Abramovich mette in vendita il Chelsea

La notizia era nell’aria da tempo, da quando aveva lasciato intendere di non essere disposto a tornare sul mercato, ma ora arriva qualche conferma in più dalla fredda Inghilterra ed il tam tam diventa sempre più rumoroso: Abramovich vuole vendere il Chelsea!

Ad affermarlo è l’edizione odierna del Sunday Times e, nonostante le smentite di rito, l’indiscrezione è stata raccolta da numerosi tabloid e blog in giro per l’Europa. A sentire il giornale inglese, pare che alcuni emissari del magnate russo si siano recati in Medio Oriente per illustrare la trattativa ai sultani del posto.

L’obiettivo è quello di convincere qualcuno ad emulare lo sceicco Masour Bin Zayed, che lo scorso anno acquistò le azioni del Manchester City, puntando a diventare la prima squadra d’Inghilterra. Un po’ quello che fece Abramovich nel 2003, quando comprò i Blues per 60 milioni di sterline, facendosi carico anche degli 80 milioni di debito che la società aveva accumulato negli anni.

Povero Abramovich, non è più il Paperone della Premier

Chi è il Paperon de’ Paperoni del calcio inglese? Fino a qualche tempo fa avremmo risposto Roman Abramovich, senza per questo essere presi per visionari. Ma la crisi finanziaria che ha travolto l’intero pianeta si è fatta sentire anche (e soprattutto) ai piani alti, lasciando segni indelebili nelle casse di molti miliardari.

Ed anche Abramovich ha dovuto incassare qualche duro colpo, ritrovandosi improvvisamente con il conto in banca decurtato di ben 3 miliardi di sterline (mica spiccioli!), il che – secondo la classifica stilata dal magazine FourFourTwo – gli avrebbe anche fatto perdere la leadership tra i signori del pallone.

Ora i suoi averi ammontano ad “appena” 7 miliardi di sterline, un nonnulla rispetto ai capitali vantati dal proprietario del Manchester City, Mansour bin Zayed al-Nahyan, e da quello del Queens Park Rangers, Lakshmi Mittal.

Multa di 103 mila euro a Drogba, il matrimonio col Chelsea ad un bivio

Ormai è chiaro, Didier Drogba se ne vuole andare da Londra. La recente dichiarazione, riportata anche su queste pagine, in cui dichiarava di aspettarsi “qualcosa di bello per il 2009” è stata solo una delle tante gocce che hanno fatto traboccare il vaso. Un vaso molto ricco, tant’è che Peter Kenyon, presidente della squadra, ha deciso di renderlo un pò più leggero con una multa da capogiro: 100 mila sterline.

In euro sarebbero circa 103 mila, un’enormità per chiunque, ma non per un calciatore che guadagna questa cifra in una settimana. Sicuramente a far decidere sulla multa non sono state tanto le dichiarazioni di Drogba (motivazione ufficiale), ma il gioco “scorretto” che sta portando avanti da mesi per farsi cedere, e poi soprattutto per la cattiva luce in cui ha messo il club finora.

Inter scatenata, Drogba sempre più vicino, Adriano sempre più lontano

Ormai è solo questione di tempo, ma Didier Drogba è sempre più vicino a ricongiungersi con il suo maestro Josè Mourinho. I segnali non sono più nemmeno tanto equivoci, ma più che altro sembrano dei fari nella notte. Segnale numero uno: Drogba ha ammesso che Mourinho è il miglior allenatore che abbia mai avuto, e che lo seguirebbe anche lontano da Londra; segnale numero due: sempre Drogba ha dichiarato che i primi 6 mesi con Scolari, quelli di quest’anno, sono stati i peggiori della sua carriera; segnale numero tre: l’Inter vuol trovare un partner stabile per Ibrahimovic, e Adriano, Cruz e Crespo sembrano arrivati alla fine della loro avventura con i nerazzurri; segnale numero quattro: alcuni dirigenti interisti sono appena volati a Londra per osservare il loro obiettivo ed organizzare l’incontro con Abramovich.

Il club del magnate russo, ingenuamente, ha tentato di spaventare i concorrenti, sparando una cifra da capogiro, 60 milioni di euro, per il cartellino dell’ivoriano. Ma figuriamoci se per Moratti questi spiccioli sono un problema.

La vendetta di Grant: Chelsea, squadra di ignoranti!

Com’è dura sentirsi poco appprezzati, nonostante gli sforzi fatti e l’impegno profuso… Immaginate quindi come deve aver vissuto Avram Grant nei mesi alla guida del Chelsea: i tifosi non lo amavano, i giocatori non hanno mai dimostrato grande stima nei suoi confronti, la stampa gli si è spesso scagliata contro.

Eppure lui non aveva chiesto nulla, si era ritrovato di punto in bianco a guidare una delle compagini più forti della Premier, dovendo sostituire un mostro sacro come Josè Mourinho. Eppure lui, allenatore senza esperienza di grandi club, è arrivato a giocarsi la finale di Champions League, perdendola poi solo per uno scivolone del suo capitano nel momento decisivo.

