Notte di lacrime di gioia, di fuochi d’artificio e di caroselli fino all’alba per festeggiare la conquista del quarto titolo mondiale e chi se ne importa se la Coppa è stata consegnata dal numero uno dell’Uefa Johansson o dal’ultimo dei magazzinieri dell’Olympiastadion di Berlino: l’Italia è Campione del Mondo e ciò che conta veramente è che Cannavaro ha tra le mani il trofeo dei trofei!
Ma a due anni, di distanza il capitano azzurro non ha dimenticato il grave affronto di Blatter, presidente della Fifa, che preferì dileguarsi al momento della consegna, nascondendosi poi dietro la scusa della paura dei fischi. Fabio Cannavaro se l’è legata al dito ed ha voluto prendersi la sua rivincita:
L’esperienza in Germania ha cambiato la vita a tutti noi. Abbiamo creduto in un sogno e lo abbiamo realizzato. Abbiamo alzato una coppa fantastica. Ma ora abbiamo anche un’altra opportunità, quella di zittire tutti: per questo motivo invito il presidente Blatter a consegnarmi la Coppa, ora può farlo.
Non sappiamo quanto volentieri, ma stavolta Blatter non ha potuto evitare di afferrare la Coppa e farla passare nelle mani del nostro capitano, aggiungendo:
Non è mai troppo tardi per far bene.
Già, giustizia è fatta, e per un attimo ci è sembrato di rivivere le emozioni di quella notte infinita, quando eravamo troppo occupati a festeggiare per avere sentimenti di rancore verso il numero uno della Fifa. Che bello rivedere Cannavaro con la Coppa tra le mani, mentre decine di flash immortalavano l’evento!
L’occasione per la seconda consegna, l’ha offerta la presentazione delle nuove maglie della nazionale italiana, che da ora fino al 2010 si fregeranno di un nuovo simbolo: la Coppa del Mondo su uno sfondo bianco, con sotto la scritta Fifa World Champions 2006.
Un motivo d’orgoglio per la nostra Italia e, a sentire Abete, un punto di arrivo ma anche di partenza verso nuove sfide. E le nuove sfide si chiamano Cipro e Georgia, prime di una lunga serie che dovrà condurci alla qualificazione per i mondiali del Sudafrica. Siamo i campioni de mondo e da ieri lo siamo un po’ di più.