L’Italia perde e il pubblico fischia, l’Italia vince e il pubblico fischia. Ma forse l’Italia c’entra poco con il risentimento dei tifosi, che a suon di fischi, appunto, vorrebbero convincere Marcello Lippi a convocare Cassano in nazionale. Ormai il ritornello è sempre lo stesso, sia che si giochi a Pescara, sia che si giochi a Cesena, e così sarà da qui al Mondiale.
Ieri sera non ci sono state le bordate di fischi per il ct, come riferito da alcune agenzie di stampa, ma il nome di Cassano è comunque risuonato nello stadio, così come gli striscioni pro-convocazione. Mister Lippi non sa più come rispondere sul tema, scegliendo ora la via dell’ironia ora quella della fermezza. Certo è che ne ha le scatole piene della questione:
Di quello che fa la gente a me non frega niente. Se qualcuno vuol fischiare chi gli ha portato la Coppa del Mondo faccia pure. Io proverò a regalargliene un’altra. Però comincia a venirmi il sospetto che chi ci sia qualcuno che va sotto la curva a sobillare i tifosi.
A conti fatti ha ragione lui: come si può fischiare qualcuno che solo quattro anni fa ci ha fatto vivere un’emozione tanto forte, portando a casa il quarto trionfo mondiale? Ma abbiamo ripetuto più e più volte che nel calcio non c’è riconoscenza ed è scontato che anche un vincente come lui venga messo alla gogna, prima ancora di poter dimostrare la validità delle proprie scelte.
E poi alla vigilia di un appuntamento importante ci sta che un selezionatore venga criticato o invitato a convocare questo o quel giocatore. Così fu per Trapattoni prima dei Mondiali del 2002, quando il popolo gli chiedeva di portare Baggio, e così fu per Donadoni prima dell’Europeo, quando Del Piero venne convocato a furor di popolo. Poi c’è chi si lascia influenzare dal giudizio popolare e chi no. L’importante è che Lippi sia consapevole di ciò che sta facendo.