Walter Zenga: dai pali alla panchina!

Dalla solitudine tra i pali al freddo di una panchina la strada è lunga, ma Walter Zenga ha dimostrato negli anni di potersela cavare in entrambi i ruoli. La sua marcia di avvicinamento al professionismo cominciò tra i pulcini dell’Inter, quando a soli 10 anni venne scelto da Italo Galbiati per difendere una porta ancora troppo grande per lui.

Ma Walter aveva tutte le qualità per arrivare in alto, se è vero che il club con il quale giocava precedentemente (la Maccalesi), aveva contraffatto la data di nascita sul suo cartellino, pur di farlo giocare con i ragazzi più grandi.

All’Inter divideva il suo tempo tra le partite nelle giovanili e il “mestiere” di raccattapalle a San Siro, pretendendo di stare sempre dietro la porta di Bordon, suo mito e futuro collega.

Alla scoperta dell’oggetto del desiderio di mezza serie A: Davide Lanzafame

Lo scorso anno era considerato una delle migliori promesse del calcio italiano. Era stato mandato in serie B a farsi le ossa, ma all’inizio, tra i molti guai societari del Bari, si era un pò perso. Ironia della sorte, dopo gli anni fantastici con la primavera della Juventus, in cui era diventato anche capocannoniere del campionato, aveva fatto il suo esordio in prima squadra proprio contro il Bari, e a promozione acquisita.

E così, probabilmente per l’arrivo di Perinetti, ex direttore sportivo bianconero, alla corte di Matarrese, Lanzafame finisce a Bari, dove il suo rapporto non idilliaco con Materazzi lo porta anche a finire in panchina. Ora a distanza di 8 mesi sembra che sia più appetito di Ronaldinho ed è arrivato anche alla nazionale Under 21.

Josè Mourinho: nessuno come me!

Silurato dal Chelsea e disoccupato di lusso, Josè Mourinho sembra aver speso bene il tempo libero dovuto all’inattività. Lo immaginavamo seduto accanto al telefono ad aspettare una chiamata e invece stava preparando la sua personale vendetta contro gli illustri colleghi. Lo fa con un libro, “Born Winner”, in cui si lascia andare a dichiarazioni poco simpatiche sull’operato degli allenatori di Manchester United, Liverpool ed Arsenal.

Voi non diventerete mai speciali come me!

Questo il messaggio lanciato a Sir Alex Ferguson, Arsene Wenger e Rafa Benitez e, la cosa potrebbe far sorridere, considerando che l’Inghilterra a livello di club è al momento la nazione sul tetto d’Europa. Da dove arriva tanta sicurezza ed arroganza? Mourinho fa parlare i numeri e fa notare che su 100 gare la sua squadra ha conquistato il 70% di vittorie, mentre l’Arsenal si è fermato a 50 e Ferguson ancora meno. Ma non è finita qui.

Calciomercato o Fantacalcio? Ronaldo in Giappone e Ibra ai Galacticos

Ieri abbiamo parlato del mercato faraonico che aspetta la Juve, ma grossi cambiamenti ci potrebbero essere anche per altre squadre, e non solo in Italia.
Ma la vera notizia è che l’Inter pigliatutto di due anni fa, in cui girava per l’Europa a prendere tutti i calciatori che voleva, la prossima estate potrebbe diventare il supermercato preferito dei grandi club europei.

Primo fra tutti il Real Madrid. Sfumato il sogno Cristiano Ronaldo, che il Manchester non vuol cedere neanche per 120 milioni di euro, sembrerebbe che Mijatovic si stia facendo vivo con il club nerazzurro per chiedere informazioni su Ibrahimovic. E l’assegno che ha portato con se sembra avere tanti zeri: 70 milioni per l’Inter e 12 all’anno per Ibra, cifre da far vergognare anche lo stesso Ronaldo. Altra punta, altra corsa. Stavolta è il Chelsea a mettere gli occhi su uno dei gioielli di Moratti. Abramovich infatti sembra molto interessato all’acquisto di Balotelli, per continuare la campagna acquisti verde per il prossimo anno. L’offerta iniziale è di 10 milioni di sterline, ma potrebbe aumentare a breve.

Estudiantes-Milan 2-1: caccia a Combin!

Era il 23 ottobre 1969 e si giocava finale di ritorno della Coppa Intercontinentale tra l’Estudiantes ed il Milan. I rossoneri partivano alla volta dell’Argentina forti del 3-0 maturato in casa e quasi certi di riportare il trofeo in patria. Sapevano che gli avversari avrebbero tentato il tutto per tutto per ribaltare il risultato, ma mai potevano immaginare che la partita si sarebbe trasformata in un vero e proprio massacro.

Ma facciamo un passo indietro. Nel Milan giocava Nestor Combin, argentino di nascita, naturalizzato francese, che in quegli anni rappresentava per il suo paese d’origine l’uomo più odiato in assoluto. Che aveva fatto di male? Sei anni prima aveva ricevuto la chiamata alle armi, ma non era mai salito sull’aereo che lo riportava in Argentina per compiere il suo dovere di cittadino. Disertore?

