Ivano Bordon: portiere di ghiaccio

Gli piaceva essere chiamato “pallottola”, così come lo aveva soprannominato Sandro Mazzola, dopo averlo visto schizzare da una palo all’altro della porta con velocità impressionante, ma Ivano Bordon era famoso soprattutto per l’atteggiamento glaciale con cui affrontava le gare, tanto da meritarsi il titolo di “portiere di ghiaccio”.

Una vita quasi interamente dedicata al calcio, soprattutto a difesa della porta dell’Inter, dove giocò per 13 stagioni, conquistando due scudetti e due Coppe Italia. Di lui si ricorda una gara in particolare, una di quelle partite storiche a noi tanto care, che avremo modo di raccontare più in là, in un articolo a parte.

Per ora accontentatevi di conoscerne l’epilogo, con un giovanissimo Ivano Bordon (20 anni appena), che prendeva il posto di Lido Vieri e regalava la qualificazione al terzo turno di Coppa dei Campioni alla squadra nerazzurra. Quella sera il ragazzino davanti ad ottantamila spettatori riuscì a parare di tutto e di più, concedendosi anche il lusso di respingere un calcio di rigore a Hevcknes, e guadagnandosi meritatamente il titolo di eroe della serata.

Bundesliga: Werder e Schalke chiudono il discorso Champions, Borussia salvo

Ultimo turno infrasettimanale per il campionato tedesco. La lotta per lo scudetto era già chiusa da un pezzo (e matematicamente da domenica scorsa), ma c’erano altri grandi traguardi da raggiungere, come la qualificazione in Champions o la salvezza.

La partita di cartello di questa 32esima giornata era Amburgo-Werder Brema e, in cui i padroni di casa, vincendo, avrebbero avuto ancora qualche speranza di qualificarsi per la prossima Champions League, mentre perdendo avrebbero chiuso definitivamente il discorso. Ma anche altre gare clou c’erano in questa giornata, come lo scontro per la salvezza Norimberga-Duisburg e Borussia Dortmund-Stoccarda.

Coppa Italia: l’Inter nervosa è in finale!

Ecco cosa succede a parlar male dell’Inter! Solo ieri ne avevamo elencato le debolezze, individuando nella scarsa personalità e nella difficoltà a gestire i momenti clou, il problema maggiore.

Stamattina invece ci ritroviamo a lodare lo spirito cinico di questa squadra che è riuscita col minimo sforzo a raggiungere il massimo risultato. La Lazio ha fatto quel che ha potuto per acciuffare in extremis la finale di Coppa Italia, che le avrebbe consentito di sperare in un’entrata in Europa nella prossima stagione.

Più di questo non si poteva chiedere agli uomini di Delio Rossi, forse solo un pizzico di precisione in più, ma alla fine della fiera, non gli si può rimproverare nulla.

Incredibile legge inglese: per giocare in Premier League si dovrà fare l’esame d’inglese

Quando si dice l’esagerazione. Una delle tante assurde leggi emanate dal Parlamento Inglese prevederà per il futuro che chiunque venga da un paese non europeo, e voglia recarsi in Gran Bretagna, sarà costretto ad imparare l’inglese.

E’ la nuova trovata della Corona per facilitare il riconoscimento degli stranieri e regolare l’immigrazione. Probabilmente sarà stata fatta per scopi di anti-terrorismo. Fatto sta che questa norma causerà non pochi problemi al calcio inglese d’ora in avanti.

Usa-Inghilterra 1-0: che lezione per gli inventori del calcio!

Ennesima partita storica raccontata su queste pagine, in un viaggio a ritroso nel tempo che ci permette di rivivere emozioni ormai sopite e quasi dimenticate. In realtà quella di oggi è un po’ troppo in là negli anni e molti di voi non ne avranno nemmeno sentito parlare, ma l’occasione di raccontare per una volta la vittoria di Davide contro Golia è troppo ghiotta per non essere afferrata.

Torniamo al 1950, mondiali organizzati dal Brasile, di cui si ricorda solitamente solo l’epilogo infausto per i colori verdeoro, battuti dall’Uruguay, in una gara che portò dietro di sé una serie impressionante di suicidi.

Ma nessuno o quasi si ricorda di una partita storica per la nazionale degli Usa, da sempre Cenerentola tra le grandi del calcio Mondiale e chiamata ad un ruolo di comparsa o poco più. Eppure in quell’occasione gli americani furono capaci di infliggere una dura lezione ai maestri del calcio, anzi, agli inventori del gioco più bello del mondo, quegli inglesi tanto fieri e altrettanto altezzosi.

