Daniele Martinetti, classe 1981 con storia calcistica travagliata alle spalle, visto che per lasciare Arezzo, club che deteneva il suo cartellino, il fantasista ha dovuto percorrere strade che hanno chiamato in causa contesti extrasportivi. Era un talento, uno dei giovani di cui si è sempre detto un gran bene ma anche singolo di quell’insieme di svariati ragazzi in erba appellati con le solite due, tre parole di ricorrenza: “Bella speranza, grande risorsa”. A furia di dirgli così, tuttavia, il centrocampista del Sassuolo stava rischiando di finire la carriera in Lega Pro senza aver potuto sfruttare l’occasione di una vita. Poi, come le magie, la situazione si sblocca, Martinetti approda a Modena, sponda Sassuolo, e prova a non sbagliare un colpo. Oggi – ed è copertina anche per questo ma non solo – oltre a preoccuparsi di servire al meglio i compagni e illuminare il gioco, ha pensato che fosse il momento di strafare. Vuoi pure per il fatto che la classifica dei neroverdi non è certo idilliaca: Martinetti ha segnato una prima volta, poi la seconda, poi la terza. Nel corso dell’intervallo gli avranno chiesto, i colleghi di reparto, di lasciarne qualcuno anche a loro, di gol; invece il romano rientra sul terreno di gioco, coglie l’attimo, fa il quarto. Neanche una rimonta strepitosa da parte del Frosinone, a quel punto, poteva bastare: ciociari sconfitti 5-3. Il quinto del Sassuolo? No, almeno quello Martinetti ha lasciato che lo siglasse Noselli…
La gioia di Giorgi, quel trasporto che si prova dopo aver messo a segno la marcatura che ribalta il risultato a una manciata di minuti dallo scadere, può valere il secondo cartellino giallo per via di una esultanza? Qualcuno i regolamenti li farà pure, ci mancherebbe, e in quanto tali li si deve pur rispettare. Certo. Non per questo condividere: io, a un calciatore che festeggia una rete, lascerei una vetrina esclusiva: togli la maglia? Fai pure (occhio solo al fatto che ad Ascoli, oggi, la temperatura oscilla tra -1 e -2 gradi). E quelli dell’Atalanta, che il freddo di Cittadella lo hanno sentito eccome, non vedevano l’ora che qualcuno segnasse per scaldarsi in mucchio: ci ha pensato Bonaventura, rete al 29′ della ripresa. Va da sè che, con quel cognome, il gol non poteva che essere decisivo e valere tre punti. Prima io, poi tu; poi ancora io, poi ancora tu: finisce in parità anche a Grosseto, dove i locali hanno dovuto rimontare per due volte. Nella circostanza, ha fatto piacere osservare che i marcatori abbiano deciso di festeggiare la rete con i rispettivi allenatori: chissà se è davvero così, l’immagine però dà un senso di armonia.
Sveglia Toro, sonno Toro: nel primo caso sono arrivate due reti messe a segno dai due attaccanti meno brillanti e meno utilizzati da Lerda della prima parte di stagione (ovvero, Iunco e Pellicori), nella seconda circostanza è arrivato un gol subito (Marzoratti è una garanzia) e tanta paura di incassarne un altro. Difesa coi denti stretti, i granata ce la fanno. Il Vicenza ci ha messo poco, la Triestina neppure quello: il Menti fa festa dopo il ko di Pescara. Infine lui, Ebagua: treccine e codino, classe e polmoni, guizzi e tecnica. Ha messo a sedere il Siena dando ragione a chi sostiene (io, per esempio) che questo Varese potrebbe far fuori chiunque. Se durerà? Difficile dirlo: glielo si augura ma pare arduo che due neopromosse (l’altra è il Novara) possano trovare la A al primo colpo.
Istantanee della ventesima giornata di serie B: