Posticipo dell’ottava giornata di serie A.
Stadio San Paolo, Napoli.
Napoli-Milan 1-2
Reti: 22′ pt Robinho (M), 27′ st Ibrahimovic (M), 33′ st Lavezzi (N)
Non sono piaciute, nel complesso, le due retroguardie: quando Napoli e Milan hanno provato l’affondo si sono trovate molto spesso nella condizione di infierire. La prima frazione si è chiusa con un solo gol segnalato su tabellone luminoso (il vantaggio rossonero, bravo Robinho a finalizzare un’azione impostata dallo stesso brasiliano e a cui Oddo ha saputo dar seguito in maniera congeniale) ma le reti da raccontare potevano anche essere di più. Davanti ad Abbiati e De Sanctis, infatti, si è percepita parecchia confusione, i difensori di fascia si son fatti saltare a oltranza e i tentativi di arginare le finalizzazioni degli attaccanti sono sembrati, in molti casi, approssimativi.
Lavezzi, Cavani e Hamsik nelle file locali; Ibrahimovic con Pato e Robinho tra gli ospiti. Ovvero, sei calciatori in grado, da soli, di fare la differenza: i 50 mila del San Paolo hanno assistito a un incontro che è decollato piano, ma è decollato. Piacevolissima la seconda parte del primo tempo, mentre nella prima si appunta uno scontro di gioco fortuito (10′) tra Antonini e Maggio. Il rossonero è quello che ha la peggio seduta stante, esce in barella per fare posto a Oddo. Il partenopeo prosegue per altri 14′ ma allo scoccare del 24′, quando i giramenti di testa si acuiscono, è anch’egli costreto al forfait. Dentro Yebda.
Il Milan, nei frangenti in cui proprio Maggio aveva lasciato i compagni in inferiorità numerica per farsi assistere dalle cure dei sanitari, aveva intanto fatto in tempo a portarsi in vantaggio. Intuizione e conclusione, dicevamo, di Robinho che è stato anche l’attaccante ospite più “disciplinato”: buon senso della posizione, fraseggi lineari e capacità di incunearsi tra le maglie avversarie. Pato eccessivamente egoista ignora Ibra (al 20′ e al 30′) preferendo fare tutto da solo: scarsi risultati.
Lo svedese tiene su la squadra ma non trova il guizzo decisivo. Sul versante opposto, almeno tre occasionissime mal sfruttate dagli azzurri: al 26′ Lavezzi sguscia sulla destra e crossa per Hamsik il cui tiro dà l’effetto ottico del gol. Tre minuti dopo è Yebda a sprecare una ghiotta occasione calciando lontanissimo dai pali da posizione favorevole.
Al terzo minuto di recupero (con il Napoli già in dieci per il doppio giallo a un ingenuo Pazienza) Lavezzi, di testa, indovina la traiettoria ma Abbiati è super. Nella ripresa, per accorgersi dell’inferiorità numerica dei locali occorre per davvero mettersi a fare la conta dei calciatori: perchè tutto sembra, tranne che i padroni di casa giochino con l’uomo in meno.
Ibra fallisce semplici opportunità (10′ e 22′), Hamsik (15′) e Lavezzi (20′) gettano via il pari mentre Oddo (27′) risulta decisivo per la seconda volta in serata. Suo il cross sul quale allo svedese rossonero non resta che spingere il pallone alle spalle di De Sanctis. Napoli tramortito? Col fischio! Come se nulla fosse, i locali pressano come forsennati e riescono a dimezzare lo svantaggio grazie a una magia di Lavezzi.
Immaginate di poter sfruttare l’ennesima disattenzione della serata di uno come Papastathopoulos, di essere a tre centimetri da uno alto più di un metro e novanta, di riuscire a fargli un pallonetto e segnare. Ecco: foste Lavezzi, una roba così vi potrebbe anche riuscire. Il finale è concitato ma il Milan fa buona difesa. Gran bella partita, ritmi elevati ed emozioni a raffica.