Anticipo della ventottesima giornata di serie A.
Stadio Marassi, Genova:
Sampdoria-Cesena 2-3
Reti: 43′ pt Parolo (C), 1′ st e 3′ st Giaccherini (C), 38′ st Volta (S), 47′ st rig. Maccarone (S)
Nessuna sfida decisiva ai fini dello scudetto, nel corso dell’anticipo di mezzodì tra Sampdoria-Cesena, ma una partita che riveste importanza enorme in chiave salvezza. Non solo in casa emiliana, per una classifica che non sorride ancora al Cesena, fortemente bisognoso di non perdere nessuna delle opportunità garantite – da qui alla fine – dal calendario ma anche tra le mura dei doriani, a cui una rivoluzione sostanziale (di organico) ha stravolto gli scenari iniziali: non si lotta più per obiettivi importanti ma con l’obiettivo di archiviare il più in fretta possibile la permanenza nella massima serie. I 31 punti accumulati dai blucerchiati, infatti, non consentono sonni tranquilli anche perchè la terzultima – appunto, il Cesena – è arretrata di sei lunghezze. Che diventerebbero tre in caso si successo esterno nel corso del match odierno.
I due tecnici optano per squadre spavalde e offensive: Ficcadenti si affida a Malonga al centro dell’attacco, a causa delle defezioni di Bogdani e Budan. Non cambia il modulo – è sempre 4-3-3 – e in supporto alla punta vi sono Jimenez e Giaccherini. Solo panchina per Rosina. In mediana Caserta e Parolo intermedi e Colucci incaricato di fare filtro tra centrocampo e attacco. In difesa c’è Santon terzino destro e Lauro a sinistra; i centrali, a tutela della porta difesa da Antonioli, sono Pellegrino e Von Bergen. Le mosse di Di Carlo: stravolgimento della retroguardia – non più a tre ma a quattro – con Zauri, Gastaldello, Lucchini e Ziegler davanti a Curci. Palombo, Mannini e Dessena in mezzo; Biabiany, Maccarone e Guberti il trio d’attacco.
Osservato un minuto di raccoglimento in memoria di Massimo Ranzani, scomparso in Afghanistan. Poi si parte. Nei primi minuti è una sfida vissuta in attesa che una delle due formazioni si sbilanci: a dispetto dei moduli offensivi, infatti, i ventidue badano innanzitutto a non commettere errori. Un mezzo affondo di Malonga al 3′ è quello che regalano i primi dieci minuti di gioco. Due minuti più tardi arriva la prima palla gol in favore dei locali: ottimo lancio di Palombo che taglia il campo di cinquanta metri per Biabiany. Solo davanti ad Antonioli, la punta prima dribbla e poi si fa rimontare dal recupero di un reattivo Antonioli. Un minuto dopo Caserta imbecca Parolo che manca una ghiotta opportunità fallendo nell’aggancio. Al 20′ ci prova Mannini ma il suo tiro, sporcato da un difensore avversario, si spegne tra le braccia di Antonioli senza causare alcun problema all’estremo.
Si prosegue quasi per inerzia – e senza colpo proferire – fino all’intervallo ma al 44’ la gara cambia fisionomia: Lucchini sbaglia uno stop sulla trequarti, Giaccherini gli soffia la sfera che finisce sui piedi di Parolo. Destro incrociato dai 25 metri, pallone imparabile per Curci.
Nella ripresa, si sactena il folletto Giaccherini: suo il gol del raddoppio dopo 1′ di gioco: sfruttando l’assist di Parolo, il centrocampista conclude a rete con un diagonale potente e preciso. Passano 2′ e la Samp sprofonda nel baratro: ancora Giaccherini in gol e stavolta il mediano approfitta della dormita di Gastaldello per violare nuovamente la porta difesa da Curci. Fino alle battute finali, la Samp sta tutta in un colpo di testa di Macheda che al 28′ stacca da dentro l’area piccola: pallone alto. L’orgoglio doriano viene fuori negli ultimi 10′ ma non è sufficiente: prima Volta insacca dopo la respinta di Antonioli su tiro di Maccarone, poi è lo stesso attaccante a mettere in rete un calcio di rigore concesso per fallo di Benalouane (lieve trattenuta) su Volta. Il triplice fischio sancisce: Samp, sonno profondo. Cesena bello ed efficace.