In questi giorni si sta avviando il processo che porterà alla vendita dell’A.S. Roma. Secondo un articolo apparso ieri sul Financial Times sarebbero interessati a rilevare il club giallorosso 12 investitori, tutti stranieri.
Di nomi non se ne fanno, si parla solo di soggetti provenienti da Stati Uniti, Cina, Russia e India. L’unica cosa certa è che in questi giorni l’advisor – la banca d’affari Rothschild – sta inviando ai soggetti interessati alla vendita un accordo di riservatezza, che vincolerà i firmatari a non diffondere i dati contenuti nel memorandum informativo sulla situazione finanziaria della Roma calcio – già pronto da tempo.
Una volta inviato il dossier finanziario sul club, i potenziali acquirenti avranno tempo fino alla metà di novembre per studiare i conti e formulare un’offerta non vincolante.
A questo punto l’Unicredit – e in seconda battuta la famiglia Sensi – dovranno scegliere le proposte migliori per iniziare una trattativa. La vendita comunque dovrebbe concludersi entro la fine dell’anno ad un prezzo compreso fra i 170 e i 200 milioni di euro.
Secondo il Financial Times, la vendita del club è resa più difficile non solo dalla posizione in classifica, ma anche dalla mancanza di uno stadio di proprietà.
Io aggiungerei anche una situazione finanziaria e patrimoniale difficile. Il 28 ottobre nell’assemblea della As Roma verrà discusso il bilancio della società. E i numeri parlano di un patrimonio consolidato negativo di 13,2 milioni di euro, una perdita nello scorso esercizio di 22 milioni di euro – determinata da una riduzione di ricavi, per la mancata partecipazione alla Champions League, dell’ordine di 26 milioni di euro – e attese per un 2010-2011 ancora in rosso.
Bisogna infatti considerare la riduzione dei diritti televisivi e la flessione negli abbonamenti. A quanto sembra la tessera del tifoso non è stata accolta positivamente dai gruppi di tifosi organizzati della Roma, perché gli abbonati sono scesi dai 24.861 di un anno fa ai 18.617 della stagione in corso.
In ogni caso l’inizio del processo di vendita ha fatto bene alle azioni del club: venerdì il titolo della Roma è cresciuto del 3,24%, per un prezzo di 1,148 euro – e un valore di borsa di circa 150 milioni di euro.