Sta scatenando un vero e proprio polverone mediatico l’attacco lanciato dal quotidiano Libero nei confronti del tecnico della Roma, Zdenek Zeman, che lo ha definito il simbolo del comunismo: un perdente che nella sua carriera ha sempre sfruttato gli scandali o presunti tali in special modo operati dalla Juventus per coprire il fatto che dopotutto non ha mai vinto nemmeno un trofeo. Un’analisi spietata, dura e controversa quella del giornalista Giuseppe Pollicelli, che andremo ad analizzare in diversi stralci tratti dall’articolo.
FUGA DAL COMUNISMO – Pollicelli comincia raccontando il suo approdo in Italia, all’età di 21 anni, per fuggire al comunismo della sua Praga. Arrivò a Palermo, e con il passare del tempo non si è forse accorto di essere diventato il vero e proprio simbolo del movimento rosso, e il calcio giocato non c’entra nulla, visto che l’articolo punta tutto sul suo modo di fare e di rapportarsi alla gente, che siano stampa o tifosi poco importa.
Quella che viene accordata a Zeman e al suo immodificabile modulo di gioco, il 4-3-3, non è mai semplice e razionale stima: è adesione fideistica, è un abbandono dai connotati mistici che ha le esatte caratteristiche della fede nel comunismo e nelle sue mirabolanti promesse. Una fede che, in quanto tale, non tiene in alcun conto le evidenze, nutrendosi bensì di profezie, di attese messianiche, di invettive. […] per Zeman, come per il comunismo, non sono mai le idee a doversi adattare alla realtà, è la realtà che deve piegarsi agli schemi dell’ideologia. […] il calciatore che osi trasgredire il modulo va subito emarginato, affinché non contamini il corpo sano della squadra. Come il comunismo, Zeman auspica l’avvento di un uomo nuovo, una forma evoluta di essere umano che non conosca tentazioni, cedimenti, slealtà. Come il comunismo, Zeman preconizza il sol dell’avvenire, il materializzarsi di un evo in cui nessuna squadra giocherà più per portare a casa il risultato e tutte le partite finiranno 8-5 o 2-6. Come il comunismo, Zeman applica la disciplina di partito: lo fece quando, in un sorprendente accesso garantista, prese le difese del patron del Foggia Pasquale Casillo, implicato in fatti di camorra.
Il NEMICO GIURATO – La Juve. Solo, unico, vero nemico giurato da sempre dell’allenatore boemo, che da quando ha cominciato a denunciare irregolarità nel calcio ha sempre riservato un trattamento speciale per la vecchia Signora, guadagnandosi l’astio di tutti gli juventini e di conseguenza l’amore e l’ammirazione del resto d’Italia anti-juventino.
Come il comunismo, Zeman ha il suo nemico giurato, la Juventus (identificata con il grande capitale e le sue losche manovre), che è anche un poderoso alibi per giustificare le sconfitte, il comodo bersaglio grosso da colpire ogni volta che gli eventi prendono una brutta piega. Come il comunismo, Zeman difetta quanto a coerenza: paladino dell’integrità morale, nel 1994 spese queste parole riguardo alla mafia: «Io non l’ho mai scoperta, la mafia. (…) Le stragi di Capaci e via d’Amelio? Ma questa è mafia? Allora, se questa è mafia, cancello tutto e dico che la mafia è una cosa bruttissima, gravissima e così via. Ma io non sono convinto che quella sia mafia».
ZEMAN COMUNISTA E BUGIARDO – Pollicelli chiude con i botti: Zeman non è solo un comunista, ma soprattutto un neanche tanto abile bugiardo, come scrive:
Come il comunismo, Zeman mente: in qualità di teste dell’accusa al processo di Calciopoli disse di non aver mai avuto a che fare in vita sua con Moggi, salvo smentirsi clamorosamente nel documentario Zemanlandia, in cui racconta di quando, da allenatore del Parma, pranzò proprio con Big Luciano. […] gode di un occhio di riguardo da parte dei media (che lo trattano alla stregua di un santo o di un eroe), delle istituzioni […], e della giustizia, che non lo ha indagato per omessa denuncia benché nel 2005 avesse avuto la sensazione che i giocatori del suo Lecce si fossero accordati con quelli del Parma per non farsi male. Come il comunismo, Zdenek promette meraviglie che, alla resa dei conti, si rivelano ingannevoli miraggi.