E chissà cosa sarebbe successo se quel tiro fosse finito alle spalle di Van Der Saar, chissà se qualcuno avrebbe avuto il coraggio di buttar fuori l’israeliano per far posto a quell’altro mostro sacro che risponde al nome di Felipe Scolari. Ma il passato non torna ed ora il silurato Avram Grant si toglie qualche sassolino dalla scarpa, prendendosela con tutto l’ambiente dei Blues, Abramovich escluso.

Da Beckham a Gerrard: storie di mogli frustrate

Ma chi lo ha detto che la moglie del calciatore ride sempre? Certo, di motivi per piangere ne ha veramente pochi e di solito si tratta di capricci più che di problemi seri, ma resta il fatto che anche quelle che in Inghilterra vengono definite wags hanno qualcosa di cui lamentarsi.

E allora andiamo ad incontrarne tre di queste signore del pallone, non tutte mogli in realtà, ma tutte pervase da un senso di insoddisfazione che le porta a manifestare il proprio malcontento in pubblico o in privato.

Cominciamo dalla Wag per eccellenza, la signora Beckham, presente un giorno si e l’altro pure sulle pagine dei giornali di mezzo mondo. Stavolta a farle guadagnare la copertina è la decisione di seguire il maritino in Italia nei mesi di permanenza alla corte di Berlusconi. Ma non era lei quella che voleva restare a Los Angeles per non interrompere la sua brillante (?) carriera e per permettere ai suoi pargoli di terminare la scuola?

Pavlyuchenko entra nel Parlamento russo

In Italia ne vediamo di tutti i colori in politica. Abbiamo avuto parlamentari ex pornostar, transessuali, e ora anche una ex da calendario che fa la Ministra. Ma per fortuna anche dalle altre parti del mondo non stanno messi tanto meglio di noi. In America hanno un attore di Hollywood a governare la California, e adesso anche la Russia ha la sua star in Parlamento: l’attaccante del Tottenham e della nazionale Roman Pavlyuchenko.

Il 27enne della squadra più deludente della Premier League, visto l’andazzo del suo club (ultimo e con poche speranze di ripresa) e visto il persistere dell’infortunio che l’ha colpito dopo l’Europeo, ha deciso di variare un pò la sua carriera, e candidarsi alle elezioni politiche nel Parlamento di Stavropol, sua città d’origine.

I guai finanziari di Beckham e Abramovich

Ci siamo già occupati della crisi economica che sta sconvolgendo l’intero pianeta, paventando la possibiità di veri e propri crolli per alcune società sportive. Le storie che vi racconteremo oggi non sono destinate a finire con dei crack finanaziari, vista l’abbondanza di denaro che scorre nelle tasche degli interessati, ma fa comunque un certo effetto vedere i nomi di Roman Abramovich e di David Beckham accostati a problemi finanziari.

Comiciamo dal magnate russo, proprietario del Chelsea e colpito da “shopping convulsivo”, tanto da acquistare qualunque cosa abbia un costo di almeno sei zeri.

Ebbene le casse di Abramovich hanno subito un duro colpo nei giorni scorsi a causa del crollo dei listini di due sue proprietà (le acciaierie Evraz e la compagnia mineraria Highland Gold). E non stiamo parlando di qualche migliaia di euro, ma di una perdita stimata in 12 miliardi di sterline, che al cambio fanno più di 15 miliardi di euro!

Tutti i capricci di Abramovich

Si dice che sia disposto a sborsare 13 milioni di euro per portarsi a casa il talento del Napoli Ezequiel Lavezzi, ma per uno come Abramovich si tratta solo di un modo per svuotare le tasche dagli spiccioli, per evitare che finiscano negli ingranaggi della lavatrice.

Il patron del Chelsea è abituato a firmare assegni con qualche zero in più e non solo per togliersi sfizi che hanno a che fare con il pianeta calcio. Yacht, ristoranti, ville, arredamenti di lusso: Abramovich arraffa tutto ciò che viene messo sul mercato a cifre esorbitanti, quasi a voler dimostrare al mondo la sua potenza economica. Volete qualche esempio?

La scorsa estate è finito sulle pagine dei giornali per aver acquistato la villa più costosa del mondo, spendendo una cifra vicina ai 310 milioni di euro. Una modesta dimora già passata dalle mani di Gianni Agnelli e di Bill Gates, affacciata sulla Costa Azzurra, davanti ad uno dei panorami più affascinanti del pianeta.

Da oggi a Manchester c’è anche il City!

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Chissà che emozione può provare un tifoso, sapendo che la propria squadra del cuore è passata dalle mani di un milionario a quelle di un multimiliardario. Bisognerebbe chiedere informazioni ai supporters del Manchester City, che fino a ieri speravano di poter contare sul portafogli ben fornito del tailandese Thaksin Shinawatra e stamattina si sono risvegliati tra le braccia dell’arabo Sulaiman Al Fahim.

Incoraggianti le premesse del neo proprietario (che comunque dice di rappresentare un gruppo finanziario di Abu Dhabi), tanto che sull’altra sponda di Manchester non sanno se ridere o piangere:

Il nostro obiettivo è molto semplice: fare del Manchester City il più grande club della Premier League, e per cominciare a diventarlo, chiudere tra le prime quattro questa stagione.