Squadre storiche: l’Ungheria ed i tre ori olimpici

di Redazione Commenta

In questa lunga estate di calciomercato bollente, l’attualità spesso ruba spazio alle rubriche dedicate al calcio che fu. Chiediamo scusa per questo ai nostri affezionati lettori e promettiamo sin da adesso di tornare ad occuparcene con una certa regolarità.

Prima che l’Europeo ed il mercato estivo calamitassero completamente la nostra attenzione, il mercoledì eravamo soliti raccontarvi le partite storiche, quelle cioè che per un motivo o per l’altro si guadagnano un posto speciale negli annali del calcio.

Quest’oggi, più che di una partita, vogliamo farvi rivivere le gesta di una nazionale che, seppur in epoche diverse, è riuscita a conquistare ben tre ori olimpici. Stiamo parlando della grande Ungheria degli anni ’50-’60 e di un calcio dimenticato che al giorno d’oggi sarebbe improponibile.


Erano gli anni dello strapotere delle squadre dell’est, aiutate da una regola rimasta in vigore fino al 1980 che impediva alle nazionali olimpiche di schierare giocatori professionisti. Le squadre dell’est europeo erano per lo più formate da dilettanti ed in questo senso erano avvantaggiate, potendo proporre le nazionali maggiori. Ma l’Ungheria dei primi anni cinquanta era realmente forte e con molta probabilità se la sarebbe potuta giocare contro qualunque altra formazione.

La punta di diamante era Puskas, nel pieno della forma fisica, prima di scappare dalla patria e di fare le fortune del Real Madrid in coppia con Di Stefano. Ma quell’Ungheria era composta di ottimi elementi provenienti quasi tutti dall’Honved, la squadra dell’esercito, una delle più forti d’Europa in quegli anni. Durante le Olimpiadi del 1952 Puskas e compagni diedero lezioni di calcio alle squadre di mezza Europa, proponendo un gioco innovativo e votato all’attacco. E fu oro olimpico, conquistato proprio contro un’altra squadra dell’est, la Jugoslavia.

Quella squadra venne poi smembrata dagli avvenimenti politici e molti calciatori furono costretti a cercare asilo all’estero, potendo rientrare in patria solo molti anni più tardi. Il calcio ungherese andò quindi ad arricchire i club di mezza Europa e per qualche anno la nazionale risentì degli illustri abbondoni. Nei primi anni ’60 però, l’Ungheria tornò a dettar legge grazie all’innesto di giovani leve dai piedi buoni, che riscirono a conquistare due ori olimpici consecutivi, a Tokio nel ’64 e a Città del Messico nel ’68.

Ora l’Ungheria è una delle cenerentole del calcio europeo, ma ricordate che ci fu un tempo in cui il suo nome faceva paura al mondo intero.

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