Il lupo perde il pelo ma non il vizio. Lo abbiamo ripetuto decine di volte parlando dei “colpi di testa” in campo e fuori dei milionari del pallone, ma mai proverbio fu più azzeccato come nel caso di Adriano, il quale sembra soffrire di una strana sindrome che lo porta a ripetere errori già visti, errori che ne hanno compromesso la carriera, facendolo scendere dal trono di Imperatore che si era costruito nei primi anni di attività.
L’ultima bravata risale alla notte scorsa, quando l’attaccante della Roma è stato fermato in evidente stato “alterato” dalla polizia brasiliana in un quartiere di Rio de Janeiro. Un controllo come tanti altri, patente, libretto e test dell’etilometro. E lui che ti fa? Si rifiuta di sottoporsi all’alcol-test, che equivale alla positività. Morale della favola: ritiro della patente (che potrebbe durare anche un anno) e multa equivalente a 420 euro.
La società giallorossa per ora non commenta l’accaduto, ma è chiaro che in queste ore qualcuno a Trigoria si starà chiedendo se si tratta di un episodio isolato o se Adriano sta recitando una nuova sceneggiata. Ricordate i capricci del suo ultimo periodo all’Inter? La storia sembra ripetersi, pur con le dovute differenze. Stavolta l’Imperatore ha avuto il permesso di trattenersi in Brasile per qualche tempo, almeno fino al giorno del suo compleanno (il 17 febbraio), in modo da ricaricarsi psicologicamente dopo l’intervento alla spalla che ne ha decretato l’ennesimo stop forzato.
Il punto però è un altro: siamo sicuri che Adriano voglia tornare a Roma o sta cercando solo una buona scusa per farsi cacciare a calci nel sedere, visto che il contratto prevede la rescissione unilaterale per comportamento poco professionale?
I dubbi per ora restano come resta l’interrogativo sull’opportunità di acquistare un calciatore come Adriano versandogli uno stipendio netto di cinque milioni a stagione per tre anni. Misteri del calcio.
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