Manoel Francisco Dos Santos, per tutti semplicemente Garrincha, è stato uno dei calciatori brasiliani più forte di tutti i tempi. Deve il suo soprannome al problema fisico che lo affliggeva sin da bambino, quando una malattia lo rese zoppo, con una gamba nettamente più corta dell’altra. Chiunque al suo posto avrebbe avuto difficoltà persino a camminare, ma la sua determinazione gli permise di conquistare il mondo con le sue giocate magiche ed i suoi dribbing irresistibili.
Nato in una famiglia povera di Pau Grande, iniziò a giocare a pallone nei campetti sterrati della città, dove oltre agli avversari, doveva affrontare lo scetticismo con cui veniva visto a causa delle sue gambe storte. Il Botafogo fu la prima squadra a scommettere su di lui, grazie a Gentil Cardoso, che lo aveva visto giocare e lo inserì subito in prima squadra. Con questa maglia resterà per dodici stagioni, vincendo tre campionati di Sao Paolo e due Carioca e mettendo a segno per 230 reti.
Il dribbing era il suo pezzo forte: il difetto fisico, che gli avrebbe dovuto impedire persino di camminare, si rivelò la sua arma vincente. Ancora oggi capita di sentir dire “un dribbling alla Garrincha”, ma difficilmente quel gesto può essere emulato. Finta verso sinistra, accellerazione, passo a destra, ancora accellerazione e conversione al centro: solo a descrivere il movimento fa girare la testa, figuriamoci come restavano i suoi avversari nel vederlo scappare!