Ci risiamo. Torna d’attualità il caso Amauri-nazionale, destinato a riempire le pagine dei giornali e le bocche di addetti ai lavori e appassionati per chissà quanto tempo ancora. La questione comincia a diventare pesante e se non si troverà una soluzione rapida, il brasiliano rischia di diventare antipatico a molti.
Eh si, perché, finché giocava nel Palermo, il ragazzotto lanciava messaggi d’amore alla nazionale italiana, chiedendo di essere naturalizzato al più presto per poter rispondere ad una eventuale convocazione. Ed i rosanero lo accontentarono, avviando le pratiche per la richiesta del passaporto. Poi sono arrivate le sirene bianconere e con esse l’interesse di Dunga, ct del brasiliano, che da buon conoscitore del calcio italiano deve aver pensato “se piace alla Juve, vuol dire che vale”. Risultato: Amauri potrebbe giocare nella nazionale verdeoro, con tanti saluti alla maglia azzurra.
Intanto Lippi lo ha “convocato”, nel senso che gli ha chiesto senza mezzi termini di decidere su quale sponda del fiume sedersi ad aspettare una chiamata, mentre la Juve, su richiesta della Figc, si dà da fare per sveltire le pratiche per il passaporto. E lui che fa? Continuate a leggere e valutate voi se vale la pena correre dietro ad uno che si lascia andare a simili dichiarazioni.
Voglio la nazionale del mio Paese, il Brasile, è stato sempre un sogno fin da bambino. Il mio idolo è Romario, sarebbe un onore giocare con la maglia verdeoro. L’Italia? Intanto ci vuole il passaporto e non arriverà prima di tre mesi. Se non arriverà la chiamata del Brasile, sarà un onore la maglia azzurra.
Questo ha dichiarato ieri davanti ai giornalisti brasiliani, al termine di Arsenal-Juventus. E uno così dovrebbe essere la bandiera del calcio azzurro? Non metto in dubbio le qualità tecniche dell’attaccante bianconero né tantomeno voglio schierarmi dalla parte di chi pensa che l’Italia sia degli italiani. Tanti prima di Amauri hanno vestito la maglia azzurra da oriundi e non ho difficoltà ad accettarlo.
Detesto chi ritiene che Balotelli non debba essere convocato perché “gli italiani sono bianchi” (e nelle chiacchiere da bar si sentono dire anche queste assurdità). Però c’è un limite alla sopportazione e uno che si dimostra così indeciso e che sceglierebbe l’Italia solo come ripiego non merita di essere considerato italiano. Vestire la maglia della propria nazionale dovrebbe essere un onore a prescindere!
Un consiglio per Lippi: lascialo perdere. Che si tenga pure i suoi sogni da bambino e si sieda ad aspettare la chiamata di Dunga. Noi vogliamo gente fiera! Scusate la foga, ma l’Italia è l’Italia.
Antò 3 Agosto 2008 il 13:08
Per i prossimi anni abbiamo attaccanti di livello ASSOLUTO (Giovinco, Balotelli, Rossi….), non corriamo dietro a chi ci considera la seconda scelta. FORZA ITALIA!
keyser 24 Ottobre 2008 il 11:40
si sono d’accordo con l’articolo. Io non sono contro gli italiani “acquisiti”, assolutamente! se una persona sta in italia da un pò e si sente onorato di indossare la maglia del paese adottivo, ben venga!
Ma essere considerati seconda scelta… beh a sto punto proprio no!
Lirene 4 Febbraio 2009 il 19:16
spero che amauri venga convocato dal brasile, così dopo la sostituzione dell’infortunato per cui dunga l’ha chiamato, verrà messo al massimo in panchina. facendo ciò ci ripenserà due volte prima di andare dietro alla nazionale del paese nativo che non lo ha mai voluto.
non sono contro amauri, assolutamente, ma quando qualcuno prende questo bel paese, che si chiama Italia, solo per rimpiego NON si merita NIENTE.
Forza Italia