Ligue 1: Crisi Lione, non vince più e il Bordeaux è a due passi

Ora è ufficiale: il Lione è in crisi. I campioni di Francia uscenti hanno vinto solo una delle ultime 5 gare, e adesso rischiano davvero di veder sfumare all’ultimo momento lo scudetto. Sono riusciti a dilapidare un patrimonio da 7 punti i Leoni di Francia, passando da un vantaggio di 9 punti a solo 2 da giocarsi nelle ultime due gare di campionato. Come avversario avranno un Bordeaux che non potrà schierare campioni del calibro di Juninho, Benzema o Grosso, ma ha quel carattere, quella voglia e quella fame di vittorie che forse i campioni di Francia non hanno più, dato che hanno vinto sempre e solo loro nel nuovo millennio.

Appaiono svogliati i rossoblù, forti del fatto che il Nizza non ha più obiettivi e che quindi prima o poi il gol sarebbe dovuto arrivare. E invece i rossoneri un obiettivo ce l’avevano: fare bella figura davanti al proprio pubblico con i campioni in carica. E ce l’hanno fatta, visto che sono riusciti almeno a guadagnare un punto, imbrigliando il Lione sullo 0-0 che serve solo al Bordeaux.

Inter: caccia ai colpevoli!

A tre giorni dal derby che avrebbe dovuto consegnare lo scudetto nelle mani dell’Inter, si continua a parlare di colpe ed atteggiamenti sbagliati in campo, cercando di trovare un capro espiatorio da consegnare al giudizio della critica.

Non è colpa di Mancini, non lo è mai, qualunque cosa faccia, qualunque sia la disposizione tattica scelta, chiunque decida di far scendere nell’arena. Non lo diciamo noi, lo afferma lui stesso, risponedendo agli appunti del patron Moratti, deluso dalla prestazione molle e rinunciataria della squadra, che avrebbe potuto regalargli lo scudetto più bello, in uno stadio vestito di rossonero.

Ognuno può vedere la partita come vuole, quando si perde si deve sempre trovare un colpevole e il colpevole è l’allenatore. Il presidente può dire così anche se non mi trova d’accordo.

Premier League: tutto rimandato all’ultima giornata

Festa rimandata per il Manchester United. Forse addirittura festa a rischio. Il 4-1 contro il West Ham è servito a poco a Cristiano Ronaldo e compagni, perchè 48 ore dopo il Chelsea ha regolato i conti con il Newcastle, uscendo dal St. James Park con i 3 punti che lo fanno riagganciare al treno dei Red Devils. Tutto si deciderà all’ultima giornata.

Ci mette impegno l’asso portoghese dello United, che nonostante la sua squadra giochi in 10 per un’ora, va a segno due volte (40esimo gol per lui quest’anno) e mette il suo zampino nelle altre due reti di Carrick e Tevez. A nulla è valsa la rete di Ashton e la buona volontà mostrata in campo dagli Hammers, che però senza più obiettivi e contro un Manchester scatenato, difficilmente avrebbero potuto ottenere di più. Non hanno fatto i conti con un Chelsea mai domo, che nonostante lo strapotere mostrato dallo United, non si scoraggia e anche in casa di un Newcastle in forma e ben messo in campo, stappa la vittoria. Ora il Manchester è avanti per la differenza reti (+17 rispetto al Chelsea), ma con 90 minuti ancora da giocare nulla è ancora detto.

Storia degli Europei: Portogallo 2004

Ultimo appuntamento con la storia degli Europei di calcio, prima di dedicarci ampiamente alla manifestazione della prossima estate che ci vedrà scendere in campo da favoriti, nonché Campioni del Mondo in carica (come suona bene!).

Ci occupiamo oggi dell’Europeo 2004, organizzato dal Portogallo e vinto da una sorprendente Grecia proprio sui padroni di casa, che già pregustavano il dolce sapore del successo davanti ai propri tifosi.

Ancora un appuntamento amaro per i colori azzurri, nato sotto una cattiva stella e concluso ancora peggio, non solo per nostro demerito. La Nazionale era affidata a Giovanni Trapattoni, ancora sulla panchina azzurra, nonostante la figuraccia al Mondiale nippo-coreano. Già alla partenza della squadra per il Portogallo, le critiche verso il mister occupavano le pagine di tutti i giornali sportivi e non. Motivo? L’esclusione di Alberto Gilardino, sostituito da Alessandro Del Piero (com’è strano il calcio: quest’anno il capitano bianconero si trova sulla sponda opposta del fiume).