Stasera si gioca Napoli-Juventus, come nel 1985 la sfida si gioca in novembre – negli anni ottanta era il 3 quest’anno il 6 -, e come allora la Juventus si presenta al San Paolo al primo posto in classifica.
Le analogie si fermano qui, visto che quel Napoli non riusciva a vincere al San Paolo con la Juventus da tredici anni, mentre questo Napoli non perde in casa con i bianconeri dal 2001, e negli ultimi anni ha sempre vinto.
D’altra quella Juventus era una squadra che aveva vinto tutto per anni e stava per vincere un altro scudetto, mentre questa è reduce da due stagioni che sono state obiettivamente le peggiori degli ultimi cinquant’anni.
Difficile quindi fare paragoni o analogie tra le due partite. Anche perché allora in campo c’erano due campionissimi – Michel Platini e Diego Armando Maradona – perché il campionato italiano allora era il più bello del mondo, ed oggi è difficile trovare giocatori nelle due squadre che possano essere paragonati a loro.
Ritornando al 1985, la Juventus di Trapattoni arrivava a Napoli dopo otto vittorie consecutive in campionato. Era la squadra che avrebbe vinto poco più di un mese dopo – l’8 dicembre – la prima coppa Intercontinentale dei bianconeri.
Quella partita verrà ricordata perché Diego Armando Maradona segnerà uno dei suoi gol più belli. Intorno al settantesimo minuto gli azzurri riescono a conquistarsi una punizione a due dentro l’area.
La barriera è troppo vicina, più o meno a cinque metri dalla palla. I giocatori del Napoli chiedono a più riprese all’arbitro la distanza, ma lui non sembra essere sordo alle loro lamentele.
Dopo un paio di minuti di discussioni che sono sembrate interminabili, gli azzurri si decidono a battere la punizione. Maradona ha detto ai suoi compagni che tanto avrebbe fatto gol a Tacconi comunque, e aveva ragione.
Eraldo Pecci gli passa la palla e lui con quel sinistro magico riesce a disegnare una traiettoria telecomandata. La sfera supera la barriera e si va a ad infilare sul palo coperto dalla barriera. Stefano Tacconi per cercare di intercettare il pallone rischia di farsi male. Inutilmente.