Gira che ti rigira doveva pur lasciare una traccia all’ombra del Cupolone, prima di trasferirsi nuovamente sotto il sole cocente del Brasile. Un gol nel derby? Una partita giocata alla grande? Macché! Adriano si è fatto nuovamente riconoscere per una delle sue solite prese di posizione (o capriccio?), non presentandosi all’appuntamento per il controllo della spalla operata. Apriti cielo! La Roma probabilmente non aspettava altro per ridiscutere il contratto, forte di una clausola che prevede la rescissione unilaterale del contratto per comportamento poco professionale da parte dell’attaccante. Ma lui, come al solito, ha una giustificazione “plausibile” ed ora si cosparge il capo di cenere ed è pronto a battersi il petto:
Avevo appuntamento sabato 26 in clinica, poi la visita è stata spostata a domenica 27 a Trigoria. Io pensavo di dover fare le lastre, di avere bisogno di attrezzature che a Trigoria non ci sono. Ero arrabbiato, non sapevo cosa fare e non sono andato. Ho fatto male a me stesso, chiedo scusa a tutti, ma questa polemica mi sembra esagerata. Sono disposto a tutto, sono qua, parliamone. In questo anno mi sono fatto male tre volte, non sono riuscito a dare il mio contributo ai compagni, e questo peggiora le cose. Giochi poco, pensi tanto, ed alla fine finisci per fare uno sbaglio. Oggi però ho fatto tutto, le visite con il dottore sono andate bene.
Oggi ha fatto tutto, con due giorni di ritardo e solo dopo essersi reso conto che la situazione poteva ritorcersi contro di lui, in un momento delicatissimo per la società. Quale sarà il futuro di Adriano?
Vediamo, con tutte queste polemiche è difficile da dire. Se vogliono parlare sono qui. Ripeto, ho sbagliato, ma a questo punto dipende dalla società.
E la società sta aspettando l’occasione buona per liberarsene, sempre ammesso che qualche squadra brasiliana sia disposta ad investire ancora su un ex campione che non fa altro che combinare guai. E se l’offerta non arrivasse in tempi brevi, la risoluzione del contratto sarebbe l’unica via per evitare almeno di continuare a pagare un peso morto.