La fatidica data del 18 luglio si avvicina, e forse la decisione sul famoso scudetto del 2006 potrebbe essere persino presa prima. Ma rimanendo con il giorno segnato in rosso sul calendario, cerchiamo di capire com’è la situazione allo stato attuale. L’unica certezza è che lo scudetto non verrà riassegnato alla Juventus. Tutto il resto è solo supposizione.
Dall’essere sicuro che lo scudetto non verrà toccato, ora Moratti ha capito che la situazione dell’Inter si fa sempre più difficile, tanto da minacciare di chiedere i danni. In pratica la sentenza di pochi giorni ha stabilito che l’Inter è colpevole ma prescritta. Alla prescrizione si può rinunciare, e se i nerazzurri sono così angioletti come dicono, potrebbero chiedere di continuare il processo, ma quest’eventualità è sicuramente da scartare.
Le intercettazioni di Facchetti sono inequivocabili, ed il fatto che gli inquirenti della prima ora le avessero scartate a priori puzza un po’. Per questo Abete, per far riprendere un po’ di credibilità a tutto il sistema calcio italiano, potrebbe togliere lo scudetto del 2006 all’Inter. Ma a questo punto cosa accadrebbe? A parte le scontate carte bollate che partirebbero da Milano, destinazione Tar, per richiedere indietro lo “scudetto degli onesti” (o quello di cartone, a seconda dei punti di vista), e per chiedere i danni di immagine, ci sono due vie: la mancata assegnazione, come per il titolo dell’anno precedente, o addirittura l’assegnazione alla Roma.
Sì perché, se si decidesse di seguire la strategia del 2006 di assegnare lo scudetto alla prima squadra che non aveva dirigenti coinvolti nello scandalo (principio che tolse di mezzo il Milan che arrivò secondo), ecco che, cancellando anche l’Inter, diventa la Roma (che arrivò quinta, dietro la Fiorentina, anch’essa condannata) la prima squadra “onesta” di quell’anno. E l’idea piace molto nella Capitale, con i nuovi proprietari americani che vedrebbero piovere dal cielo uno scudetto inaspettato. Bruno Conti è stato inequivocabile:
Lo scudetto del 2006 lo avremmo meritato noi
ha detto in una recente conferenza stampa, mentre Lotito, per evitare che l’acerrima nemica ottenga uno scudetto gratis, è subito intervenuto, dicendo che lo scudetto 2006 è di tutti, tradotto: non va assegnato a nessuno. Questi gli scenari, vedremo quale si verificherà tra un paio di settimane.
OMG 6 Luglio 2011 il 20:53
Ehi ehi ehi!!!!
Lo scudetto lo merita la mia squadra, abbiamo vinto tutte le partite nel nostro campionato di calcetto 2006….
gino 7 Luglio 2011 il 22:10
Stefano Palazzi ha espresso il suo parere nella relazione presentata a Giancarlo Abete: nel comportamento di Giacinto Facchetti ci sarebbero gli estremi per l’illecito sportivo, per violazione degli articoli 1 e 6. Il tutto nasce in particolar modo dalle intercettazioni delle telefonate tra il Cipe e i designatori arbitrali di allora. Questa la verità del Procuratore Federale, che ha paragonato le telefonate di Facchetti a quelle che hanno portato alle sanzioni altre società dopo il processo Calciopoli nel 2006. In uno scenario di questo genere, appare doveroso sottolineare, come molti lettori ci hanno chiesto, quella intercettazione che può essere considerata il simbolo del sistema in atto in quegli anni e del ruolo giocato dall’Inter e, in particolare, da Giacinto Facchetti in qualità di presidente del club. Nello specifico, al telefono con Bergamo c’è l’ex-segretaria della Can di A e B Maria Grazia Fazi, intima di Luciano Moggi, che il 5 gennaio 2005 ‘istruisce’ il designatore su cosa dire durante la serata con Facchetti. Tra l’altro, ne emerge un quadro disgustoso dell’idea che i due hanno del mai dimenticato Cipe: una sorte di burattino che sarebbe facile abbindolare con le parole, da tenere all’oscuro di tutto anche perchè “non è grande per intelligenza”. Un’offesa gratuita, che conferma il doppio gioco effettuato ai danni dell’Inter, convinta di difendersi da un sistema non suo ma attirata senza rendersene conto nella ragnatela di chi ha costruito lo scandalo Calciopoli. In pratica, da questa conversazione non emerge mai il nome di Moggi, anche se la Fazi stava notoriamente dalla sua parte, ma si evidenziano determinati rapporti di forza in gioco e il timore che Bergamo, anello debole della catena, facesse saltare tutto raccontando a Facchetti più del dovuto. E in tutto questo, ovviamente, l’Inter ne esce vittima, anche se oggi viene catalogata nella categoria dei ‘carnefici’.
Ecco il testo integrale della conversazione tra Bergamo e la Fazi:
Fazi: “Per stasera hai organizzato tutto?”
Bergamo: “Ma penso di sì, non l’ho nemmeno sentito per l’organizzazione..cioe ho chiamato solo un…”
Fazi: “Ma chi chiami? Solo lui?”
