Francesco Totti è un patrimonio del calcio italiano e, benché siano in molti a detestarlo come pesonaggio, occorre riconoscergli la grandezza assoluta. Purché ci si limiti ad analizzarne l’aspetto tecnico, però, perché per il resto il Pupone ha spesso regalato spettacoli ignobili alla platea. E’ inutile star qui a ricordare lo sputo a Poulsen, il vaffa ripetuto più e più volte all’indirizzo di Rizzoli qualche anno fa o i tanti falli di reazione che poche volte venivano giustamente sanzionati. Basti guardare cosa è accaduto ieri nel finale di Inter-Roma per avere conferma della pochezza del personaggio.
Poi ci può stare la tensione della gara, il dispiacere di non poter regalare una soddisfazione al proprio pubblico o quello di non riuscire a “vendicare” degnamente ciò che era accaduto qualche sera prima sul prato dell’Olimpico. Ci può stare un fallo di gioco particolarmente duro, ma non così, non rincorrendo un avversario e falciandolo da dietro a mo’ di pala meccanica. Vero è che il signor Balotelli è un gran provocatore dal primo all’ultimo minuto, ma cosa può aver mai pronunciato che Totti non abbia sentito altre 100, 1000 volte su tutti i campi d’Italia e d’Europa?
Sul campo non si riescono sempre ad ignorare offese così pesanti, dirette ad infangare una città e intero popolo. Soprattutto quando poi questi continui e costanti insulti provengono sempre dalla stessa persona, che fa della provocazione sistematica il suo biglietto da visita.
Così si è difeso il capitano giallorosso al termine della gara, pur rendendosi conto di aver offerto l’ennesimo spettacolo indegno di fronte alla nazione. Ma può bastare questo per giustificare un simile gesto? Abbiamo dato la croce addosso a Zidane per mesi e mesi, definendo esagerata la sua reazione dopo le offese di Materazzi (di qualunque natura fossero): ora è diverso? Mi scuseranno i tifosi giallorossi, le cui coronarie sono state messe a dura prova nell’ultimo periodo, ma dopo aver visto le immagini, mi chiedo se si possa ancora discutere su una sua eventuale chiamata in nazionale, considerando che uno come Cassano è stato fatto fuori per molto molto meno.
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