Iniziamo così. Con un attimo di smarrimento per non capire bene nè l’oggetto nè il soggetto di cotanta immagine. E’ calcio, lo suggerisce il blog. E’ cadetteria, lo dice il titolo. Ma campo, calciatore e – nello specifico – quell’affare giallastro (marroncino) tirato su col guanto? A qualche risposta possiamo esser d’aiuto: Vicenza, stadio Menti, la manona è quella di Narciso, estremo del Grosseto, che si accinge a gfare pulizia nella propria area di rigore. Lo spazio che gli appartiene di diritto per 45′ del match è bersaglio di un tirassegno dal quale estrapoliamo l’attimo di cui sopra. Un frutto? Un panino? Di certo, non un pallone, visto che quello stava rotolando – con buona pace del pubblico locale – nell’altra metà campo, in prossimità del portiere di casa. Al 10′ della ripresa Defendi scombussola le certezze dell’anagrafica e, in barba al cognome che si ritrova, diventa l’attaccante più incisivo dei toscani. Un tiro da distanza ravvicinata non lascia scampo a Russo allo stesso modo in cui quel gol condanna di fatto i veneti alla sconfitta interna. Narciso è lì, improvvisa una palla con cui prendere dimistichezza e passare il tempo. Oggi, per davvero, s’è guadagnato la pagnotta. E quando si vince, non ci si vergogna mica di portare a casa del pane da mettere sotto i denti (decidiamo così, per noi è un panino).
Ma oggi che era un giorno come tanti – canta Gian Maria Testa (buttato li a caso manco per niente: provate a dargli un’ascolto) – hai preso le tue mani e poi le hai messe sui miei fianchi. E nel vuoto pneumatico di certi istanti soporiferi della sfida tra Pescara-Triestina – finita in maniera consequenziale alla noia: 0-0 – accade che lo scatto vada a rendere immortale un passo di danza che solo un paio di calciatori nel mezzo di una partita saprebbero ripetere. Al di là di ogni formula matematica, di ogni logica della dinamica: il pallone si trasforma in nota e i due calciatori assecondano l’armonia andando, col corpo, chissà dove – chissà come – chissà perchè. Spunti di cronaca, dallo stadio Adriatico, ne sono arrivati ben pochi: locali, non pervenuti; ospiti, ben contenti , se frutta punti, di non pervenire. Non solo lì: stavolta va detto che le sfide di cadetteria che hanno deluso rispetto alle aspettative sono diverse. Penso al calcio poco giocato tra Sassuolo-Portogruaro, senza nulla togliere alla vittoria meritata degli ospiti nè al sigillo di Ignacio Pià, calciatore troppo spesso condizionato dagli infortuni per potersi esprimere con continuità; penso a Padova-Modena, sfida in cui la tattica ha inciso più della fantasia e il freno a mano tirato ha impedito che due squadre capaci di giocare buon calcio potessero esprimersi a livelli importanti. E Crotone-Torino no?
Dulcis in fundo, anche perchè – semmai – ci si dovrebbe chiedere come mai solo ora. Salutate la capolista. Il Siena, squadrone attrezzato come nessun altro per garantirsi una promozione diretta con estrema tranquillità, si è sbarazzato di un Livorno imbarazzato disputanto una grande ripresa. Quattro gol in 45′ ne sono la prova lampante, le occasioni da rete sciupate per rendere ancor più succulento il bottino potrebbero esserlo altrettanto. In attesa dell’Atalanta – impegnata nel posticipo di lunedì a Frosinone – la compagine guidata da Antonio Conte ha lasciato dietro il Novara, che non va oltre il 2-2 interno contro il Cittadella. Leggere i nomi della rosa senese, tuttavia, è un esercizio che serve per imparare a menadito la lezione: con tale squadrone, fare man bassa sarebbe obbligatorio. Senza dubbio Conte riuscirà a traghettare i suoi nella massima serie: gli verrà riconosciuto d’essere un valido tecnico per il traguardo raggiunto. E, magari, l’ottimo Attilio Tesser, tecnico dei piemontesi, finirà nel dimenticatoio per una seconda parte di stagione non all’altezza della prima. Nell’auspicio che non sia così e che anche al Novara riesca l’approdo in massima serie, non ci si può esimere dal ricordare che, per buona parte, la rosa novarese è quella che ha portato il club in cadetteria dalla serie C. La stessa che, fino a tre – quattro giornate fa, incantava in giro per l’Italia senza perdere un clolpo. In difesa Morganella; a centrocampo Ludi, in attacco Scavone. Rendere merito ai tre – con cui si intende simboleggiare l’intero gruppo – è doveroso. Come lo è l’ammissione di responsabilità: e chi li aveva mai sentiti nominare…
Istanti sanciti dal click, la ventiquattresima giornata di cadetteria messa in diapositiva: