Inter, Sneijder blocca il mercato

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Wesley Sneijder non ci interessa, parola di Alex Ferguson. Così il boss del Manchester United chiude definitivamente una trattativa che stava per andare in porto. Un brutto colpo per tutti, in quanto all’Inter vengono a mancare 40 milioni che avrebbero fatto comodo per il mercato, al giocatore manca di poter fare un’esperienza all’estero in uno dei club più forti del mondo, ed anche lo United ci va a perdere perché ora dovrà trovare qualcun’altro per sostituire Paul Scholes, ritiratosi dal calcio giocato il mese scorso.

Da quanto trapela dagli ambienti britannici, pare che non sia tanto un problema di cartellino, visto che Moratti ha subito accettato i 40 milioni messi sul piatto dai Red Devils, ma l’accordo non si è trovato sull’ingaggio del calciatore, tanto da far saltare tutto. E a questo punto anche il mercato dell’Inter rimane bloccato.

Manchester in coro: Barcellona troppo forte

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E’ calato il sipario sulla Champions League 2010-’11 con il Barcellona che solleva ancora una volta la coppa in faccia al Manchester United, al termine di una gara quasi a senso unico. I Red Devils sono partiti a testa bassa, quasi volessero spaventare i blaugrana che – sornioni – attendevano il momento giusto per colpire.

Dopo il vantaggio firmato dalla coppia Xavi-Pedro i rossi di Ferguson sembravano rientrare in partita con la rete di Rooney, ma per chi guardava la partita in tv era palese la superiorità degli uomini di Guardiola per gran parte della gara. Una superiorità netta, riconosciuta dal Manchester tutto, a cominciare dal condottiero Ferguson:

Mi sarei aspettato di meglio dalla mia squadra, ma alla fine dei conti dobbiamo ammettere di essere stati battuti da una squadra più forte. Il Barcellona è la squadra più forte che abbiamo mai affrontato. Se perdi con il Barcellona non ti devi vergognare. Abbiamo dimostrato di essere una buona squadra a livello europeo. Ma prima o poi si trova sempre qualcuno che è migliore di te. È quello che ci è accaduto stasera. Quando fanno possesso palla non capisci più niente.

La finale di Champions League nelle parole di Ferguson e Guardiola

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Mancano meno di ventiquattro ore all’atto finale della Champions League, che vedrà confrontarsi Barcellona e Manchester United in una sorta di replay della finalissima di Roma di due anni. In quell’occasione il Barcellona di impose per due reti a zero, impedendo a Sir Alex Ferguson di sollevare la sua terza coppa con le orecchie. Il baronetto ricorda con dispiacere quel momento e spera di poter cambiare la storia:

Rispetto a quella finale sento che la squadra è più pronta. Non siamo cambiati molto in termini di giocatori, ma abbiamo più maturità ed esperienza internazionale. Sappiamo cosa fare, ci siamo preparati bene. Credo che la qualità principale della mia squadra sia l’unità. Abbiamo la stessa struttura di un paio di anni fa, ma giocare in Champions ci ha fatto crescere. Rivincita? No, non sarà una rivincita. A Roma abbiamo commesso un paio di errori che ci hanno fatto perdere, adesso sarà importante rimanere sempre concentrati. Una cosa è sicura, sarà una partita difficile per entrambi i club.

Ferguson critica l’arbitro: 5 turni di squalifica

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E’ uno degli allenatori più esperti del calcio mondiale, ma spesso si perde in un bicchier d’acqua, non riuscendo proprio a tenere la lingua a posto. Parliamo di Sir Alex Ferguson, allenatore del Manchester United, che già in passato di è messo in mostra con diatribe dialettiche con la classe arbitrale. Stavolta però sembra aver esagerato con le critiche, tanto che la Football Association ha deciso di fargli sbollire la rabbia in tribuna per ben cinque turni.

La partita incriminata è quella che lo United ha giocato (e perso) contro il Chelsea di Carletto Ancelotti lo scorso primo marzo. Il baronetto inglese non ha gradito l’arbitraggio di Martin Atkinson, che a suo dire ha graziato David Luiz non espellendolo ed ha concesso un rigore generoso ai Blues (rigore tra l’altro decisivo).

