Il campionato infiamma gli animi come non succedeva da anni, con la corsa scudetto ancora aperta e nulla da dare per scontato. Ma in questi giorni il discorso cade sulla nazionale, impegnata il prossimo mercoledì contro una delle rivali storiche, la Germania, piena zeppa di nuove leve e decisa a riprendersi un posto di primo piano nel panorama calcistico internazionale.
Prandelli ha puntato su tre debuttanti assoluti (Thiago Motta, Matri e Giovinco) e su molti volti noti, primo fra tutti il discusso Cassano. Giusto o no convocarlo in nazionale dopo la nota vicenda che lo ha portato lontano da Genova? Il ct difende le sue scelte, ma dà una sorta di avvertimento al fantasista:
Mi sembrava giusto e doveroso chiamare Cassano. Finora ha dato un buon contributo. In questo periodo, soprattutto ieri, sta pagando il lavoro svolto. Non gli ho detto nulla di particolare perché quel che c’era da dire lo ha già detto lui: sa che ora ha l’ultima possibilità. Lui ha bisogno di mostrare comportamenti corretti con continuità.
L’altra questione spinosa è la chiamata dell’oriundo Thiago Motta:
L’ok della Fifa è arrivato stamattina. Trovo straordinario che giocatori non nati in questo Paese chiedano di vestire la maglia azzurra. Io chiamo chi lo merita e vado oltre le polemiche sulla Nazionale multietnica, perché il calcio unisce e polemiche del genere fanno male non solo al nostro sport ma all’Italia.
Quanto alla partita con la Germania, il ct della nazionale si dice entusiasta, proprio in ricordo delle tante battaglie con i tedeschi, a partire dal famoso 4-3 del 1970:
Di amichevoli con la Germania ne farei una all’anno perché c’è sempre l’occasione di confrontarsi con una grande squadra e con un Paese che calcisticamente, dopo il 2006, è stato in grado di rinnovarsi. Le sfide con la Germania me le ricordo tutte. Nel 1970 ero piccolo e mi svegliarono per vedere la partita, nel 1982 avevo tanti amici in campo, e nel 2006 la vittoria dell’Italia in semifinale fece capire che la nostra squadra avrebbe potuto vincere i Mondiali, come è stato.
L’augurio è che possa vivere da protagonista un’emozione simile.