E’ difficile calarsi nel ruolo di ct di una nazionale, quando la squadra campione del massimo campionato del Paese di riferimento è composta interamente da giocatori stranieri. E’ quello che accade in Italia, dove l’Inter lo scorso anno ha conquistato tutto il conquistabile, presentando un undici titolare senza neanche un italiano. Non che la disfatta azzurra ai Mondiali sudafricani sia colpa della squadra nerazzurra, ci mancherebbe, ma è inutile lamentarsi allorché un selezionatore si ritrova a pescare in squadre non ai vertici per mettere su una nazionale presentabile. Era questo un problema di Lippi e continua ad esserlo per Prandelli, che rimpiange i tempi in cui gli stranieri si contavano sulla punta delle dita:
Quando giocavo, la mia esperienza è che alla Juventus io ero la riserva di giocatori che militavano in Nazionale, c’era molta più concorrenza e, poi, a volte, c’erano le grandi squadre che avevano un blocco di sette, otto giocatori in Nazionale. Era molto più facilitato il lavoro del commissario tecnico.
Difficile scegliere in virtù delle poche opzioni che si hanno a disposizione, specie per quanto riguarda l’esperienza internazionale dei giocatori italiani:
In questo momento, nel nostro calcio ci sono molti stranieri e bisogna cercare giocatori italiani che non definirei di “seconda fascia”, ma che – però – non hanno avuto molte esperienze a livello internazionale. Ecco, questa è la cosa più problematica, perché per assurdo ti ritrovi a giocare con gente in Nazionale che è alla sua prima esperienza internazionale. Il problema non è tanto quello di far esordire un ragazzo, quanto quello di farlo esordire in Nazionale senza che abbia fatto partite a livello di competizioni continentali. Era meglio quando c’era la limitazione degli stranieri, ma non possiamo cambiare le regole e ci dobbiamo adeguare.
La speranza è che l’adeguamento arrivi in fretta, visto che c’è ancora una qualificazione agli europei da conquistare e magari qualche titolo continentale da fotografare a colori, dopo quello lontanissimo del ’68.
OMG 14 Gennaio 2011 il 13:29
Secondo me gli stranieri sono solo la scusante del basso livello del calcio nostrano.
Se un calciatore è forte lo è indipendentemente dalla nazione di appartenenza.
Se un ragazzo italiano non trova spazio è perchè non è all’altezza.
Il primo esempio che mi viene in mente è Giovinco, una delle maggiori promesse del calcio italiano negli ultimi anni, ora ha 23 anni, un’età in cui si può benissimo essere dei campioni. Beh non mi sembra lo sia, è forse addirittura diventato più scarso rispetto a qualche anno fa.13 goal in A a 23 anni non sono da gran calciatore.
I dirigenti non sono stupidi, se uno ha talento ha talento e basta, non lo prendono perchè si chiama Inho.
La nazionale italiana ora fa pena perchè i grandi calciatori sono diventati vecchi e quelli che dovevano essere i loro eredi non si sono mostrati all’altezza, punto.
Basta vedere l’Inghilterra dove il tasso di stranieri è mostruoso, non mi pare proprio che la nazionale abbia problemi a trovare campioni (anzi, sulla carta se non è la più forte è la seconda)
Marco Mancini 15 Gennaio 2011 il 12:00
mi spiace ma devo dissentire in quasi tutto quello che hai scritto. Primo, non è vero che sempre i calciatori forti emergono, e la dimostrazione è proprio Giovinco che tecnicamente è fortissimo, ma siccome gli è stato dato poco spazio e pochissima fiducia, un po’ si è sgonfiato. Se avesse giocato nel Barcellona anziché nella Juve, forse oggi staremo parlando dell’erede di Messi. Ti posso portare un altro esempio della tua Juve: Marchisio. A mio parere è uno dei centrocampisti più completi che ci sono in serie A, ma lui stesso ha ammesso che se non fosse stato per Calciopoli non avrebbe mai giocato nella Juve, sarebbe stato prestato in giro per il mondo, magari in serie B, ed oggi non sarebbe dove si trova. E questo lo penso pure io.
Per quanto riguarda le nazionali, i vari Cannavaro, Nesta, Totti, ecc. si sono trovati a crescere in squadre in cui necessariamente si doveva puntare sui giovani perché c’erano pochi soldi (Lazio, Napoli, Roma), e dopo essere esplosi sono finiti nei grandi club. Anche lo stesso Buffon, mi ricordo che la prima partita che fece prese 4 gol in un tempo. Oggi l’avrebbero relegato in panchina per sempre, invece il Parma gli dette fiducia e diventò uno dei portieri più apprezzati della serie A in quella stessa stagione.
