Storia degli Europei: Inghilterra 1996

Formula completamente rinnovata per il Campionato Europeo del 1996. Per la prima volta vengono ammesse 16 squadre alla fase finale, in una sorta di mini mondiale. Sempre qualificata di diritto la nazionale padrona di casa, in questo caso l’Inghilterra, che organizzerà l’evento al grido di Football Comes Home (Il calcio torna a casa).

I gironi di qualificazione prevedevano la presenza di ben 48 formazioni, divise in otto gruppi da sei squadre (nel gruppo 3 solo cinque), dai quali dovevano uscire le 16 regine che si sarebbero date battaglia in terra inglese.

L’Italia stavolta era presente alla manifestazione continentale, sotto la guida di Arrigo Sacchi, già mister degli azzurri nel Mondiale americano di due anni prima, conclusosi con la deludente sconfitta ai rigori contro il Brasile Tetracampeao.

Fantacalcio: decidono gli assist

L’incertezza di questa giornata per una volta si è affievolita grazie alla regola degli assist. Se molto spesso ci siamo trovati di fronte ai parimerito, e ci siamo rivolti alla quotazione in Fantamilioni per decidere il migliore in campo, stavolta sono stati i tanti +1 a venirci incontro, e a decidere per noi chi potrà essere il migliore.

Non che i parimerito non ci siano. Infatti, come vedremo, in difesa ce n’è più di uno, ma per il resto si è risolto in maniera diversa. Fa impressione in questa giornata vedere come il centrocampo sia a volte più determinante dell’attacco, dato che i punteggi più alti sono venuti proprio da quel reparto, mentre i portieri non riescono più a parare i rigori (non c’è un +3 tra i pali da quasi un mese), e quindi questo contribuisce a far abbassare i punteggi, anche per chi usa il modificatore di difesa.

Manuele Blasi: La Gea? Ho inventato tutto!

Riusciremo a venirne a capo e a scoprire almeno una parte di verità? Stiamo parlando del processo a carico della Gea, che vede imputati Luciano ed Alessandro Moggi, Davide Lippi, Franco Zavaglia, Francesco Ceravolo e Pasquale Gallo.

Ieri l’ennesima puntata della telenovela si è svolta presso la decima sezione penale di Roma e quanto è venuto fuori dagli interrogatori è stata la dimostrazione che certi argomenti evidentemente fanno ancora paura e sono destinati a lasciare strascichi polemici ancora per molto tempo.

Sul banco dei testimoni è stato chiamato a deporre Manuele Blasi, ora al Napoli, ma all’epoca dei fatti tesserato per la Juventus. Tra un “non so” ed un “non ricordo”, il calciatore ha pronunciato parole che scagionerebbero da ogni accusa gli imputati, ma al tempo stesso potrebbero creare a lui stesso seri problemi con la legge. Vediamo com’è andata.

Terribile confessione di Jardel: “Sono un cocainomane”

Ve lo ricordate Mario Jardel? Sicuramente i tifosi del Milan si. Fu lui l’artefice dell’eliminazione dalla Champions sul finire degli anni ’90, quando lo incontrarono prima con la maglia del Porto e poi con quella del Galatasaray. Ora, a 35 anni e con due scarpe d’oro nella sua bacheca, la confessione scioccante: “Sono un cocainomane“.

La dichiarazione è avvenuta in diretta in un’intervista della tv nazionale brasiliana “Globo“, che ha raggiunto il calciatore che, attualmente senza una squadra, si sta allenando da solo, in attesa di un ingaggio.

Sandro Mazzola: predestinato di classe

Un destino nel nome, un predestinato che deve sempre dimostrare di essere erede degno di un padre così importante. E’ la storia di Sandro Mazzola, figlio di Valentino, capitano del Grande Torino, prematuramente scomparso nella tragedia di Superga.

