Come si sospettava, alla fine la trattativa si è chiusa con un nulla di fatto. Dopo le polemiche sorte sulla effettiva solvibilità dello sceicco Qaddumi che voleva entrare nella società della Roma portando in dote una cinquantina di milioni, il presidente Pallotta era stato chiaro: il 14 marzo è il termine ultimo per versare la prima tranche di quei soldi. Se non dovesse arrivare la trattativa sarebbe chiusa.
Ieri nemmeno un euro è passato dal sedicente sceicco, che nessuno scommetterebbe sia davvero miliardario vista la vita che fa, alle casse giallorosse, ed anzi, proprio il giorno precedente era circolata la voce che la banca Mediolanum gli aveva persino negato un prestito da mille euro. Lui ha tentato di portare avanti ancora per un po’ la trattativa, cercando di rinviare a lunedì il termine ultimo per il versamento, adducendo a problemi burocratici, ma poi in serata la dirigenza americana ha deciso che sarebbe stato inutile continuare con questa messinscena ed ha chiuso ogni comunicazione con il giordano.
Questo il comunicato della società arrivato in nottata:
AS Roma SPV LLC informa che il partner potenziale non ha consumato l’investimento, non c’è accordo sulla richiesta di prorogare il termine per la chiusura della transazione e l’accordo preliminare con il potenziale partner deve essere considerato risolto.
Più chiaro di così non si può. Ma i guai per Qaddumi non finiscono qui. Essendo la Roma una società quotata in Borsa, ora dovrà vedersela con le indagini della magistratura e della Consob che vogliono accertare eventuali reati finanziari da parte dell’ormai ex compratore come aggiotaggio e insider trading. Meglio tornare a pensare al pallone e lasciare gli sceicchi (quelli veri) al PSG o al Manchester City.
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