Dopo la deludente avventura sulla panchina dell’Inter, Giampiero Gasperini torna a guidare una formazione di Serie A, il Palermo, nella speranza di riscattare i rosanero da un inizio stagione no proprio esaltante. L’ex allenatore nerazzurro si tuffa a capofitto nella nuova realtà e racconta l’impatto con l’ambente palermitano:
All’inizio della settimana il morale non era altissimo, ma i ragazzi sono stati disponibili e superato il primo momento di disorientamento, comprensibile, c’è stata grande disponibilità.
E ancora:
E’ stato un segno molto positivo perché abbiamo lavorato bene. Ho cercato di non esagerare dal punto di vista tattico, ho dato soltanto alcuni segnali, pochi ma precisi, ma ho cercato di dare fiducia a questa squadra per giocare un campionato, che in fondo è appena iniziato, con entusiasmo e voglia di fare bene. Da dove si riparte? Dal gruppo: questo è un gruppo solido, di ragazzi positivi sia quelli più maturi che i ragazzi giovani che hanno bisogno di fiducia, non dobbiamo aver paura, siamo all’inizio e tutto è rimediabile, senza troppi calcoli con coraggio. In questo momento prevale da una parte l’emozione di tornare a Palermo, una città che ho vissuto 5 anni da giocatore, purtroppo parecchi anni fa, Paura? No, assolutamente, ma voglia di voler fare un bel lavoro. Difficile parlare dei moduli 3-4-3 o 3-5-2, chiaro che preferibilmente possono essere questi ma dovremo essere capaci di adattarci, scalare un esterno, abbassare un attaccante, dipenderà dalle caratteristiche degli avversari, dobbiamo cercare di far bene in modo duttile.
Gasperini cercherà di mettere in pratica le proprie teorie già dalla gara di domani contro l’Atalanta, squadra ostica e reduce dalla vittoria contro il Milan sul campo di San Siro. Colantuono, però, frena i facili entusiasmi:
Dobbiamo assolutamente dimenticare la grande impresa col Milan! Adesso dovremo fare i conti con un Palermo assai motivato per il cambio dell’allenatore. Inoltre, teniamo presente che i rosanero dispongono di giocatori di qualità, primo fra tutti Miccoli che, tra l’altro, conosco bene.
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