Il girone di qualificazione dell’Italia per l’accesso alla fase finale dei Mondiali 2014 in programma in Brasile
GRUPPO B: Italia, Danimarca, Repubblica Ceca, Bulgaria, Armenia, Malta
Vederlo così, Cesare Prandelli, in quella sua espressione concentrata, fa sempre ben sperare. Circondato dai palloni, il Ct (in una foto di archivio) sa già che neppure un appello andrà disatteso. La voglia di riscattare un Mondiale – quello sudafricano – cominciato male e finito peggio è enorme e, passando per il tecnico azzurro, arriva a coinvolgere ciascuno di noi. Nel corso della definizione delle sfide di qualificazione che spetteranno all’Italia, l’urna è stata apparentemente benevola. Già dirlo porta male, vero, ma non si può non fare finta che lo spauracchio che temevamo (ovvero, pescare la Francia) è stato a conti fatti scongiurato e – purtroppo per i Galletti – riscattare l’altrettanto pessima figura transalpina del 2010 vorrà dire dover affrontare niente meno che i campioni della Spagna. In Brasile, intanto, Prandelli non c’era: in delegazione per il tricolore c’erano i vertici federali.
Nel sorteggio allestito a Rio de Janeriro dalla Fifa, l’Italia era testa di serie: ciò – dopo la figura non certo degna di apprezzamento dell’ultimo mondiale (in Sud Africa, nel 2010) – già bastava a tirare un sospiro di sollievo. Alla stregua di Spagna, Olanda, Germania, Inghilterra, Portogallo, Italia, Croazia, Norvegia e Grecia, gli Azzurri sarebbero dovuti essere associati a una formazione di ciascuna urna disponibile (sei in tutto). Il girone di qualificazione per la fase finale dei Mondiali 2014 in Brasile della nazionale italiana è il B: evitata la Francia (finita nell’ultimo gruppo gli iberici), all’Italia sono capitate Danimarca, Repubblica Ceca, Bulgaria, Armenia, Malta. Sensazioni? Presagi? Bhè, di sicuro poteva andare peggio.
Eppure, non è un girone semplice perchè Danimarca e Repubblica Ceca sono formazioni in grado di giocarsi la qualificazione e – entrambe – di creare grattacapi all’Italia. L’incognita Bulgaria lascia meno tranquilli di Armenia e Malta. Inutile ribadire, in ogni caso, che siamo l’Italia: anche se, col passare degli anni e la mancanza di vittorie (quanto appare lontano, in ogni senso, il Mondiale 2006), dirlo sembra quasi tirarsi la zappa sui piedi.
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