Il morale della squadra è sotto i tacchi dopo i due ko consecutivi in campionato, che hanno creato un divario enorme tra la Roma e la testa della classifica, e dopo la debalce interna contro lo Shakhtar che potrebbe compromettere il cammino in Champions League. Montella arriva sulla panchina giallorossa in un momento particolarmente delicato, ben sapendo che il suo compito è quello di portare la squadra fino al termine della stagione, per lasciarla poi nelle mani di qualcuno più esperto. Ma non provate ad affrontare con lui il discorso del traghettatore:
Non mi sento un traghettatore. Il mio obiettivo è fare bene da qui alla fine dell’anno e tirare fuori il massimo da questa squadra.
Come sarà la Roma di Montella? L’ex aeroplanino dice di avere le idee chiare in proposito, ma non crede di poter lasciare un’impronta sin dal recupero di domani col Bologna:
La mia sarà una Roma ‘spallettiana’? Credo che in due giorni sia difficilissimo poter impostare un sistema di gioco. Questi ragazzi hanno bisogno di altro in questo momento, vado avanti con un’idea unica e con piccole variazioni. C’è poco tempo e un grande bisogno di capirsi subito in questo senso. I giocatori migliori devono giocare dove possono esprimersi al meglio. Non voglio dire altro perché c’è un avversario che ci studierà e non voglio dare loro vantaggi.
Insomma, Montella non si sbottona sulla formazione che affronterà i felsinei domani pomeriggio, ma ribadisce la volontà di far rispettare le proprie scelte:
Penso di avere una mia idea sulla formazione, ma non significa che giocheranno sempre gli stessi undici. Ho la fortuna di avere una rosa ampia e di alto livello, ci sono almeno sedici giocatori che possono giocare. Ho l’imbarazzo della scelta, ma questo non significa accontentare tutti e pesare il minutaggio. So benissimo che dovrò scegliere e tutti dovranno accettare le scelte. Le esclusioni non mi peseranno.
Non ci resta che attendere domani per sapere quale sarà la filosofia di gioco di Vincenzo Montella, arrivato per traghettare, ma poco propenso a farsi trascinare in alto mare.