Sandrino all’epoca era un bambino ed ancora oggi confessa di aver cancellato quella fetta di esistenza che precedeva il grande dolore. Iniziò a tirar calci ad un pallone spinto da una vocazione naturale, sapendo sin da allora che il confronto con il papà-campione sarebbe stato inevitavile. Ha sempre ammesso che suo padre era di un altro pianeta e per quanto poi nella carriera Sandro ebbe modo di dimostrare grandi doti, non raggiunse mai la classe sopraffina del genitore.

Lo portò all’Inter Giuseppe Meazza, più per pietà verso un ragazzino che aveva perso suo padre in un modo così tragico, che per l’effettivo talento del giovane Mazzola. Ma Sandro negli anni riuscì tirar fuori la classe e ad onorare il cognome che portava.

Liga: Real ad un passo dallo scudetto

Potrebbe essere solo questione di giorni, e il Real Madrid potrà alzare al cielo l’ennesimo trofeo in terra spagnola. Tutto grazie a quella sicurezza dei vecchi tempi che aveva perduto, ma soprattutto alla concorrenza che mai come quest’anno si è data latitante.

Ma andiamo con ordine. Il via ai festeggiamenti lo aveva già dato il Barcellona 24 ore prima, quando, venendo sconfitto addirittura anche dal Deportivo Lacoruna, salutava ogni velleità scudetto. Peccato per le merengues che il Villareal non ci stia a fargli vincere con un mese di anticipo la Liga, e strappa una difficile vittoria contro il Betis, rinviando la festa scudetto come minimo di una settimana.

35^ giornata: nessun verdetto

Poche certezze e qualche sorpresa al termine della 35^ giornata di campionato. La matematica non regala ancora verdetti definitivi né in testa né in coda e bisognerà attendere almeno la prossima domenica per saperne di più.

La domenica di tutte le gare giocate in contemporanea ci regala solo la sicura partecipazione della Juventus alla Champions League del prossimo anno. Per ora da terza classificata con 70 punti, ma, a tre giornate dal termine, i cinque punti cha la separano dalla Roma sono sulla carta recuperabili. Al tempo stesso, le sei lunghezze che separano i giallorossi dall’Inter capolista non danno la certezza di uno scudetto già assegnato.

Alla fine dei giochi probabilmente le posizioni d vertice rimarranno le stesse, ma finché non ci sarà la sicurezza dei numeri continueremo a parlare di campionato aperto.

Fantacalcio: imperioso Inzaghi, strepitosi Chiellini e Cozza

La fine del campionato si avvicina, e con essa anche i tanti gol. 31 in questa domenica dove finalmente ci siamo fatti una scorpacciata di calcio, con 10 partite in contemporanea, e calcolatrici del Fantacalcio in fibrillazione.

Secondo quanto detto nelle previsioni di sabato, non siamo andati tanto male. Abbiamo azzeccato l’incisività di Cozza (doppietta per lui) e l’ottimo momento della difesa della Sampdoria (i due gol dei blucerchiati sono segnati dai difensori). Bene anche l’idea sul centrocampo della Roma e su Vargas, ma quello che nessuno credo avrà mai potuto indovinare è la tripletta di Inzaghi, che porta a 9 i suoi gol in campionato, nonostante questo sia cominciato solo a marzo. Una buona freccia nell’arco azzurro ai prossimi europei.

Partita sospesa per…bomba

Se l’è vista brutta ieri un ragazzino allo stadio “Calbi” di Cattolica, vicino Rimini. Nel pomeriggio si stava giocando una partita del campionato juniores, quando ad un certo punto il

Bruno Conti: giallorosso del secolo!

Di Bruno ce n’è uno e viene da Nettuno.

Così cantava la Curva Sud negli anni ’80 ed il Bruno della canzoncina era Conti, giallorosso doc, piccolo di statura ma immenso in campo. Di lui la leggenda racconta che lo volesse una squadra americana di baseball, ma il padre non gli permise di partire per gli States, invitandolo invece a prendere a calci un pallone sulle spiagge del litorale laziale, dove era nato.

A dieci anni Helenio Herrera lo scartò, ritenendolo troppo gracile e minuto per poter giocare a calcio, ma Brunetto non si diede per vinto e negli anni si tolse le sue belle soddisfazioni.