Nonostante le 21 reti messe complessivamente a segno durante la sua stagione a Barcellona, l’acquisto di Zlatan Ibrahimovic è stato considerato da tutti un errore. Basta pensare alla differenza tra il prezzo di acquisto – complessivamente un settantina di milioni di euro, tra contanti e la valutazione data per Samuel Eto’o – e quello a cui è stato venduto al Milan – ventiquattro.
Dell’insuccesso spagnolo del calciatore, lo svedese e il suo agente Mino Raiola ne hanno sempre attribuito la responsabilità all’allenatore blaugrana Pep Guardiola. E in maniera non dissimile si è comportato l’ex-presidente della società catalana Joan Laporta in un’intervista rilasciata al quotidiano sportivo spagnolo As.
Tra gli argomenti trattati, Laporta ha raccontato come il Barcellona si sia impegnato in un’operazione così costosa:
Eto’o doveva lasciare il club e Zlatan era un giocatore a cui sera interessato il nostro allenatore e lo staff.
E poi ha continuato:
Mi hanno dato tre opzioni: Villa, Ibra e Forlan. E ugualmente una quarta che non è mai apparsa sui giornali. Il prezzo di David Villa è esploso e l’Atletico Madrid non ha voluto vendere Forlan.
In altre parole, non restava che l’opzione Ibrahimovic, anche perché Samuel Eto’o voleva andare all’Inter:
Eto’o non voleva andare a Valencia, né all’Atletico Madrid. La sola squadra in cui vedeva la possibilità di andarsene e di adattarsi rapidamente era l’Inter. Non c’erano altre soluzioni per dare piena soddisfazione alla direzione tecnica ed allo staff.
Se non lo avete ancora capito, Joan Laporta si rifiuta di assumere la responsabilità della sfortunata operazione Ibra. Le colpe sono da attribuirsi al suo allenatore che gli aveva chiesto il giocatore e a Eto’o che voleva andare all’Inter. Nessuna ammissione di colpa: in fondo ammettere che forse era il caso di spendere quaranta milioni per acquistare David Villa un anno prima lo avrebbe reso troppo umano.