato era la sua presenza continua sulle copertine dei giornali, sia per questioni di sponsor che per vicende che riguardavano sua moglie, la Spice Girl Victoria Adams.

Fabio Capello tra scelte e indagini

Questa proprio non ci voleva! Nemmeno il tempo di ambientarsi nella nuova realtà che già si ritrova coinvolto in un fattaccio che rischia di mettere a dura prova la sua professionalità.

Fabio Capello non si aspettava certo di cominciare così in salita la sua nuova avventura alla guida della nazionale inglese ed ora, oltre a rispondere alla procura di Torino, dovrà dar conto della situazione anche alla FA, che su di lui ha puntato molto. L’accusa è di evasione fiscale e rischia di mettere a repentaglio la sua posizione di tecnico, visto lo spirito inglese poco propenso al perdono in merito a vicende di carattere giudiziario.

I fatti risalirebbero al periodo 2004-2006, quando Capello allenava la Juventus, e riguarderebbero alcuni proventi mai dichiarati al fisco e spostati su società estere. Non si esclude che le indagini possano allargarsi anche al periodo precedente (Milan e Roma) e a quello più recente in cui il tecnico allenava il Real Madrid, tirando fuori scheletri molto scomodi per un personaggio che si è sempre dichiarato pulito.

Thierry Henry tra rivelazioni e dichiarazioni d’amore

Mai calciatore fu rimpianto quanto lui nella Torino di fede bianconera: 11 milioni di sterline incassati con la certezza di chi sta facendo l’affare del secolo, mandando via un giocatore sovrastimato.
Era il 1999 e la Juventus si apprestava a cedere Thierry Henry all’Arsenal, solo pochi mesi dopo il suo arrivo a Torino. Qualche apparizione nella Juve di Ancelotti, dove era utilizzato prevantemente sulla fascia, ruolo che non predilige e in cui non si esprime al meglio.

L’offerta dell’Arsenal arrivò come una manna dal cielo per la società convinta di aver preso un grosso abbaglio in fase di acquisto. E il buon Henry preparò la sua valigia e partì, intenzionato a dimostrare altrove il suo talento calcistico. Questo almeno è ciò che trapelò all’epoca dei fatti.

Ora le rivelazioni del francese fanno luce su quel capitolo rimasto tristemente aperto nel cuore di chi lo ha visto giocare e vincere con altre casacche.
La Juve voleva tenerlo e lui sarebbe stato felice di restare se l’allora direttore generale della società, Luciano Moggi, non lo avesse di fatto costretto ad andar via. Non entra nei particolari Henry, ma spiega che Luciano gli mancò di rispetto e lui chiese di essere ceduto.

Vito Mannone: una giovane promessa all’Arsenal

Portieri sempre più in prima pagina in questo periodo di calcio più parlato che giocato (almeno in Italia, dove il campionato aspetta di riprendere dopo le festività natalizie).

Dopo il caso-Dida che continua far discutere e necessita di una soluzione a breve termine e dopo la richiesta del Barcellona, in cerca di un numero 12 da affiancare a Victor Valdes, ecco spuntare il nome di una giovane promessa italiana, Vito Mannone. Copertine tutte per lui in Inghilterra, dopo la firma con l’Arsenal che lo ha ingaggiato in qualità di terzo portiere, con un contratto di 4 anni.

Il giovane italiano, prima di firmare il contratto, ha voluto rassicurazioni precise sul suo futuro, per non rischiare di diventare la quarta scelta.

David Beckham si allena con l’Arsenal

E chi lo avrebbe detto che l’idea di Ringhio Gattuso di allenarsi con i suoi ex compagni di squadra avrebbe fatto tendenza?

Incredibile! Ancora più incredibile se a seguire la tendenza è uno come David Beckham, che di solito le tendenze le crea.
Eppure è così e l’ex stella di Manchester e Real Madrid ha chiesto e ottenuto di potersi allenare con i Gunners durante la pausa invernale del campionato americano.

I dirigenti dei Los Angeles Galaxy, sua attuale squadra, non hanno avuto niente da eccepire, apprezzando il senso del dovere di David, che avrebbe potuto sfruttare la sosta dedicarsi a tutt’altro, invece di correre e sudare su un campo d’allenamento. Felici anche i compagni di allenamento, per niente disturbati dalla temporanea presenza del biondino “americano”.

Venti portieri per il Barcellona!

Se il Milan guarda verso la propria porta e piange (vedi recenti e ripetute papere di Dida), il Barcellona non ride, pensando alla situazione-portieri che si è venuta a creare dopo l’infortunio di Albert Jorquera, secondo di Victor Valdes, che ha riportato la rottura del legamento crociato e dovrà star lontano dai campi per i prossimi sei mesi.

Secondo il quotidiano “Marca”, i catalani sarebbero alla ricerca di una valida altenativa al giovane Oier, troppo acerbo per ricoprire un ruolo così importante.

La voce è girata in fretta per l’Europa, tanto che i procuratori dei portieri stanno facendo la corte al Barca per proporre i loro assistiti.
Niente di strano direi. Quello che è meno “normale” è il numero dei nomi proposti, almeno venti, a detta del giornale, per un ruolo in cui solitamente è difficile trovare candidati (chiedere informazioni al Milan).
I blaugrana stanno comunque valutando le offerte giunte da mezza Europa: da Ustari (secondo di Abbondanzieri al Getafe) a Weesterveld (ex Liverpool e Real Sociedad), da Pinto del Celta Vigo all’emergente Asenjo del Valladolid.