Calciopoli, un anno e otto mesi per Giraudo

 Il processo su Calciopoli non assolve Antonio Giraudo a cui è stata inflitta una condanna di un anno e otto mesi. La Corte di Appello di Napoli si è espressa dunque così all’appello per l’ex amministratore delegato della Juventus, per il quale è rimasto valido soltanto il reato di frode sportiva reato alla partita Juventus-Udinese 2-1 e quello di associazione a delinquere. Cadono invece tutte le accuse per le altre partite, in particolare Udinese-Brescia e Roma-Juve.

Moggi e Giraudo radiati, la conferma dell’Alta Corte

 Niente da fare per Luciano Moggi e Antonio Giraudo. L’Alta Corte del CONI ha infatti confermato la sentenza di radiazione per i due ex dirigenti della Juventus che avevano presentato ricorso contro le decisioni dei primi due organi di giustizia sportiva. La sentenza è stata confermata anche per l’ex vicepresidente federale Innocenzo Mazzini in seguito ai fatti di Calciopoli 2006. Per le motivazioni bisognerà aspettare ancora qualche giorno, dato che l’organismo presieduto da Riccardo Chieppa ha divulgato la notizia tramite un breve comunicato stampa.

Calciopoli: radiati Moggi, Giraudo e Mazzini

Foto: AP/LaPresse

Negli ultimi mesi Luciano Moggi ha cercato di dimostrare – trascrizioni delle intercettazioni telefoniche alla mano – che nella vicenda Calciopoli non era implicata solo la Juventus e che lui era stato solo il capro espiatorio di un sistema bacato.

Ma il darsi tanto da fare evidentemente non è servito, se è vero che oggi è arrivata la decisione della Corte della Commissione Disciplinare della Federcalcio, che si è abbattuta come un macigno sulla testa dell’ex dirigente bianconero: radiazione, impossibilità di ricoprire qualunque ruolo all’interno della Figc. La stessa sorte è toccata ad Antonio Giraudo, altro ex dirigente della Juventus, e ad Innocenzo Mazzini, ex Presidente della Figc.

Calciopoli, chiesti 5 anni per Giraudo

Cinque anni di reclusione: questa la richiesta dei pm Filippo Beatrice e Giuseppe Narducci nei confronti dell’ex amministatore delegato della Juventus, Antonio Giraudo, accusato di associazione per delinquere finaizzata alla

La verità di Paparesta: mai chiuso negli spogliatoi da Moggi!

6 novembre 2004: una data che resterà a lungo nella memoria dei tifosi Juventini, non solo per il risultato della serata, ma anche per tutte le conseguenze che quella serata si portò dietro. Si era appena conclusa la gara Reggina-Juventus con esito decisamente sfavorevole ai colori bianconeri, che si erano visti negare un rigore ed annullare la rete che avrebbe consentito loro di pareggiare.

Il 2-1 rimediato al Granillo fece infuriare i dirigenti della Vecchia Signora che non trovarono nulla di meglio da fare che precipitarsi nello spogliatoio dell’arbitro Paparesta per esternare il proprio disappunto. In che modo? Chiudendo a chiave nello spogliatoio il povero arbitro e impedendogli di uscire. I dirigenti in questione erano Moggi e Giraudo e la vicenda venne alla luce da alcune intercettazioni telefoniche, nelle quali Big Luciano si vantava del suo gesto. Questo almeno è quello che ci hanno fatto credere finora. Ora però, a più di quattro anni dal fattaccio, abbiamo l’opportunità di ascoltare la versione del diretto interessato:

Moggi e Giraudo entrarono nel mio spogliatoio, agitati, lamentandosi del mio operato. Ce l’avevano con me da tempo… con la mia direzione avevano perso anche la finale di Coppa Italia con la Lazio. Non mi hanno chiuso negli spogliatoi e questa non è la mia verità. E’ la verità. C’erano due assistenti, il quarto uomo e un osservatore. C’erano gli ispettori della Lega Calcio. Qualcuno se ne sarebbe accorto e sarebbe intervenuto.