Infine per quanto riguarda l’Inghilterra, i campioni che dici sono solo sulla carta, non è un caso che la nazionale inglese non vinca nulla da 40 anni, come non è un caso che la davano tutti per favorita ed è uscita molto male dal mondiale. Anche lo stesso Capello si è lamentato del fatto che ci sono troppi stranieri in Premier League e che non ha alternative ai vari Rooney, Terry e Gerrard, e pure questi stanno cominciando a diventare vecchietti. Dopotutto non è un caso che la squadra più forte del mondo attualmente sia la Spagna, è l’unica nazione europea di un certo livello che dà spazio ai giovani della cantera…ed infatti se vai a vedere i campioni del Barcellona e del Real Madrid (a parte il Real degli ultimi due anni) provengono tutti dalla Primavera.
Scusa se mi sono dilungato troppo 🙂
OMG 15 Gennaio 2011 il 17:22
Io rimango dell’idea che se uno è veramente forte i suoi spazi se li prende.
Giovinco si è lamentato che nella Juve non gli davano spazio, ma ricordi le partite che giocava? Era semi inguardabile. Non puoi pretendere di giocare sulla fiducia.
Il discorso che hai fatto te è verissimo per le grandi squadre, dove non puoi permetterti di aspettare un calciatore. Ma le grandi squadre (che devono vincere per necessità) sono 3 (2 ormai), il resto possono far giocare tranquillamente chiunque e non penso proprio che se uno è straniero gli danno sempre spazio mentre se è italiano lo bruciano.
Sempre prendendo Giovinco come esempio, nel Parma fa una partita da fenomeno e per tre partite sparisce, nonostante questo è un titolare intoccabile perchè la squadra gialloblù non ha “fretta di fare risultati” (e nemmeno alternative a dire il vero).
Inoltre i grandi calciatori lo erano già da ragazzini. Nesta teneva su una difesa da solo, Totti era puro talento, Del Piero arrivò come calciatore della primavera ma dopo la prima partita fu impossibile toglierlo.
In questo momento c’è solo Balotelli che esprime chiaramente un potenziale altissimo, il resto sono tutti buoni calciatori ma che di certo non portano una nazionale alla vittoria in ottica futura.
La dimostrazione più chiara è l’Under 21, fino a qualche anno fa era la più forte di tutte e dominava a destra e sinistra, ora non si qualifica nemmeno per la coppa del nonno, e non mi pare che solo 5/6 anni fa ci fossero meno stranieri di ora nel nostro campionato.
Gioia Bò 15 Gennaio 2011 il 17:45
Io credo che bisognerebbe impostare il discorso in modo diverso, chiedendosi se davvero TUTTI gli stranieri che arrivano in Italia siano superiori in quanto a qualità ai nostri ragazzi. Questo non significa che sarebbe meglio chiudere le frontiere o tornare ai 2 stranieri per squadra come negli anni ’80, ma imporre un limite (almeno nell’undici da mandare in campo) non sarebbe affatto male.
alex 28 Luglio 2011 il 23:26
bisogna vedere in faccia la realtà, gli stranieri parlo di brasiliani, argentini, spagnoli, inglesi, sono mediamente piu forti degli italiani, nel passato abbiamo avuto dei buoni giocatori fino al 2006 quando abbiamo vinto l’ ultimo mondiale ( tra l’ altro con culo ), ora sono rari !! cassano, giuseppe rossi, pazzini, giovinco potrebbero diventare dei piccoli campioni, ma se non hanno fatto il salto di qualità fino ad adesso, dubito che possano farlo in fututo, anche in difesa una volta avevamo nesta, cannavaro e maldini, una difesa di ferro che non cè piu, cmq sia cè anche da dire che concluso il mondiale vinto nel 2006 non è stato piu un periodo favorevole al calcio italiano, ( Inter a parte), secondo me si è chiuso un ciclo, speriamo che si riaprà al piu presto !!
Marco Mancini 29 Luglio 2011 il 10:14
se non ci sono stati grandi giocatori è anche un po’ colpa dei club italiani che non puntano su di loro. Vedi Rossi, è dovuto andare a giocare in Spagna perché in Italia, fino a 2 anni fa, non lo voleva nessuno. Giovinco ad esempio, se fosse “nato” nel Barcellona, con le caratteristiche che ha sarebbe stato almeno il vice-Messi. Ed invece nella Juve è stato soffocato. In Italia non si ha pazienza, va bene mandare un giocatore in Serie B a farsi le ossa, ma dopo una o due stagioni bisogna farlo giocare sennò si brucia. Il prossimo esempio sarà Pasquato. E’ fortissimo, ma quanto scommettiamo che finirà a giocare tra Serie B e piccoli club di A per tutta la vita?