Dice di trovarsi bene in quel di Manchester, ma nei due anni di permanenza in Inghilterra non è riuscito a farsi degli amici ed è per questo – forse – che tornerebbe volentieri in Italia. E’ un Mario Balotelli nostalgico, ma anche disposto ad affrontare temi importanti quello che si presenta di fronte ai taccuini della rivista L’uomo di Vogue:
Ho 21 anni e già da quasi due sono lontano da casa. Mi sono adattato abbastanza bene, nonostante differenze abissali. Ma non ho amici veri, qui. Se dovessi muovermi, ora come ora, sceglierei l’Italia. Giocando in Inghilterra parlo poco, ma se tornassi interverrei su diversi argomenti.
Interverrebbe, ad esempio, su un argomento che gli sta molto a cuore, il razzismo, più volte subito sulla propria pelle:
Quando ho saputo dell’agghiacciante doppio omicidio razzista di Firenze, ho provato anche io un grande dolore. Fossi stato ancora nel nostro paese avrei preso posizione pubblicamente. Avrei avuto voglia, in qualche modo, di dare una mano. Non mi pare un tema necessariamente legato al tifo: conosco supporter sfegatati, eppure correttissimi, in Italia e ancora di più in Inghilterra. Il razzismo nasce dall’ignoranza più bassa. E’ sui bambini che bisogna agire, e soprattutto a scuola.
Nel corso dell’intervista c’è stazio anche per qualche critica alla stampa:
Se compro una Fiat Uno, leggo che per un tipo come me era più adatta una Ferrari; se scelgo la Ferrari, scrivete che avrei dovuto stare con i piedi per terra e comprare la Uno. Se rido, non sono serio; se non rido, sono un musone ricco che nemmeno si diverte a fare il mestiere più bello del mondo.
E ancora:
La stampa scandalistica inglese scrive di tutto ed esagera sempre, ma la cosa che mi dà fastidio è che in Italia le fesserie dei tabloid siano riprese e amplificate senza verifiche. Così molti connazionali prendono tutto per oro colato.
E’ il prezzo del successo, ma anche la sua inclinazione naturale nel mettersi nei guai.
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