Non ce ne vogliano i tifosi nerazzurri, ma ci piace ripartire da qui, da quel colpo di testa di Ronaldinho che segnava il suo battesimo del gol in maglia rossonera, regalando ai suoi il primo derby della stagione. Era il 28 settembre dello scorso anno, l’Inter perdeva il primato in classifica e Mourinho incassava l’ennesimo scherzetto del Gaucho, che già qualche dispiacere gli aveva creato in Champions League.
Ora la situazione è diversa: l’Inter ha otto punti di vantaggio sui cugini e si appresta ad affrontare il derby con la consapevolezza di chi può permettersi anche un passo falso. Il Milan invece non può concedersi il lusso di sbagliare gara, pena l’esclusione dalla lotta scudetto già da febbraio (e sarebbe grave per una squadra che non ha neanche l’alibi dell’impegno Champions). Che gara sarà?
Partiamo dalle certezze, prima fra tutte l’assenza di Kakà. Il brasiliano ha tentato un recupero-lampo, ma alla fine si è dovuto arrendere all’evidenza dei fatti. Tanto meglio per Ronaldinho, che avrà nuovamente l’occasione di mettersi in mostra, sperando magari di bissare l’exploit dell’andata.
Sarà il primo derby italiano di David Beckham, abituato all’aria della stracittadina in terra inglese e spagnola e spesso determinante con gol e assist in gare di questo tipo. Un esordio anche in casa Inter, dove Santon giocherà il suo primo derby da professionista e sarà chiamato a ripetere le ottime prestazioni mostrate finora in campionato.
Per Paolo Madini, invece, sarà l’ultimo derby di una strepitosa carriera, dopo venticinque anni in maglia rossonera. Nelle dichiarazioni della vigilia si legge la voglia del capitano di vincere ancora una stracittadina, prima di appendere le scarpe al chiodo. E potrebbe essere l’ultimo derby anche per Carlo Ancelotti, sebbene lui continui a ripetere di non voler lasciare la guida del Milan. Di certo non sarà l’ultimo di Mourinho, sia per il contratto che lo lega all’Inter, sia per il suo desiderio di allenare un giorno lo squadrone rossonero.
Questi i temi di una gara che potrebbe riaprire il campionato o ammazzarlo definitivamente. Chi prevarrà?