Sono state il terrore degli ultimi mesi, ma per fortuna forse non le sentiremo suonare più. Le vuvuzelas, le fastidiosissime trombette che hanno rovinato il Mondiale di Sudafrica a milioni di telespettatori in tutto il mondo, non sbarcheranno in Europa.
A deciderlo è l’Uefa, la quale ha potere soltanto nelle competizioni internazionali, ed ha deciso che questi strumenti, tipici della cultura sudafricana, non devono essere ammessi negli stadi durante le gare di Europa League, Champions League e durante le gare di qualificazione agli Europei del 2012.
La motivazione la conosciamo tutti, ed è l’enorme fastidio creato dalle trombette, ma per non passare da xenofoba, la Commissione Uefa ha così giustificato la scelta:
per ragioni legate alla tradizione e alla cultura del calcio europeo.
Solo una questione di cultura? A dir la verità non ci credono nemmeno a Nyon, e la dimostrazione è la conclusione del comunicato:
l’atmosfera delle partite verrebbe cambiata dal suono della vuvuzela. Nel contesto specifico del Sudafrica la vuvuzela aggiunge un tocco di colore locale e di folklore, ma la Uefa crede che l’uso diffuso dello strumento non sarebbe appropriato in Europa, dove un rumore forte e continuo in sottofondo verrebbe amplificato.
Diciamola tutta: il rumore delle vuvuzelas darebbe fastidio a chi guarda le partite in tv, e siccome tutta la giostra si muove sul cardine dei diritti televisivi, è un rischio che non va corso. I motivi saranno prettamente economici, ma per una volta non possiamo dargli torto.
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