Sabato prossimo a Roma è prevista una manifestazione delle tifoserie organizzate per protestare contro la tessera del tifoso. Nonostante sembri uno strumento ideato dal Ministero degli Interni per “schedare” i tifosi, si tratta in realtà di un’idea venuta ad un tifoso stesso, ma che poi è capitata nelle mani sbagliate ed è stata riciclata in maniera altrettanto sbagliata.
Questo tifoso si chiama Anthony Weatherill, inglese che vive in Italia da molto tempo, il quale ideò questa tessera nel 2007 sotto una forma completamente diversa da quella che è oggi. In un intervista al sito Goal.com spiega in cosa la sua idea è stata travisata.
In primo luogo, la tessera era stata fatta sotto forma volontaria per dare un servizio ai tifosi e per dargli voce, per avere un maggiore rapporto con la società e vivere più in simbiosi con la propria squadra. Oggi invece il Ministero degli Interni ha deciso che debba essere obbligatoria (per chi vuol andare in trasferta), e servirà come mezzo per schedare i tifosi come fossero delinquenti e cedere i loro dati in pasto alle ricerche di marketing.
Ma il problema è proprio che il progetto è stato affidato nelle mani sbagliate. All’inizio doveva essere gestito dalla Lega Calcio. E’ normale che se poi viene “regalato” al Ministro degli Interni, diventa uno strumento coercitivo. Tra l’altro, secondo lo stesso Weatherill, anche il divieto di registrazione per chi è stato colpito da Daspo (divieto a partecipare alle manifestazioni sportive) verrà eliminato perché incostituzionale. Insomma, la tessera del tifoso dovrebbe cambiar nome, perché per come sta diventando sembra essere quasi una tessera “contro” il tifoso.