Dopo 7 giornate di fuga a braccetto, il Manchester City può finalmente mettere la freccia e superare in vetta i cugini dello United. Grazie ad un turno favorevole infatti, la squadra di Mancini riesce a mettere due punti tra sé e gli eterni rivali, portando a casa la settima vittoria su 8 partite, e approfittando del contemporaneo pareggio della truppa di Ferguson.
E dire che la vittoria non era proprio scontata, visto che contro c’era l’Aston Villa, non una squadretta, e che il Mancio non poteva disporre di Aguero infortunato, Silva, Nasri e Dzeko tenuti a riposo per la Champions e Tevez fuori rosa. Insomma, Balotelli era l’unico attaccante di ruolo a disposizione, e non ha deluso le aspettative. Anzi, tutt’altro.
L’ex attaccante dell’Inter infatti apre subito le danze con un gol da cineteca, una rovesciata dopo 28 minuti che sarà solo il primo dei 4 gol che il City segnerà al povero Aston Villa. A qualche decina di chilometri di distanza il Liverpool quasi sfiora il colpaccio contro il Manchester United, visto che Ferguson decide di lasciare in panchina quasi tutti i titolari e giocare con un catenaccio che farebbe impallidire anche gli allenatori italiani più difensivisti: 5 difensori di ruolo e match giocato in contropiede.
La strategia funziona fino a metà secondo tempo, quando i Reds riescono a sbloccare il risultato nell’unico modo possibile: un calcio piazzato. A trasformare una punizione è il solito Gerrard, e solo in quel caso Ferguson decide di mettere in campo le sue stelle. Tra queste il jolly lo pesca Hernandez che a dieci minuti dalla fine segna la rete del pari che respinge il Liverpool a distanza di sicurezza.
Bene anche il Chelsea che vince 3-1 contro un Everton che ormai non fa più tanta paura come una volta, ma senza dare l’impressione di essere quello squadrone imbattibile che era fino ad un paio di anni fa. Villas Boas dovrà lavorare tanto, soprattutto per svecchiare una squadra che sembra essere arrivata alla fine di un ciclo.
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