Mimmo Di Carlo ci teneva a far bene in terra ungherese, per salvare almeno la faccia dopo un girone di Europa League non sempre entusiasmante per la sua Sampdoria. Alla vigilia aveva confessato di cercare la vittoria contro il Debreceni, palesando anche il proprio rammarico per una qualificazione sfuggita per una serie di episodi sfavorevoli:
L’uscita dall’Europa brucia ancora. Se dovessi dire quando abbiamo perso la possibilità di accedere ai sedicesimi, mi vengono in mente i recuperi delle partite contro il PSV: con una vittoria in Olanda e un pareggio a Genova, saremmo ancora in piena corsa. L’obiettivo contro il Debreceni è concludere il girone a quota 8 punti e uscire degnamente di scena da questa competizione. Siamo venuti per vincere, per i nostri tifosi che non mancheranno nemmeno qui, per l’orgoglio e anche per il morale.
E i tifosi non sono mancati in terra d’Ungheria (poco più di 150, infreddoliti in tribuna), ma purtroppo per loro non hanno potuto assistere alla vittoria che il tecnico aveva sognato. Del resto, la Sampdoria si presentava al cospetto del Debreceni con una formazione piena zeppa di rincalzi, con i titolari a riposo in vista del derby di domenica sera contro il Genoa.
Per portare a casa i tre punti i blucerchiati hanno fatto davvero poco, lasciando ai padroni di casa l’iniziativa per larghi tratti di gara. Sul finale del primo tempo gli ungheresi potevano portarsi in vantaggio in diverse occasioni, ma la Samp reggeva bene contro le folate offensive avversarie. Ad inizio ripresa, però, il Debreceni colpiva duro, portandosi in vantaggio con Kabat, per poi mancare qualche altra ghiotta occasione da rete.
L’attaccante si toglieva poi lo sfizio della doppietta personale, quando il cronometro segnava il minuto numero 86, mettendo così fine ai sogni di gloria di mister Di Carlo. Poco male, considerando l’inutilità di un’eventuale vittoria: le partite da vincere in fondo sono altre.