Mettiamo insieme i pezzi del ritiro più ardente d’Italia. Il fatto che la Roma non fosse più nelle mani di una famiglia romana (né tantomeno italiana) già di per sé non piace a molti, ed in primis al più romanista tra i romanisti, Francesco Totti. Lo disse sin dai tempi di Soros, lo ha sempre ribadito negli anni, ma visto che non c’erano alternative, meglio far buon viso a cattivo gioco.
Questa polemica è rimasta a covare come braci sotto la cenere per tanto tempo, e lo dimostrano i mal di pancia del capitano e di De Rossi che più volte hanno mostrato perplessità su come la società è stata gestita finora. Ma ora quella cenere è stata rimossa e l’incendio ha cominciato a divampare con il ritorno di Franco Baldini nel ruolo di direttore generale.
L’ex braccio destro di Capello nella nazionale inglese, ancor prima di arrivare a Roma, ha già avviato una polemica con Walter Sabatini sui ruoli, ma appena arrivato nella Capitale, il suo obiettivo è diventato quello grosso: il capitano. Non sono piaciute a Baldini le parole di Totti su fattori che non c’entrano molto con il campo, come la campagna acquisti, lo staff, e tutto ciò di cui un calciatore normale non dovrebbe occuparsi. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la dichiarazione fatta a Repubblica
Totti ha davanti ancora 4-5 anni di carriera. Se saprà guardare solo al calcio e non farsi carico di altro. Ma deve liberarsi della sua pigrizia e di chi usa il suo nome, anche a sua insaputa. Deve smettere di lasciare fare, più leggero sarà, più lontano andrà con il pallone.
Dichiarazioni che al Pupone non sono affatto piaciute, ed hanno contribuito a gettare benzina sul fuoco di un incendio già ampiamente acceso. Se poi ci aggiungiamo l’esclusione di Vincenzo Buzzi, fisioterapista molto legato a Totti, dal ritiro, o i mancati arrivi di top player come Buffon e Pirlo, ecco che l’incendio esplode definitivamente, facendo minacciare il capitano di non partire nemmeno per il ritiro. Come se non bastasse, a tutto questo si è aggiunta una mossa, del tutto a sorpresa, della società che di fronte alla richiesta di De Rossi di rinnovare il contratto con un ingaggio da 5 milioni a stagione, ha risposto con un’offerta da 3,5 milioni più bonus, ben sapendo che club come Real Madrid o Manchester City potrebbero offrire al centrocampista il doppio. E di certo questa vicenda, contestualizzata con quella di Totti, non aiuta a far tornare la serenità.
Ma dove sta il bandolo della matassa? Probabilmente nel fatto che non ci possono essere due leader in un posto così circoscritto, e per questo Baldini cerca di separare i ruoli. Ma Totti si sa, è capitano dentro e fuori dal campo, e sarà difficile fargli fare solo il calciatore.
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