No, perché nel frattempo aveva già svolto il servizio militare in Francia, paese di cui aveva preso la cittadinanza, e i due governi erano d’accordo sul fatto che il giovane avesse pienamente assolto ai suoi obblighi militari. Ma nessun giornale aveva mai menzionato quell’accordo, né all’epoca dei fatti né tantomeno alla vigilia della gara con il Milan. Combin quindi arrivava in sudamerica con la nomea di codardo e traditore. Questo l’antefatto, necessario per spiegare i motivi che trasformarono il terreno della “Bombonera” in un campo di battaglia (e non è un eufemismo!).

Ligue 1: unico campionato ancora aperto, incertezza su tutti i fronti

La Ligue 1 più bella degli ultimi 7 anni si sta svolgendo proprio in questi giorni, tra l’indifferenza dei media europei. Se le attenzioni sono tutte rivolte al campionato inglese, tra i capricci di Cristiano Ronaldo e lo strapotere del Manchester, o sul campionato italiano, dove l’Inter ormai ha mezzo scudetto cucito sulla maglia, o magari si dà la precedenza ai campionati spagnolo e tedesco, in cui la distanza tra prima e seconda è già 9-10 punti, sono in pochi a sapere che l’unico campionato ancora aperto si svolge in Francia.

Infatti il Lione che sembrava aver stravinto Le Championnat, ha subito un calo vistoso nelle ultime gare, bruciando 5 punti in due settimane. Probabilmente i pluricampioni di Francia si sono sentiti troppo sicuri della vittoria quest’anno, e che i bravi ragazzi del Bordeaux non fossero tanto convinti di farcela a recuperare.

Cristiano Ronaldo, Christian Vieri, Matteo Ferrari: quanti amori in campo!

Calcio e gossip sulle pagine di Calciopro, perché il mondo del pallone non è fatto solo di pressing e fuorigioco, ma anche di storie fuori dal campo, che occupano le copertine di giornali sportivi e non.

Potremmo raccontarne a centinaia, ci limiteremo a quelle che maggiormente attirano l’attenzione in questo periodo, a partire dal flirt tra Cristiano Ronaldo e la modella Nereida Gallardo. La storia va avanti da tre mesi e, a sentire gli amici del fenomeno portoghese, sembra che stavolta si tratti di una cosa seria.

Non più prostitute affittate per una notte o voli verso Roma per darsi alla pazza gioia dopo una vittoria: stavolta Cristiano sembra veramente innamorato, tanto da presentare la sua nuova fiamma alla famiglia.

Premier League: brutto scherzo del Wigan, niente più speranze scudetto per il Chelsea

Lo United è una squadra fuori dal normale. E’ quello che almeno penseranno i tifosi inglesi, dopo l’ultima giornata di campionato. I Red Devils passeggiano sulle spoglie della Roma in coppa, e in campionato corrono come se fossero a riposo da un mese. Se tutti risentono delle fatiche del mercoledì, i ragazzi di sir Alex Ferguson hanno una marcia in più, sarà per la media di età molto bassa, ma non hanno difficoltà nemmeno contro l’Arsenal dei fenomeni, con un giorno in più di riposo nelle gambe.

Poteva essere la giornata decisiva in cui si riapriva il campionato. Lo United affrontava i terzi in classifica, e il Chelsea il Wigan, ad un passo dalla retrocessione. Se le cose fossero andate diversamente, ora staremmo a parlare di 3 squadre racchiuse in 3 punti al vertice, e invece gli extraterrestri di Manchester mettono sotto chiave la Premier League.

Tutti vogliono la Juve

Sarà il fascino della Vecchia Signora, sarà il mezzo miracolo che ha portato la squadra dalla serie B alla Champions League nell’arco di un anno, o forse il rinnovato entusiasmo

Storia degli Europei: Italia 1980

A vent’anni esatti dalla sua creazione, l’Europeo cambia formula, aumentando il numero di partecipanti alla fase finale. Finora all’ultimo atto della manifestazione avevamo trovato quattro squadre che si giocavano semifinali e finale, con la squadra di casa che doveva guadagnarsi la qualificazione al pari di ogni altra compagine.

Nel 1980 la formula cambia: sempre 32 squadre ai nastri di partenza, ma stavolta il paese ospitante ha il vantaggio di vedere la propria nazionale qualificata di diritto per la fase finale. E tocca proprio all’Italia inaugurare la nuova formula!

Per il resto, 31 squadre divise in sette gruppi (tre da cinque e quattro da quattro) a giocarsi i sette posti ancora disponibili. Quasi scontato l’esito delle qualificazioni, con le grandi favorite arrivate quasi tutte a staccare il biglietto per l’Italia: Germania ed Inghilterra fanno il proprio dovere, vincendo rispettivamente il gruppo 1 ed il gruppo 7; tranquillo il cammino della Cecoslovacchia, campione uscente e decisa a ripetere l’impresa di quattro anni prima; più difficile del previsto invece per l’Olanda, che pure veniva dal terzo posto agli Europei del ’76 e dal secondo ai Mondiali del ’78; brividi anche per la Spagna, rimasta testa a testa fino all’ultimo con la Jugoslavia.