Ibrahimovic si sa, è un calciatore imprevedibile. Ma ormai anche la sua imprevedibilità è diventata scontata. Dopo un po’ di tempo si stanca della squadra in cui gioca e comincia a fare storie, lo fece alla Juve, lo ha fatto dopo tre anni di Inter, a Barcellona è durato anche meno di un anno, e cominciano ad arrivare i primi segnali anche per quanto riguarda il Milan.
Sia chiaro, sicuramente i rossoneri potranno contare sullo svedese anche nella prossima stagione, ma sul futuro meno immediato non si può mettere la mano sul fuoco. Prima Ibra ha cominciato a lamentare stanchezza, ieri invece, parlando della Champions League ed in particolare del Tottenham, ha aperto ad un suo futuro in Premier League.
Un’apertura nemmeno tanto velata, viste le parole:
Il mio futuro a Barcellona è cambiato in 24 ore, non chiudo la porta alla Premier League.
Un messaggio piuttosto evidente, che probabilmente non è un caso che arrivi oggi. La volontà della società di puntare su di lui è fuori di dubbio, ma a causa del fair play finanziario i ragionieri rossoneri hanno imposto l’obiettivo di tagliare gli ingaggi. E così i pezzi da novanta come Pirlo, Seedorf, Inzaghi ed altri rischiano di vedere non rinnovato il proprio contratto perché troppo oneroso, a meno che non decidano di ridurlo.
Un’eventualità a cui l’attaccante non vuole andare incontro tra qualche anno, quando toccherà a lui rinnovare il contratto, e allora ecco che strizza l’occhio, guardacaso, ad uno dei pochi club al mondo che non hanno problemi di liquidità: il Manchester City. Solo pretattica? Lo scopriremo al prossimo incontro con la dirigenza.