Bergamo: “Si si si”
Fazi: “Paolo, molto silenzioso, fai parlare lui”
Bergamo: “Beh sì, non mi posso mica mettermi a sbottonarmi troppo”
Fazi: “Più silenzioso che tu puoi…ti riesce cosi bene parlare…fai parlare lui…tu ascolta…rispondi solo quello che ti dice…però rispondi, come ti posso dire, entrando dentro l’argomento ma dalla sua parte… quello che è in difficoltà?hai capito?mettigliela sotto questo aspetto?la grande fatica, la grande difficoltà che fai”
Bergamo: “Ma gli si può mettere anche qualche stupidata che ha fatto Mancini, eh….perché gli ci voglio far entrare un po’ il discorso di Matteo (Trefoloni, ndr) eh”
Fazi: “Alla fine eh…ti ci riportera’ lui…alla fine della serata”
Bergamo: “Ma tanto ci si arriva poi, figurati se non si parla di arbitri…gli devo dire quella per dirgli: sai, come fa Mancini a mettersi contro con un internazionale come lui…”
Fazi: “Non fare che sia l’argomento della serata però…non è questo”
Bergamo: “Noooo”
Fazi: “Hai capito…”
Bergamo: “Sì,sììììì”
Fazi: “L’argomento principale deve essere quello della fatica che tu fai minuto per minuto, il disagio, la fatica, il lavoro…sempre quelle cose li…per stare con tutti…non quello che dicono…che tu stai soltanto con Juve e Milan…e adesso il Milan è pure incazzato con te, perché loro sono sullo stesso piano ma quando deve raccogliere non raccoglie mai?questa è l’ultima di questa mattina….capito?”
Bergamo “Scusa, ho perso il filo…”
Fazi: “Dunque…devi essere dalla parte di tutti…io ti ho detto…non solo dalla parte di Juve e Milan…visto che adesso il Milan è incazzato perché sta sempre sullo stesso piano della Juve, ma quando deve incassare non incassa mai…hai capito?”
Bergamo: “…quando deve incassare non incassa…cioè…se c’è…quando…cioè, se c’è una cosa che non gli va…non lo accetta…insomma, questo”
Fazi: “Noooo…se c’è qualcosa che deve prendere a lui non gli tocca mai quando c’è la Juve”
Bergamo: “Aaah, ho capito ho capito”
Fazi: “Che rimanga tra noi…hai capito?”
Bergamo: “Sì, ma con loro non incassa mai nessuno…con loro, con Torino, non incassa mai niente nessuno…è questa poi la logica del discorso”
Fazi: “Sì, ma adesso però si cominciano a rompere i coglioni tutti…tu però eri quello che poteva un attimo bilanciare questa situazione…non proprio con tutti…con qualcuno…o con tutti a dare ognuno il suo…non ci stai riuscendo nemmeno te…per quale motivo? Hai capito…questa è di stamattina. Quindi per lo stesso motivo che ti dico all’altra fonte…stai attento quello che gli dici…hai capito…quindi non è che gli altri non incassano…e che è umanamente impossibile fare tutto da soli avendo tutti contro. E da qui le eventuali discussioni?quel chiacchiericcio che sta uscendo fuori che non è piu’ un chiacchiericcio, ma è una cosa messa ad arte per quello che conta perchè c’hai davanti non Einstein… però…però
Bergamo: “Sì, ma sai le cose hanno preso una piega cheee…”
Fazi: “Infatti”
Bergamo: “Hai capito…”
Fazi: “Ha una cosa anche lui, infatti?ha un suo valore molto molto importante…quindi lascia perdere Mancini…che cazzo te ne frega…sì, fagliela la battuta…per carita di dio, spiegagli che cosi non si fa, che ci rimettono, tutto quello che vuoi. Ma non fare che sia l’argomento della serata…se solo ben capisci e studiati però, ti ho detto… essendo meno irruento. Però…se diventa questo l’argomento, cambia, se o dai adito a quello che loro hanno risaputo…loro fonte inter….hai capito? Ecco quindi, mi raccomando…quindi ogni volta che parli di’: è giusto questo? Dentro di te, senz’altro, sarà giusto, ma ponderalo, non lo dire di getto, a te non ti riescono bene le cose dette di getto”
Bergamo: “anche perchè poi lui non è, non è un gran…”
Fazi: “Bravo…capito”
Bergamo: “Lui non è un grande intelligente…”
Fazi: “Quindi, hai capito…quindi devi essere non immediato, ma incisivo, la frase a effetto lui non la capisce…devi girare intorno all’ argomento e poi ci devi entrare, con calma. Lo deve capire bene poi, perchè da quella parte li’ pensano questo, hai capito?”
Oltre a rimanere profondamente indignati per gli epiteti nei confronti di Facchetti, appare evidente che le sue intenzioni erano quelle di difendere il club nerazzurro e non di ottenere vantaggi, mai avuti tra l’altro. Spiace sottolinearlo, ma il Cipe era solo un ‘burattino’ nelle mani di personaggi ben consapevoli della realtà dei fatti, perché parte di essa. Oggi Facchetti è considerato autore di comportamenti degni di sanzione, ma chi ha stabilito ciò forse decontestualizza le sue telefonate e dimentica i reali protagonisti dello scandalo e del sistema che ha portato al processo di Calciopoli. L’Inter non era carnefice come altri club, bensì vittima e sperava, rimanendo in contatto con i depositari del potere arbitrale (a loro volta manovrati), di essere tutelata. Ricordando questa chiacchierata tra Bergamo e la Fazi, lo squallore di certe accuse appare ancora più evidente e fuori luogo.