Com’è dura sentirsi poco appprezzati, nonostante gli sforzi fatti e l’impegno profuso… Immaginate quindi come deve aver vissuto Avram Grant nei mesi alla guida del Chelsea: i tifosi non lo amavano, i giocatori non hanno mai dimostrato grande stima nei suoi confronti, la stampa gli si è spesso scagliata contro.
Eppure lui non aveva chiesto nulla, si era ritrovato di punto in bianco a guidare una delle compagini più forti della Premier, dovendo sostituire un mostro sacro come Josè Mourinho. Eppure lui, allenatore senza esperienza di grandi club, è arrivato a giocarsi la finale di Champions League, perdendola poi solo per uno scivolone del suo capitano nel momento decisivo.
E chissà cosa sarebbe successo se quel tiro fosse finito alle spalle di Van Der Saar, chissà se qualcuno avrebbe avuto il coraggio di buttar fuori l’israeliano per far posto a quell’altro mostro sacro che risponde al nome di Felipe Scolari. Ma il passato non torna ed ora il silurato Avram Grant si toglie qualche sassolino dalla scarpa, prendendosela con tutto l’ambiente dei Blues, Abramovich escluso.
Il bersaglio preferito è Anelka, voluto dalla società, ma mai particolarmente amato dal tecnico:
Non avevo per niente bisogno di un giocatore come Anelka e glielo dissi. Lui ha delle qualità indiscutibili, ma non ha sempre voglia di giocare, mentre la maggior parte dei giocatori con me migliora sempre.
Il francese quest’anno sembra rivitalizzato dall’arrivo di Scolari, tanto che ha già messo a segno 15 reti, 13 nella Premier dove è cannoniere principe. Lo scorso anno con Grant segnò appena due reti, dando l’impressione di essere l’ennesimo flop in casa Chelsea, visto che era costato la bellezza di 15 milioni di sterline.
Anelka a parte, comunque, l’ex tecnico dei Blues ha tracciato un profilo non proprio edificante di tutti i componenti della rosa, definendoli bambini viziati e ignoranti:
Non sapevano nemmeno cosa fosse l’Olocausto e lo chiesero a me. Non riuscivo a credere che ci fosse una tale ignoranza su una simile tragedia. I calciatori sono dei professionisti e puntano sempre ai massimi livelli, oltre che ai massimi guadagni, ma sareste davvero sorpresi dei problemi che ci sono in un club come il Chelsea. Problemi che, invece, non avresti mai con una squadra di ragazzini in Israele.
L’unico a salvarsi dalla vendetta verbale di Avram Grant è Roman Abramovich, che pure deve aver avuto un ruolo determinante nell’allontanamento del tecnico israeliano dalla panchina dei Blues:
Io e Roman siamo ancora buoni amici. Del resto, con me il Chelsea vinse 9 partite di fila: un record. Ma poi qualcuno cominciò a dire che eravamo in crisi, gente della società che non è tifosa della squadra e che è più attaccata ai soldi che alla maglia. Ma del resto, è così che vanno le cose in Inghilterra.