Anche nel giorno del venerdì santo volano parole grosse tra i dirigenti dei club di Serie A. Ormai la partita è tra i primi 5 club per numero di tifosi (Juventus, Milan, Inter, Roma e Napoli), e tutti gli altri, l’oggetto del contendere sono i 200 milioni dei diritti televisivi.
Dopo la lite dei giorni scorsi tra Lotito e De Laurentiis, e la proposta di Lazio, Udinese e Cagliari di coinvolgere il bacino d’utenza e non i tifosi che si recano allo stadio (come volevano le big), a prendere la parola è Tommaso Ghirardi, presidente del Parma che di solito parla poco, ma quando parla si fa sentire.
Non ho parole, chi vuole distruggere il calcio non è certamente chi fa dei sacrifici per portare avanti le proprie società e lotta quotidianamente coi bilanci e con la classifica. Credo che la gente sappia come stanno le cose. Alle fine le grandi si facciano il loro campionato europeo e vorrà dire che le altre 15 faranno un campionato italiano dei poveracci.
Queste le parole del patron emiliano che rilancia la vecchia idea, bocciata dalla Uefa, di una superlega in cui i maggiori club europei si sfidavano in una sorta di Nba, a prescindere dai campionati nazionali. La proposta sul bacino d’utenza ripartiva il pubblico in tre categorie: appassionato, sostenitore e simpatizzante. In questo modo molti tifosi che tifano per una squadra ma simpatizzano anche per un’altra (di solito la prima è una big e la seconda una provinciale), porterebbero più soldi ai club più piccoli, e per questo la proposta ha trovato la ferma opposizione dei cinque club più grandi.