E’ di marca britannica la prima grande rivoluzione calcistica. Siamo attorno al 1880, quando la squadra inglese del Nottingham Forest, introduce il sistema piramidale. Oltre alla particolare dislocazione sul campo dei giocatori, la novità determinante è la capacità di tale sistema di conciliare le capacità individuali con il gioco collettivo. La squadra, organizzata su tre linee, era così distribuita: cinque attaccanti, tre mediani, due terzini, oltre naturalmente al portiere. Con tale disposizione si cercava una copertura più omogenea del terreno di gioco. I difensori, dovevano infatti coprire la parte centrale davanti alla porta. I mediani laterali dovevano controllare le ali avversarie. Il centro-mediano, che in caso di difesa ad oltranza fungeva da difendente centrale, generalmente aveva compiti di regia e di organizzazione della manovra. Il sistema piramidale, nel quale la marcatura veniva effettuata a distanza, rappresenta il primo significativo passo verso l’evoluzione del sistema di gioco a zona.
Metodo
Il sistema piramidale viene poi migliorato e garantito di maggiore equilibrio tattico, con l’introduzione del metodo, sistema di gioco che prevedeva l’arretramento di due attaccanti sulla linea mediana. Grazie a quest’ultima dislocazione, il metodo ottenne grande riconoscimento ed un enorme riscontro a livello mondiale. Causa la modifica delle regole del gioco, ed in particolare del fuorigioco, il metodo venne successivamente sosituito dal sistema WM, di cui parleremo approfonditamente nella prossima uscita.