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Darcoro 8 Settembre 2012 il 19:03
“Io sono juventino perché essere della Juve significa essere la maggioranza, eppure distinguersi”, basterebbe già questa frase per capire l’imparzialità del giornalista che ha firmato questo articolo. Iniziando dalla fine nel suo articolo, si chiede come mai Mr Zeman non sia stato indagato nel 2005, non nota che si risponde da solo:(cito) “…benché nel 2005 avesse avuto la sensazione che i giocatori del suo Lecce…”, non era fatto certo, ma SENSAZIONE. Se si potessero denunciare le sensazioni di illecito sportivo, la Juventus dovrebbe prendere residenza nei tribunali!!!
Inoltre, ma qui lo si può giustificare perchè, da juventino, è lontano anni luce dal pensiero “zemaniano”, non capisce che Zeman, in merito alle tragiche stragi di Capaci e Via D’Amelio, e come gli ultimi fatti di cronaca portano a credere, ipotizzasse che la mano esecutiva è si, stata della Mafia, ma che forse il mandante fosse da ricercare altrove…
Non sono un giornalista, si sono tifoso della Roma ma soprattutto sono uno stimatore di tutte quelle persone che sanno trasmettere i veri valori dello sport, del non voler/dover vincere ad ogni costo e del rispetto dell’avversario. In questo, ahi-lui, Mr Zeman è maestro, il NOSTRO (per ora) Maestro. Auguro alla Juve, ma anche a tutte le altre squadre, di trovare un allenatore che sia maestro alla pari in tutto ciò. Cordiali saluti.
Pino 8 Settembre 2012 il 22:27
@Darcoro: tu sei rubentino perciò sei una merda senza cervello perciò che cazzo vuoi commentare
Darcoro 8 Settembre 2012 il 23:03
@Pino: non sono rubentino, le prime due righe del mio commento sono del giornalista che ha scritto l’articolo, se ci fai caso sono virgolettate. se leggi tutto quello che ho scritto, in fondo lo dico che so’ orgogliosamente giallorosso da 41 anni!!!
Anonimo 8 Settembre 2012 il 20:25
è cominciata la guerra a zeman!
Giuseppe Pollicelli teta di cazzo 8 Settembre 2012 il 20:53
Giuseppe Pollicelli vaffanculo tu e chi te da il lavoro1
Andrea 8 Settembre 2012 il 20:53
Libero è un giornalino satirico. Va preso come tale….
Anonimo 8 Settembre 2012 il 21:08
giuseppe pollicelli perche’ non ti butti giu dal balcone di casa tua merdaccia umana devi morire te e tutti i juventini come te
faber 8 Settembre 2012 il 21:13
Questo giornalista è molto furbo: basa il proprio articolo sull’IGNORANZA del popolo italiano…
Max 9 Settembre 2012 il 03:37
“Giuseppe Pollicelli lavora nell’editoria. Storico e critico del fumetto, è autore di numerosi libri ecc ecc….È anche attore e fa parte della compagnia teatrale AdLP (www.adlp.it).”
Policelli ma chi sei? Occupati dei tuoi “campi”va’, magari riusciresti forse a scrivere cose piu’ sensate!!
….scrivi su Zeman perchè altrimenti nessuno ti avrebbe mai conosciuto….neanche Wikipedia ti conosce, al contrario di chi attacchi senza giustificato motivo, se non quello di tifare per una squadra che in Italia non ha sicuramente contribuito allo sport del Calcio in modo “pulito”…
Hai avuto la tua ora di notorierà…ora torna da dove sei venuto che è meglio….
Marzia 14 Settembre 2012 il 12:51
Pollicelli rincara la dose:
http://www.youtube.com/watch?v=cKB9XMcwu6g