Come da pronostico, l’Argentina ha conquistato la medaglia d’oro all’Olimpiade di Pechino, bissando così il successo ottenuto quattro anni fa all’ombra del Partenone. Stesso risultato di Atene 2004, il minimo indispensabile per portare a casa la medaglia di maggior prestigio.
Determinante ancora una volta è stato il contributo offerto da Leo Messi, che si gode ora il suo titolo olimpico alla faccia di chi nemmeno voleva mandarlo a Pechino. La Pulce ha ispirato, Di Maria ha infilato nel migliore dei modi, con un sinistro imprendibile per il portiere della Nigeria, Riquelme ha garantito il solito gioco di classe e di sostanza ed alla fine i ragazzini terribili dell’Argentina si sono guadagnati un posto in cima all’Olimpo.
E se lo sono meritati fino in fondo, visto che davanti avevano una formazione tra le più ostiche del torneo, favorita, tra l’altro, dal giocare in un orario proibitivo per chiunque. Scusate il tono polemico, ma come si fa a giocare una finale olimpica a mezzogiorno con una temperatura media di 35-38 gradi (anche 42 in alcuni momenti), solo per soddisfare le esigenze televisive occidentali?