Finalmente abbiamo assistito ad una giornata di campionato un po’ più esaltante, in cui le difese hanno mollato un po’ e gli attacchi hanno potuto sfogarsi dando spettacolo con ben 39 reti. Dal disastro dell’Inter al miracolo dell’Udinese, di spunti non ne mancano, dunque andiamo a dare i voti alla decima giornata di campionato.
Voto 10 a Totò Di Natale, che nonostante non fosse al meglio, tanto che appena poche ore prima della partita si diceva che non avrebbe giocato, è stato determinante. Lui non è importante solo per i gol che riesce a segnare praticamente in ogni partita, ma anche perché dà una certa sicurezza a tutti i compagni, e lo si nota confrontanto questa partita e la precedente in cui non c’era, in cui i friulani sembravano dei bambini impauriti.
Voto 9 a Montella, un aeroplanino che ha preso il volo anche da allenatore. In pochi credevano in lui ad inizio stagione, ed invece eccolo là con un Catania che ha una rosa da classifica medio-bassa, ma che si trova al limite della zona europea. Quando si allenano le piccole squadre è spesso il carattere a fare la differenza, e Montella ai suoi ne ha trasmesso davvero tanto.
Voto 8 a Marchisio che sembra attualmente il giocatore più in forma della Serie A. Se giocasse nel Barcellona o nel Manchester United, oppure se si chiamasse Marchinho, vedremmo il suo nome comparire nella lista del Pallone d’Oro. Speriamo che si guadagnerà un posto nella graduatoria anche nella Juventus perché da un giocatore che sa difendere, segnare, attaccare e rifinire sempre molto bene c’è da aspettarselo.
Voto 7 a Pioli che ha rivoltato l’atmosfera a Bologna ed ora la squadra crede di più in se stessa. Appena un mese fa se i felsinei fossero andati sotto contro l’Atalanta la partita sarebbe finita con una sconfitta. Ed invece, anche se con un po’ di fortuna, il risultato è stato ribaltato, ma soprattutto i rossoblù non sembrano più quell’armata brancaleone che sembravano qualche partita fa.
Voto 6 alla classe arbitrale che sta piano piano migliorando, senza però ottenere una giornata senza errori. Gli sbagli stanno diminuendo e soprattutto le decisioni difficili vengono quasi sempre azzeccate. E già il fatto che, per una volta, l’Inter non si lamenti di qualcosa è una notizia positiva.
Voto 5 a Luis Enrique e alla sua Roma, che sembra il classico bambino che sembra intelligente ma non si applica. Quando il tasso tecnico dei giallorossi è superiore a quello degli avversari, gli 11 in campo si impegnano poco; quando si impegnano tanto, come contro il Milan, vengono fuori i limiti tecnici. Considerando che poi la Roma in 10 giornate di campionato non è mai scesa in campo due volte con la stessa formazione si capisce che qualcosa nello spogliatoio non va. Insomma, le potenzialità ci sono, ma ancora non sono concretizzate.
Voto 4 al Napoli che ogni volta che c’è da fare il salto di qualità si perde per strada. Comincia a serpeggiare un certo malumore e soprattutto nervosismo per i risultati che non arrivano, quasi che fossero obbligatori, ma lo dicevamo sin da inizio anno che con la Champions non si può fare affidamento su 11 giocatori titolari e basta, senza sostituti all’altezza. Ed appena manca uno dei tre tenores, non si vince. Urgono rinforzi a gennaio, sempre che ci siano ancora coppe da giocare.
Voto 3 all’Atalanta che, dopo lo 0-1 di Denis, ha fatto l’errore che in Serie A non va fai mai fatto: pensare di aver già vinto. Specialmente nella ripresa i bergamaschi hanno rallentato tantissimo, quasi che la vittoria prima o poi dovesse arrivare, ed invece è arrivata una meritata sconfitta che servirà comunque a far crescere la squadra.
Voto 2 alla società del Parma che nonostante non abbia messo su uno squadrone, e non stia andando nemmeno male, mette in dubbio Franco Colomba. Gli emiliani mediamente vincono una partita e perdono quella dopo, un ruolino niente male per una squadra costruita per la metà classifica, dunque non si capisce come mai il suo allenatore sia sulla graticola.
Voto 1, scontatissimo, all’Inter, che nonostante Ranieri dice che sta crescendo, continua a perdere. Di questo passo, quando i suoi ragazzi avranno raggiunto la forma, il campionato sarà già a metà e lo scudetto solo un miraggio, ma considerando che ci sono le coppe e che dunque la forma migliore non si raggiungerà mai (vedi ad esempio Maicon che si è appena infortunato per almeno un mese), se si aspetta il 100% per vincere, Ranieri farebbe meglio a guardarsi alle spalle piuttosto che alle squadre che gli stanno davanti.
Photo Credits | Getty Images
Giovanni Ferlazzo 31 Ottobre 2011 il 12:04
L’Inter non può giocare con il fuoco. Intendiamoci, non credo proprio che lotteranno per salvarsi ma l’esempio della Samp non va sottovalutato, se si vive con l’ossessione di dover rimontare si rischia di finire un vicolo cieco molto pericoloso. La “fortuna” dei nerazzurri è che Lecce e Cesena per ora non ne hanno azzeccata una.
Marco Mancini 1 Novembre 2011 il 09:10
eh già, probabilmente farebbero meglio a mettersi l’anima in pace e giocarsi partita dopo partita, senza guardare la classifica, e poi a fine campionato quel che viene viene