Posticipo della ventesima giornata di serie A.
Stadio Via del Mare, Lecce:
Lecce-Milan 1-1
Reti: 4’ st Ibrahimovic (M), 37′ st Olivera (L)
Replicare alle vittorie tirate e striminzite di Juventus, Lazio e Roma ma anche alla prova di forza dei cugini dell’Inter che, in casa contro il Bologna, hanno dato l’impressione di potere tornare a essere lo squadrone cui il 2010 ha dato credito assoluto. Questo il compito di un Milan voglioso di riaffermare la propria superemazia a scapito di un Lecce in grande spolvero e capace, settimana scorsa, di espugnare l’Olimpico laziale in seguito a una prestazione impeccabile. Le aspettative del pubblico accorso allo stadio Via del Mare – bello spettacolo, impianto quasi gremito – erano nobili: fermare la capolista o, in ogni caso, tenerle testa con la consapevolezza che fare punti sarebbe stato di vitale importanza.
Dal punto di vista tattico, De Canio opta per la coppia offensiva composta da Di Michele e Jeda, untando sulla velocità dei due a fronte di una difesa ospite non sempre impeccabile. Quattro uomini in mediana, altrettanti in retroguardia. Allegri continua a non rischiare Cassano dal 1’ e insiste sul duo d’attacco Ibra-Pato. Alle spalle dei due, Seedorf sulla trequarti mentre il centrocampo è cosa diAmbrosini, Gattuso e Flamini.
Per i salentini è interdizione per tutto il primo tempo: abili a chiudere gli spazi e a fare lavoro di quantità e sacrificio, i locali non lasciano al Milan neppure la possibilità di impostare la manovra e, nonostante il proverbiale possesso palla dei rossoneri, evidente anche in questo caso, il flusso di passaggi non porta ad alcuna conclusione di rilievo, eccezion fatta per una occasione capitata sui piedi di Ibrahimovic al 43’: lo svedese entra in area da sinistra, salta due avversari si acentra per tirare ma Tomovic risulta provvidenziale. I giallorossi, neppure loro, creano pericoli ad amelia ma piacciono per la capacità di non sfaldarsi e per la determinazione con cui provano ad aggirare la retroguadia milanista. A conti fatti, nel corso dell’intervallo, il più preoccpato è senza dubbio Allegri.
Tant’è: il tempo che le lancette corrano per quattro volte intorno a se stesse e Lecce si illumina per lasciare campo aperto a Ibrahimovic. Lo stadio si ammutolisce, vero, ma di fronte a una prodezza di tale fattura (cui l’ex Barcellona ha abituato da tempo) restare in silenzio significa, in qualche maniera, ammirare quanto visto. E’ un attimo: marcato da due uomini fuori dall’area, Ibra – defilato – riesce con la coda dell’occhio a vedere Rosati fuori dai pali quel tanto che basta per tentare la follia.
Quasi senza guardare, lo svedese calcia e la mette proprio lì, nell’angolino alla sinistra dell’estremo che non può arrivarci. Il viso di Galliani – immobile per dieci secondi a chiedersi “Ma che ha fatto?” – è eloquente. La reazione del Lecce è affidata a Giacomazzi che al 16′ si beve Nesta e costringe Amelia all’intervento da applausi. Il Milan sembra patire le ripartenze locali, Nesta non pare impeccabile e al37′, proprio su disattenzione del centrale che perde l’uomo in marcatura, il Lecce pareggia. L’anticipo di Olivera sul romano è netto, la conclusione imparabile per Amelia. Replica ospite immediata: Cassano, entrato per un inconsistente Pato, serve a Ibra (41′) un pallone invitante. La concluione dello svedese è violenta ma Rosati riesce in una parata d’istinto che salva il risultato.