Ancelotti si sfoga: non sono come Ferguson

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C’è malumore in quel di Londra, sponda Chelsea, dove il nostro Carletto Ancelotti sta vivendo il primo momento di difficoltà da quando ha scelto di approdare alla corte di Abramovič. Le due sconfitte consecutive rimediate nelle ultime giornate non contribuiscono a rasserenare un ambiente scosso dalle ultime indiscrezioni di radiomercato che vorrebbero il tecnico italiano sulla via dell’abbandono alla panca sin dalla prossima estate.

Ancelotti ha voluto mettere subito i puntini sulle “i” in questo senso, rassicurando la piazza sul suo futuro, ma è evidente che qualcosa si è rotto e l’ingranaggio non gira più come dovrebbe:

Tutto quanto riportato dai giornali inglesi è falso. Ho un contratto fino al 2012 e intendo onorarlo. Sto bene al Chelsea, mi trovo bene con la società e con i giocatori.

Nuova puntata della telenovela Rooney

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Su gran parte della stampa inglese, la firma sul prolungamento del contratto di Wayne Rooney è stata rappresentata come la vittoria del – per una volta – diplomatico sir Alex Ferguson.

L’allenatore sarebbe stato addirittura uno dei motivi principali per cui Wazza avrebbe deciso di continuare a legarsi ai Red Devils. Lo dice anche il comunicato ufficiale dello United:

La sua esperienza, la sua passione e la sua voglia di vincere sono state una delle principali ragioni per firmare il rinnovo.

Ma è proprio così?

Rooney vuole lasciare il Manchester

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Anche i grandi amori sono destinati a terminare, figuriamoci quelli calcistici tra un giocatore che ha fatto la storia di un club ed il club che l’ha reso grande. Il gran traditore questa volta risponde al nome di Wayne Rooney, bandiera del Manchester United sin dal 2004, da quando venne strappato al suo Everton, provocando l’ira dei Toffees, che ancora oggi non gli perdonano lo sgarbo.

Con la maglia dello United l’attaccante ha avuto modo di crescere, diventando pian piano un punto inamovibile della squadra e contribuendo alla conquista di numerosi trofei a livello nazionale ed internazionale.

Una storia d’amore che sembrava destinata a durare in eterno, ma che evidentemente deve aver subito degli scossoni nell’ultimo periodo, se è vero che ora Rooney vuole svestire la maglia dei Red Devils per accasarsi altrove.

Inghilterra: è Capello l’allenatore più ricco

E’ arrivato nella terra di Sua Maestà con la fama del vincente, salvo poi veder ridimensionata la credibilità in seguito alla debacle dell’Inghilterra nei mondiali sudafricani. Ma, risultati a parte, Fabio Capello in qualcosa continua a primeggiare, stando almeno a quanto afferma FourFourTwo.

Il mensile britannico ha stilato una speciale classifica, facendo i conti in tasca agli allenatori che “lavorano” o hanno lavorato in Inghilterra, e Don Fabio risulta essere proprio il primo della lista, con una fortuna pari a 34 milioni di sterline (41 milioni di euro), frutto non solo dell’incarico sulla panca dei Tre Leoni, ma anche nelle esperienze in Italia (Juve e Roma) ed in Spagna (Real Madrid).

Lazio, Macheda potrebbe tornare

Tre anni fa un piccolo ma interessante calciatore, tale Federico Macheda, stava crescendo molto bene nelle giovanili della Lazio, tanto da attirare le attenzioni di uno dei più grandi club al mondo, il Manchester United. Gli inglesi lo convinsero a lasciare Roma per le fredde lande inglesi assicurandogli un contratto che Lotito, vista la minore età del calciatore, non poteva offrirgli. Ovviamente il calciatore accettò.

Oggi Macheda è considerato uno degli astri nascenti del calcio italiano, dopo l’esordio con gol in Premier League, e proprio come nelle migliori favole, il figliol prodigo potrebbe tornare. Lo scorso anno si pensava che Macheda potesse assumere un ruolo più di primo piano dopo il prolungamento del contratto (con adeguamento dello stipendio), ma gli infortuni lo tennero lontano dall’Old Trafford.

Benzema: il Manchester United torna a sperare

 Benzema e il Manchester United, due stade che si sarebbero potute incrociare già nella scorsa stagione, ma poi il “solito” Real Madrid la spuntò grazie ai 40 milioni offerti al Lione. Avrebbe dovuto raccogliere l’eredità di Van Nilsterooy e invece Benzema non ha rispettato le attese.

L’anno passato, infatti, l’attaccante francese non ha certo incantato il Bernabeu. In più di un’occasione Pellegrini gli ha preferito Higuain, relegandolo spesso in panchina.